Sandinismo
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Col termine sandinismo si indica la corrente politica nicaraguense che, dichiarando di ispirarsi al pensiero politico del rivoluzionario nicaraguense Sandino, si propone di creare un Nicaragua libero, indipendente, basato sull'eguaglianza sociale.
Negli anni '60, ispirandosi al marxismo e al sandinismo, nacque il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale che unificò i vari gruppi guerriglieri che combattevano contro il dittatore Anastasio Somoza Debayle, aggregando anche gruppi di cattolici legati alla Teologia della liberazione. La guerriglia sandinista, insieme ad altri oppositori della dittatura, superando le divisioni interne giunse al potere cacciando Anastasio Somoza Debayle. Ben presto le altre correnti politiche si allontanarono dalla Giunta al potere, lasciando solo Daniel Ortega ed il FSLN. Il governo sandinista realizzò la riforma agraria, un'intensa politica sociale, lo sradicamento dell'analfabetismo, la messa in funzione di una struttura sanitaria. Il progetto economico si fondava su un'economia mista. Queste politiche furono osteggiate dagli USA di Ronald Reagan che scatenarono una sanguinosa guerra civile (35000 morti) dove si fronteggiarono i sandinisti e i contras, i guerriglieri controrivoluzionari con basi (e appoggio logistico) nel vicino Honduras. La strategia della guerra controrivoluzionaria venne condotta da John Negroponte. I fondi occulti che gli USA usarono per finanziare i contras vennero reperiti vendendo armi a una potenza nemica: l'Iran, dando origine al famoso Scandalo Iran-Contras o Irangate. Attualmente i sandinisti sono la seconda maggiore forza politica del paese.