San Giovanni Bono
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Giovanni "Bono" (Recco ? - Milano, 653?) è il 36º vescovo di Milano ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
[modifica] Le notizie sulla sua vita
Le notizie sulla sua vita ci vengono da un componimento poetico di epoca assai tarda[citazione necessaria], composto probabilmente tra l'XI e il XIII secolo. L'attendibilità di tale fonte è discussa dagli storici.
In un versetto di tale opera, si legge Villa Camuli, nascitor Joannes, Valle Rechi: la frase è ambigua e può significare che è nato a Camogli, così come a Recco, entrambe cittadine della Riviera ligure di levante. Ancora bambino sarebbe stato condotto a Milano, dove studiò e dove venne fatto chierico della Chiesa metropolitana. Successivamente, essendosi fatto apprezzare per le sue doti umane e per la sua intelligenza, venne acclamato vescovo della città.
Di fatto dal secolo VI i vescovi di Milano risiedevano a Genova a causa delle persecuzioni di matrice ariana. Quando Rotari conquistò nel 641 la Liguria fino a Ventimiglia, il vescovo Forte fuggì probabilmente dalla città e si rifugiò presso il Papa. Giovanni Bono assunse l'episcopato al suo posto, e riportò la sede a Milano nel 649.
Lo stesso anno Giovanni Bono fondò la pieve dei santi Siro e Materno di Desio.
Durante il Sinodo del Laterano (ottobre 649), convocato da papa Martino I contro il monotelismo e il monoergismo, combattuti soprattutto da Massimo il Confessore, Giovanni Bono sottoscrisse le risoluzioni conciliari, ma giunse a Roma a lavori conclusi.
Una tradizione storicamente plausibile ritiene che Giovanni Bono morì nel 653 e che fu sepolto nella cappella funeraria della chiesa (oggi scomparsa) di San Michele subtus domum (San Michele in Duomo), cioè annessa all'episcopio, da lui fondata.
Il carme di cui sopra fa dipendere l'appellativo "Bono" dalla sua umiltà e generosità proverbiali:
«Era solito confortare e consolare i miseri, dava da mangiare agli affamati, vestiva i nudi, dava da bere agli assetati, visitava gli ammalati e i prigionieri, offriva ospitalità ai viandanti. Pieno di Grazia, di Fede e di buoni costumi, gradito a Dio e agli uomini, rifulse nelle sue azioni. Giovanni si mostrò tanto umile dinanzi a tutti, che, grazie alla sua umiltà, era difficile discernere se veramente egli fosse il Pontefice.»
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[modifica] Il culto
Il vescovo Ariberto, quasi quattro secoli più tardi, ne ravvivò il culto nella diocesi di Milano dopo che ne ebbe ritrovato il corpo (che si credeva perduto). Fu poi Carlo Borromeo, il 24 maggio 1582, a trasferire solennemente le reliquie di Giovanni Bono dall'ormai cadente San Michele in Duomo, in un altare che fu poi eretto in suo onore. Più recentemente, nel 1951, il cardinale Ildefonso Schuster dispose una nuova ricognizione dei resti del santo (che misurano 190 cm d'altezza), e li ricompose quindi in un'urna metallica.
Esiste un gemellaggio tra la cittadina di Recco e la città di Milano: tutti gli anni a Milano alla vigilia della domenica delle Palme, una delegazione di fedeli e di cittadini di Recco giunge nel capoluogo lombardo per donare all'arcivescovo e alla città di Milano fronde di ulivo e rami di palma per la solenne celebrazione liturgica che rievoca l'entrata di Gesù in Gerusalemme. Guidata dal parroco e dal sindaco, la delegazione si reca innanzitutto in Duomo, raccogliendosi in preghiera davanti all'altare dedicato a san Giovanni Bono.