Robert J. Flaherty
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Robert J. Flaherty (16 febbraio 1884 - 23 luglio 1951) è stato un regista americano, pioniere e maestro del documentario, specialmente di quello dedicato a Paesi esotici o ai margini delle civiltà.
Fu anche il primo assertore di un "cinema-verità" che non rinuncia alla ricostruzione poetica del reale.
Tutta la sua opera è centra sul rapporto dialettico e drammatico fra l'uomo e la natura.
Il suo incontro con il cinema fu occasionale: dopo aver studiamo mineralogia, nel 1910 esplorò il Labrador per conto del Governo canadese e impiegò la macchina da presa per fermare alcuni "appunti visivi" sulla vita quotidiana degli eschimesi.
Da questa e dalle successive esplorazioni, Flaherty trasse il materiale per i documentari Eskimo (1918) e Nanook of the north (1922) che ebbero enorme successo.
Seguirono i documentari sulla vita dei polinesiani di Samoa in Moana o l'Ultimo Eden (1926); degli operai inglesi in Inghilterra rurale (1932), degli abitanti dell'isola irlandese di Aran (1932); degli agricoltori americani in La terra (1942); delle popolazioni del profondo Sud in Louisiana Story (1948).
Collaborò con tre grossi registi, ma ne restò deluso: con W. S. Van Dyke per Ombre bianche (1928), con F. W. Murnau per Tabù (1931) e con Z. Korda per La danza degli elefanti (1937).
In questi film (soprattutto Tabù) Robert Flaherty è autore di sequenze indimenticabili.