Pesci
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Morone chrysops |
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Appartenenti al subphylum dei Vertebrati, con oltre 22.000 specie coprono quasi il 50% del totale delle specie del gruppo; i Pesci (o Ittiopsidi) sono animali che vivono nelle acque terrestri e respirano l'ossigeno disciolto in esse. Non possiedono zampe ma pinne, che permettono loro di muoversi nell'elemento fluido con particolare efficacia. Si distinguono ancora una volta tra i vertebrati per l'enorme periodo di esistenza che hanno avuto per evolversi nelle forme attuali: 350 milioni di anni circa. Ne consegue che si sono sviluppati e adattati ad ogni tipo di condizioni e alimentazione, specializzandosi e riempendo anche gli spazi di nicchia nei vari ambienti naturali.
Indice |
[modifica] Anatomia
Apparentemente molto diversi, tutti i pesci presentano caratteristiche comuni, necessarie al mantenimento dell'equilibrio nell'acqua e alla sopravvivenza. I lunghi tempi di evoluzione, come accennato in precedenza, hanno tuttavia permesso la divisione in oltre 20.000 specie diverse, alcune delle quali divise in sottospecie. Si può quindi comprendere come è difficile integrare tutta questa biodiversità in un solo schema. Le principali divisioni anatomiche sono illustrate nei capitoli seguenti.
- A - Pinna pettorale
- B - Raggi della pinna
- C - Linea laterale
- D - Rene
- E - Vescica natatoria
- F - Apparato d Weber
- G - Orecchio interno
- H - Cervello
- I - Narici
- L - Occhio
- M - Branchie
- N - Cuore
- O - Stomaco
- P - Cistifellea
- Q - Milza
- R - Organi sessuali interni (ovaie o testicoli)
- S - Pinne ventrali
- T - Colonna vertebrale
- U - Pinna anale
- V - Coda (pinna caudale)
Altri elementi non segnalati: barbigli, pinna adiposa, genitali esterni (gonopodio)
[modifica] Morfologia
L'habitat dove la specie è stanziata e il tipo di alimentazione hanno plasmato, mediante l'evoluzione, il corpo dei pesci, rendendoli estremamente diversificati. Le forme anatomicamente più comuni sono:
- Fusiforme - la forma più comune, adottata dai pesci che vivono nei fiumi, nei laghi da moltissime specie pelagiche, gradi nuotatori. Offre poca resistenza all'acqua;
- Appiattita dorsalmente - forma ideale per i pesci che vivono vicini alla superficie e che da essa traggono nutrimento. Non a caso alcune specie presentano occhi sporgenti per poter localizzare insetti e altre prede;
- Compressa lateralmente - adottata da molti pesci di barriera corallina o dai grandi Ciclidi, è la forma ideale per i pesci che si muovono tra piante sommerse o rocce, in zone senza correnti;
- Appiattita sull'addome - adottata dai pesci detritivori, presenta un addome piatto per meglio aver presa sul fondale o sulle rocce, dove questi pesci vivono e si nutrono;
- Compresso ai fianchi e carenato - è una forma particolare, idrodinamica e aerodinamica, poiché spesso le specie che hanno questa forma sono capaci di guizzare e planare per alcune decine di metri a pelo e fuori dall'acqua;
- Anguilliforme - corpo allungato e flessibile, come quello delle anguille. Una forma ideale per i peschi che perlustrano gli anfratti o vivono tra la sabbia alla ricerca di cibo o al sicuro dai predatori;
- Aghiforme - anche questa è uan forma allungata ma il corpo è rigido. Le specie con corpo aghiforme vivono vicini alla superficie oppure si confondono con le alghe;
- Squaliforme - una forma praticamente perfetta per la caccia: corpo idrodinamico, affusolato, abituato alle lunghe nuotate ma anche agli scatti, con una possente muscolatura;
- Piatta - tipica forma delle sogliole e delle razze, è adottata da pesci che vivono sul fondo, mimetizzandosi o predando. I pesci appiattiti sul fianco presentano entrambi gli occhi sul fianco opposto, mentre le razze e i trigoni sono appiattiti sul ventre e hanno una lunga coda;
- Ovaloide - o a parallelepipedo, sono le forme dei pesci che hanno corpo tozzo e muscoloso, spesso ricoperte di aculei o placche ossee.
- Cavallina - è la forma tipica dei cavallucci marini e del pesce drago, che presentano testa con forme simili a cavalli e corpo snello, con portamento quasi sempre eretto e coda prensile.
[modifica] Bocca
Nei pesci la bocca si è evoluta in base allo stile di vita e all'habitat colonizzato. Solitamente si tende a dividere la bocca in base alla direzione, in quanto pesci che vivono in superficie hanno bocca rivolta verso l'alto, pesci che vivono a mezza altezza hanno bocche parallele al corpo e pesci di fondo hanno bocche orientate verso il basso. Ciò è vero, ma esistono numerose altre tipologie, come la bocca a ventosa, tipica dei pesci di fondo, dove le labbra si sono allargate per formare un organo di ancoraggio.
Altri pesci hanno sviluppato bocche tubolari, per meglio aspirare oppure "piluccare" tra gli anfratti rocciosi. I pesci predatori presentano bocche estroflettibili, che permettono loro di allungare la mandibola per una maggior portata. Altamente specializzata è la bocca di predatori come piranha e squali, quest'ultimi forniti di file multiple (fino a 7!) di denti ossei e di un'apertura boccale sufficiente a contenere foche o esseri umani. Alcuni pesci possiedono invece forti becchi, adatti a sminuzzare coralli o addirittura rocce.
[modifica] Pinne
Gli organi di locomozione dei pesci sono le pinne, cioè degli arti formati da raggi ossei cartilaginei collegati da una membrana di pelle.
Esse sono suddivise in
- impari (1 o più dorsali, 1 caudale, 1-2 anali)
- pari (pettorali e addominali).
[modifica] Pinne speciali
Oltre alle normali pinne alcune specie (Characidae, Mochokidae, ecc) presentano un'ulteriore pinna dopo quella dorsale: essa prende il nome di pinna adiposa poiché è composta soltanto da un lembo di tessuto adiposo. Le sue dimensioni variano a seconda delle specie e sembra serva ad aumentare la stabilità durante gli spostamenti orizzontali.
Altre specie presentano il primo (o più) raggio delle pinne dorsali e pettorali come una spina o addirittura un aculeo cavo collegato a dotti veleniferi (Scorpaenidae) utilizzati a scopo difensivo ma anche in delicati momenti riproduttivi.
Sempre a scopo riproduttivo altre famiglie di pesci (Poeciliidae, Goodeidae, Anablepidae, ecc) hanno sviluppato un particolare organo riproduttore, chiamato gonopodio adatto alla fecondazione interna di questi pesci ovovivipari: esso consiste in una modifica della pinna anale in un tubo munìto di microscopici uncini all'estremità che viene incastrato nella papilla genitale femminile e permette il passaggio del liquido seminale nel corpo della femmina. Il gonopodio non è erettile ma rigido e mobile.
[modifica] Scaglie e pelle
Come tutti i vertebrati, i pesci presentano una pelle composta da due strati: l'epidermide (la parte esterna) e il derma (riccamente vascolarizzato e localizzato nella parte interna della pelle). Tuttavia la maggioranza dei pesci ossei (Osteitti) sono ricoperti da scaglie, posizionate sopra l'epidermide, di materiale osseo (simile alla dentina) incastrate una con l'altra come tegole di un tetto, che crescono come crescono agli animali unghie e peli.
La loro funzione è quella di coprire il corpo del pesce rendendolo liscio e idrodinamico; in questo sono aiutate da un muco che il derma secerne e lascia fluire all'epidermide e quindi alle scaglie: una sorta di "pelle invisibile" vischiosa che aiuta il pesce a scivolare nell'acqua.
Le scaglie si dividono in:
- ctenoidi - hanno bordi muniti di minuscoli dentini;
- cicloidi - sono circolari, con bordi arrotondati e sovrapposte in modo da mostrare solo il 20% della loro intera superficie. Presentano inoltre anelli di accrescimento come i tronchi degli alberi;
- ganoidi - la scaglia è quasi interamente esposta alla superficie dell'acqua poiché di forma romboidale; sono inoltre molto lucenti perché ricoperte di ganoina, una sostanza che rende simili a vetro le scaglie;
- placoidi - presenti solo sui Selacei (squali, razze...).
- cosmoidi - particolare tipo di scaglia tipico dei Crossopterigi, soprattutto dei Celacantidi, ma presenti anche nei Dipnoi;
Ma non tutti i pesci hanno le scaglie: alcune specie, soprattutto quelle che vivono sui fondali, presentano piuttosto delle piastre (ossee o estremamente cheratinizzate) tanto da venire chiamati anche "pesci corazzati" se non pelle nuda ispessita. Addirittura l'intero corpo può essere ricoperto di vere e proprie placche ossee come in certi "pesci scatola" o di scaglie evolute in spine, come nei pesci palla o istrici.
[modifica] Vescica natatoria
La vescica natatoria nasce nel corso dell'evoluzione per permettere a determinati organismi, quali vertebrati teleostei, movimenti lungo una colonna d'acqua. È un organo tipicamente appartenente all'anatomia dei pesci, formatosi tramite l'ingestione di una bolla d'aria e l'introflessione di una parte del tratto gastro-esofageo, che rende il movimento degli stessi facilitato nell'elemento liquido.
Esistono due tipi diversi di vesciche natatorie: se la stessa risulta connessa al tratto gastro-esofageo il pesce sarà di tipo fisostoma se invece non risulta connessa sarà fisoclisti. Essa è una piccola sacca allungata piena di gas che permette al pesce di mantenere il suo peso pari alla spinta dell'acqua circostante, in quanto l'acqua presenta una densità inferiore. (vedi principio di Archimede). Molte specie possono intervenire sulla vescica natatoria, riempendola o sgonfiandola in base ai bisogni. Per rendere più efficente questo organo i pesci posseggono una ghiandola del gas, alla quale è associata la rete mirabile, che serve a riempire la vescica di gas contro gradiente, e una valvola denominata ovale, che serve a sgonfiare la stessa. Il problema relativo al riempimento della vescica natatoria è appunto riuscire a far penetrare del gas all'inerno di essa contro gradiente; ogni qualvolta il pesce decida di scendere di 10 m, la pressione aumenta di 1 atm e conseguentemente agisce sulla pressione interna dell vescica rendendo ancora più difficoltoso il trasferimento del gas. Per risolvere questa situazione, l'evoluzione ha ben pensato di dotare questi pesci di una rete mirabile con scambio in controcorrente. La ghiandola del gas presenta un'intensa attività metabolica del glucosio, in ambiente anaerobico, producendo acido lattico e CO2 tramite lo shunt dei pentosi fosfato. L'immissione di questo acido nel sangue, comporta una trasformazione dello ione bicarbonato in CO2 e il conseguente aumento della pressione parziale della stessa molecola; questo aumento provoca l'effetto Bohr e l'effetto Root con conseguente aumento della pressione parziale di O2. I vasi arteriosi e venosi scambieranno la Co2 in controcorrente e l'ulteriore aumento della pressione di O2 nel sangue, causerà il trasporto della stessa molecola all'interno della vescica natatoria.
Alcune specie riescono a produrre suoni facendo vibrare la vescica, mentre tutti i pesci la utilizzano come timpano uditivo: il gas al suo interno vibra se attraversato da suoni, trasferendo i suoni all'orecchio interno o semplicemente trasmettendoli in una serie di leve ossee della spina dorsale connessa al cervello.
[modifica] Sensi e linea laterale
Nel paragrafo precendente si è accennato all'udito, che viene percepito mediante la vescica natatoria, la quale trasferisce le vibrazioni all'apparato di Weber, connesso con il cervello. Il gusto viene normalmente percepito ed elaborato nella bocca e nel cavo faringeo e serve principalmente a distinguere i cibi ed evitare sostanza dannose. Molto spesso i pesci immettono nella bocca qualsiasi cosa capiti davanti a loro: trattengono questa sostanza giusto il tempo per capire se è digeribile e, in caso contrario, la sputano. La stessa cosa succede negli squali, i quali prima addentano per assaggiare e in base al sapore decidono se quel che hanno morsicato è una preda oppure no (a ciò si devono fortunatamente i numerosi sopravvissuti agli attacchi degli squali: non siamo di loro gradimento!). In molte specie gli organi gustativi sono posizionati anche all'esterno della testa e nei barbigli sulle labbra. Gli osfronemidi addirittura presentano recettori del gusto sulle pinne ventrali, trasformate in sottili appendici mobili che il pesce usa tastando quel che ha intorno.
I pesci presentano inoltre le narici, che non hanno funzione respiratoria (tranne che nei pesci con apparato boccale a ventosa) ma prettamente olfattiva: esse sono delle rientranze tubolari ricoperte di rosette olfattive che percepiscono le particelle odorose (sangue, putrefazione, muco di altri pesci, piante). L'acqua è convogliata all'interno e poi estromessa.
La vista è un senso che i pesci hanno sviluppato in maniera differente, in base al loro stile di vita. La maggior parte di essi presenta gli occhi ciascun su un lato: ciò consente loro un campo visivo di quasi 360° e una visione monoculare (ognuno dei due occhi mette a fuoco indipendentemente dall'altro) e grandangolare, non ad alta definizione ma permette di controllarfe l'eventuale avvicinarsi di un pericolo.
I predatori e i pesci sdraiati su un fianco presentano invece occhi ravvicinati e visione binoculare, con un campo visivo ad alta definizione davanti alla loro testa, adatto ad avvicinarsi alle prede.
Tuttavia moltissime specie di pesci abitano in grotte o negli abissi amrini, dove filtra pochissima luce oppure regnano le tenebre eterne. Alcuni pesci (ad esempio, gli Opisthoproctus) hanno sviluppato occhi telescopici e fortemente ingrandenti, adattia sfruttare la flebile luce che proviene dall'alto. Altre specie (Astyanax) hanno addirittura atrofizzato i loro occhi fino a farli sparire, poiché nel loro habitat sono inutili.
[modifica] Biologia
[modifica] I pesci bevono?
Il corpo degli esseri viventi è composto da una certa percentuale d'acqua, così quello dei pesci, che vivono immersi in un fluido (l'acqua) in cui sono disciolti alcuni mg di sali minerali per litro. Secondo il fenomeno conosciuto come osmosi, quando due soluzioni con diversa concentrazione sono separate da una membrana semi-permeabile la soluzione meno concentrata si sposta verso l'altra, cercando di equilibrare la concentrazione da entrambe le parti. Così avviene anche nel corpo dei pesci, poiché la pelle altro non è che una membrana semi-permeabile. Vivendo in tipi di acque diverse però, i pesci d'acqua dolce e quelli d'acqua salata disporranno dell'acqua in modo diverso.
I pesci d'acqua salata vivono immersi in una soluzione a maggior concentrazione dell'acqua presente nel loro corpo. A causa di ciò sono soggetti a continua perdita di liquidi dalla pelle. Per rimpiazzare i fluidi persi devono bere molto: i reni filtreranno l'acqua salata e produrranno pochissima urina, molto concentrata, che permetterà l'espulsione del sale.
I pesci d'acqua dolce viceversa vivono immersi in una soluzione meno concentrata dei fluidi corporei: non necessitano di bere poiché essa tende a penetrare nella pelle diluendo i liquidi e costringendo i pesci a espellere grandi quantità di urina.
[modifica] Respirazione
[modifica] Sonno
Anche i pesci dormono, ma il loro sonno può essere di due tipi diversi. Si ha il riposo vigile, che corrisponde a una specie di veglia dove il cervello viene fatto riposare ma i sensi sono attivi, e il sonno vero e proprio, inteso come sospensione delle attività.
Essendo privi di palpebre, non è possibile capire a prima vista lo stato di un pesce soprattutto se, come succede ad alcuni squali o altre specie pelagiche, questi continuano a nuotare per permettere il passaggio di acqua nelle branchie e quindi la respirazione.
In altre specie tuttavia il sonno è ben riconoscibile, come per alcune specie di pesci di barriera corallina, che di notte si avvolgono in uno spesso strato di muco (con funzione di neutralizzare odori e sapori rendendoli invisibili ai predatori) da cui usciranno la mattina successiva; o come alcuni Cobitidi, che dormono appoggiati su di un fianco.
Non bisogna poi associare il buio e la notte con il sonno, poiché esistono tantissime specie notturne, soprattutto predatori, che risposano di giorno e di notte si aggirano tra i fondali o gli scogli per nutrirsi di pesci addormentati.
[modifica] Acque dolci, salate o salmastre
I pesci abitano tutte le acque presenti sul nostro pianeta; acque che vengono divise solitamente in dolci, salate e salmastre. La differenza sta nelle quantità di sali disciolte per litro.
Nel corso del tempo i pesci si sono adattati ai vari ambienti, rispondendo alle regole biologiche e fisico-chimiche della natura (vedi capitolo I pesci bevono?).
Tuttavia esistono pesci che possono cambiare tipo di acqua durante la vita, da dolce a salata e viceversa, per motivi riproduttivi o alimentari, come i Salmoni e le Anguille, e altri che vivendo in acque lagunari possono permettersi di spingersi nel mare o nei fiumi che sfociano in laguna (Monodattili, alcuni pesci palla, ecc...).
[modifica] Etologia
[modifica] Linguaggio visivo - livree e tecniche
[modifica] Comportamento e riproduzione
[modifica] Convivenze particolari
[modifica] Ricca fonte per l'alimentazione umana
Fin dagli albori dell'umanità, il pesce ha rappresentato un'importante fonte di cibo e soprattutto, variabilissima. La presenza di pesce facilmente catturabile è stato inoltre uno dei motivi per cui i primi insediamenti umani sono nati nelle immediate vicinanze di mari o corsi d'acqua.
Nel corso del tempo l'uomo ha imparato a sfruttare al meglio i prodotti ittici e proprio nell'ultimo secolo si sono sviluppate politiche di pesca atte da una parte ad aumentare la quantità del pescato e dall'altra a preservare pesci troppo giovani e rispettare i tempi di riproduzione.
Tuttavia miliardi di esseri umani che dipendono dal mare concorrono in percentuale altissima all'impoverimento e al rischio di estinzione di molte specie. In soli 100 anni l'impoverimento dei mari e dei fiumi è stato altissimo, e solo negli ultimi decenni si è arrivati a capire l'importanza della biodiversità acquatica, istituendo riserve di pesca, incentivando l'acquacoltura (allevamento) e proibendo l'uso delle reti a strascico se non per particolari prodotti ittici.
Ancora oggi è l'Oriente e in particolar modo il Giappone a dover dipendere dalle specie marine nella quasi totalità della dieta alimentare, consumato principalmente crudo (sushi e sashimi).
Visitando il mercato del pesce più grande del mondo, lo Tsukiji a Tokio, ci si rende conto di come l'uomo sfrutta ormai le acque dal di sopra delle loro possibilità. In questo mercato infatti sono presenti più di 10.000 specie commestibili di pesci e molluschi, che giungono ormai da tutte le aree pescose del mondo (il pesce più quotato è il tonno del Mediterraneo, in particolare quello sardo, che arriva in Giappone surgelato), a volte con prodotti il cui reale bisogno alimentare è messo in discussione dal mondo occidentale, come le pinne di squalo, cetacei (mammiferi, ma pur sempre a rischio di estinzione) e il pesce palla, peraltro mortale se non trattato a dovere.
[modifica] Ecologia e pericoli
Come già descritto nel capitolo precedente, la pesca intensiva degli ultimi secoli ad opera dell'uomo è una delle cause che mettono in pericolo la vita nelle acque.
Il pericolo più comune purtroppo è l'inquinamento delle acque. Nel corso dell'ultimo secolo l'industrializzazione, l'aumento della popolazione e di conseguenza l'aumento di scarichi di vario tipo nelle acque ha creato forti disagi tra i pesci che se nel migliore dei casi hanno via via abbandonato il corso o lo specchio d'acqua, nel peggiore sono colti all'improvviso da sostanze velenose o cancerogene. Ciò comporta anche il rischio di avvelenare l'intero ecosistema, uomo compreso e di vedere in alcuni casi morire l'intero corso d'acqua (vedi eutrofizzazione).
Meno comuni ma terribilmente disastrosi sono le perdite di petrolio in mare ad opera di incidente alle petroliere o agli oleodotti, con conseguente fuoriuscita di petrolio, che tende a ricoprire la superficie prima e il fondo poi, soffocando con una pesante e tossica coltre nera pesci, uccelli e piante. In caso di incidenti come questi solo dopo decenni la vita riprende rigogliosa (se riprende), spesso contando alcune assenze tra le specie e creando così disequilibri nelle catene alimentari.
In molti paesi tropicali inoltre ha luogo la pesca indiscriminata per l'acquariofilia, principalmente per le specie che non si riproducono in acquario o l'allevamento è meno conveniente della cattura. Se nelle acque dolci il problema è meno sentito, lungo le barriere coralline esso è visibile, in quanto molti pescatori locali usano spruzzare una soluzione di cianuro per intontire i pesci e catturarli. Oltre a rischiare la vita del pesce spesso vengono uccisi i polipi del corallo nelle immediate vicinanze.
Per quanto riguarda i pericoli naturali dei pesci si possono annoverare molti casi di parassitosi da parte di crostacei, molluschi e vermi. Il detto popolare Sano come un pesce ha ben poco di vero: i pesci sono soggetti a molte malattie, tanto quanto tutte le altre classi animali e vegetali, tuttavia in natura è difficile vedere pesci gravemente ammalati, in quanto la selezione naturale fa sì che questi spesso vengano eliminati dai predatori.
[modifica] I pesci nella cultura, nell'arte e nella religione
Presente nella dieta umana dalla Preistoria, il pesce è rappresentato in tutte le civiltà del bacino mediterraneo assieme agli altri alimenti offerti dalla natura. E nelle prime religioni matriarcali, il pesce è simbolo della Dea Madre, rappresentazione grafica del ventre femminile (simbologia che i Celti manterranno per secoli). Appaiono, secoli dopo, anche negli affreschi tombali egizi come nei mosaici romani di età imperiale, alimento ma anche simbolo di fertilità e di sessualità (il delfino, considerato un pesce, era il simbolo di Afrodite e della sua corrispettiva babilonese, Freya). Come non ricordare poi le mitiche sirene omeriche e gli dei-pesci fenici? O ancora la presenza nei miti indiani di Maya, il pesce parlante?
L'avvento del Cristianesimo concorre ad attribuire al pesce un significato mistico: Gesù cerca i suoi discepoli tra i pescatori e dice loro "Vi farò pescatori di uomini" e compie il miracolo dei pani e dei pesci.
Durante le persecuzioni, i primi cristiani idearono un acronimo con la semplificazione della parola greca ichthys (pesce): Iesus Christos Theou Yios Soter, ICTYS appunto, cioè Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore e usarono questa sigla o solo l'immagine del pesce per indicare i primi luoghi di culto o addirittura i cristiani stessi.
Durante i secoli successivi il pesce venne raffigurato assieme ai discepoli, ma l'arte fiamminga inserisce i pesci e gli altri prodotti del mare nelle splendide e dettagliate nature morte che contraddistingue i pittori nordici dal XV secolo. Nell'arte moderna e contemporanea il pesce sarà soggetto sporadico.
L'arte orientale (cinese e giapponese soprattutto) così sensibile alle bellezze della natura, negli ultimi quattro secoli ha prodotto tavole e oggetti di scultura di raffinata fattura, in parallelo all'"arte" della selezione di varietà di pesci rossi e carpe koi dalle livree incantevoli, oggetto di vanità tra i nobili del tempo.
[modifica] Classificazione
Per approfondire, vedi la voce Classificazione tassonomica dei pesci. |
Tradizionalmente col termine pesci si identificano tutti i Vertebrati acquatici non Tetrapodi, inclusi nella superclasse degli Agnati (pesci privi di mascelle) e in alcune classi viventi di Gnatostomi: Condroitti (pesci cartilaginei), Attinopterigi e Sarcopterigi. In predecenza questi ultimi due gruppi costituivano l'unica classe degli Osteitti (pesci ossei).
[modifica] Voci correlate
- Lista delle famiglie di pesci
- Pesci d'acquario d'acqua dolce
- Pesci d'acquario d'acqua marina
- Classificazione tassonomica dei pesci
[modifica] Bibliografia
I links al sito bol.it hanno solo scopo illustrativo e di approfondimento relativo al libro indicato.
- I Pesci. Storia naturale, comportamento, vita segreta Steve Parker, DeAgostini, 2003
- Guida all'identificazione dei pesci marini e del Mediterraneo Patrick Louisy, Ed. Il Castello, 2006
- Atlante dei pesci dei mari italiani Francesco Costa, Mursia, 2006
- Riconoscere i pesci d'acqua dolce d'Italia e d'Europa Stuart Carter, Malcolm Greenhalgh, Muzzio, 2003
- Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei pesci d'acqua dolce indigeni in Italia Sergio Zerunian, Il Sole 24 Ore Edagricole, 2002