Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Parco regionale Molentargius - Saline - Wikipedia

Parco regionale Molentargius - Saline

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Progetto aree protette Parco regionale Molentargius - Saline

Tipo di area: Zona umida
Codifica EUAP: non attribuita
Regioni: Sardegna
Province: CA
Comuni: Cagliari, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Selargius
Class.internaz.: ZPS, ZU
Provvedimenti istitutivi: L.R. n.5 26/02/1999
Superficie a terra: 1.622,00 ha
Gestore: Consorzio Parco naturale regionale Molentargius - Saline
Presidente: Luigi Ruggeri

Il Parco regionale Molentargius - Saline è un parco regionale della Sardegna istituito con la Legge Regionale n. 5 del 26 febbraio 1999.

È una delle più importanti aree umide della Sardegna. Lo stagno di Molentargius è riconosciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela: è classificato Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva n. 409 del 1979 ("Uccelli selvatici") dell'Unione Europea e Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar.

Indice

[modifica] Ubicazione

Il sistema degli stagni di Molentargius e Quartu è compreso all'interno dell'area metropolitana dell'hinterland di Cagliari, immediatamente adiacente agli insediamenti urbani. E' delimitato a nord dalla città di Quartu Sant'Elena e dagli insediamenti commerciali e industriali che formano la cintura di collegamento fra Cagliari e l'hinterland, a ovest e a sud da alcuni quartieri di Cagliari (San Benedetto, Genneruxi, La Palma, Quartiere del Sole, Poetto), a sud-est dalla striscia costiera del Poetto, a est dal Margine Rosso, frazione di Quartu Sant'Elena.

Si raggiunge facilmente da tutte le direzioni attraverso la rete di strade a scorrimento veloce che innerva l'area metropolitana. Le migliori viste panoramiche si hanno dal Viale Europa sul colle di Monte Urpinu, dal lungomare del Poetto e dal Viale Colombo di Quartu. La zona più interna, costituita dalla striscia di Is Arenas, è accessibile da Quartu e dal quartiere cagliaritano di La Palma.

[modifica] Idrografia e geologia

L'origine del sistema degli stagni costieri di Molentargius e di Quartu risale al Pleistocene, i cui ripetuti cicli di ingressione e regressione marina hanno portato al deposito di due strisce sabbiose alluvionali. Quella più interna, Is Arenas (la cui denominazione in sardo campidanese significa le sabbie), separa il Bellarosa minore dal Bellarosa maggiore. Quella più esterna, il Poetto, separa il Bellarosa maggiore e lo stagno di Quartu dal Golfo degli Angeli.

Dal punto di vista idrologico il sistema di stagni è alquanto complesso e si distingue in due formazioni.

Il Bellarosa minore è lo stagno più interno, composto di acqua dolce. E' alimentato da alcuni torrenti che attualmente hanno la connotazione di canali di scolo a regime permanente in quanto raccolgono i reflui civili dei centri abitati dell'hinterland cagliaritano:

  • Rio Saliu: attraversa il comune di Monserrato. Nel suo tratto finale passa fra i centri abitati di Monserrato e Pirri (frazione di Cagliari) confluendo sul lato nordoccidentale del Bellarosa minore presso il Viale Marconi di Cagliari.
  • Rio di Selargius: attraversa il territorio del comune di Selargius. Nel suo tratto finale passa a ovest del centro abitato di Selargius confluendo sul lato settentrionale dello stagno, presso un noto centro commerciale.
  • Rio Cungiaus: scorre lungo il confine fra i comuni di Quartucciu e Quartu Sant'Elena. Nel suo tratto finale attraversa la periferia occidentale di Quartu confluendo sul lato nordorientale del Bellarosa minore.

Il Bellarosa maggiore, più conosciuto con la denominazione Le Saline, comprende il settore meridionale e occidentale degli stagni. E' composto dal sistema delle vasche di seconda evaporazione e delle vasche salanti della salina di Stato, ora dismessa.

Lo Stagno di Quartu, che comprendeva le vasche di prima evaporazione, ha una naturale contiguità con il Bellarosa maggiore ed è diviso in due corpi dal viale Colombo, un istmo artificiale che collega il centro abitato di Quartu con la spiaggia del Poetto.

L'insieme del Bellarosa maggiore e dello stagno di Quartu costituisce una formazione d'acqua salata alimentata da un'idrovora nel Poetto, che preleva l'acqua marina dal Golfo degli Angeli.

Il bacino idrografico è regimentato dal canale artificiale di Terramaini, noto ai cagliaritani con la denominazione di Mammarranca. Il Terramaini scorre lungo la sponda occidentale del Bellarosa minore raccoglie le acque di deflusso di un canale di regimazione delle saline poi prosegue verso ovest separando la zona meridionale della città di Cagliari (quartieri di Monte Mixi e Amsicora) dai quartieri di La Palma, San Bartolomeo e Sant'Elia. Il canale sfocia in prossimità dello stadio di Sant'Elia nel settore meridionale del porto di Cagliari.

Un particolare aspetto da tenere in considerazione è il ruolo determinante dell'intervento antropico sull'idrografia e la geomorfologia del sistema di stagni costieri di Molentargius e della fascia sabbiosa del Poetto:

  1. Il Bellarosa minore era originariamente uno stagno d'acqua dolce alimentato da torrenti a regime stagionale. Essendo il bacino di raccolta delle acque reflue degli insediamenti urbani di Cagliari, Monserrato, Selargius, Quartucciu e Quartu, con una popolazione residente complessiva di circa 300.000 abitanti, il regime degli immissari è permanente e le acque affluenti sono ricche di materiale organico e di elementi nutritivi. Questa situazione è causa di una tendenziale eutrofizzazione con lo sviluppo considerevole di una vegetazione secondaria che invade progressivamente l'alveo dello stagno provocandone nel tempo l'interrimento. Il fenomeno è evidente sulla zona settentrionale dello stagno, invasa dai canneti.
  2. La fascia sabbiosa di Is Arenas da lunga data è stata interessata da insediamenti agricoli che hanno modificato la composizione floristica, per quanto restino relitti della vegetazione arbustiva ed erbacea originaria, in parte inquinata dalla naturalizzazione di specie spontanee invadenti di provenienza esterna.
  3. Il complesso degli stagni del Bellarosa maggiore e di Quartu, originariamente chiuso dalla striscia sabbiosa del Poetto, sarebbe stato per natura destinato ad un progressivo asciugamento con la formazione di un suolo alluvionale sabbioso. Il sistema di alimentazione artificiale con acque marine e di circolazione delle acque, costituito dall'idrovora del Poetto, dal complesso delle vasche e dai canali scolmatori affluenti nel Terramaini lo hanno trasformato in uno stagno salato permanente.
  4. La fascia sabbiosa del Poetto ha subito nel corso di un secolo drastiche trasformazioni a causa degli insediamenti urbani che costituiscono il quartiere omonico, della consistente frequentazione nella stagione balneare, della utilizzazione come cava di sabbia. La particolare finezza della sabbia, la sistematica eliminazione della vegetazione psammofila (che ha un effetto di stabilizzazione), unitamente ad altri fattori di natura antropica, hanno determinato una progressiva erosione dell'arenile per molti decenni, al punto che di recente si è reso necessario un drastico intervento di ricostituzione dell'arenile con l'apporto artificiale di sabbia dragata dai fondali al largo.

[modifica] Flora

La flora dello stagno di Molentargius ha subito, per i motivi sopra esposti, una drastica trasformazione. Gli elementi floristici più importanti sono di quattro tipi:

  1. Una vegetazione igrofita d'acqua dolce in progressiva espansione nel Bellarosa minore, di cui i componenti più evidenti sono i canneti con associazioni floristiche a Phragmites, Typha e Scirpus.
  2. Una vegetazione alofita o xerofita composta da piante annuali o perenni nelle zone soggette a periodiche inondazioni con acque salmastre o a prosciugamenti e lungo i canali perimetrali, di cui sono tipici rappresentanti Juncus, Suaeda, Arthrocnemum, Salicornia, Halimione, ecc.
  3. Una complessa vegetazione tendenzialmente xerofita o aloxerofita composta da specie arbustive o erbacee nelle aree a scarsa vocazione agronomica nella fascia di Is Arenas. Si tratta per lo più di aree con la fisionomia di vere e proprie nicchie che secondo le condizioni ospitano una vegetazione alofita (Arthrocnemum, Suaeda, Atriplex, Salsola, ecc.) o igrofita d'acqua salmastra o dolce (Tamarix, Typha, Arundo, Phragmites).
  4. Una vegetazione idrofita rappresentanta da alghe e piante acquatiche di specie differenti secondo la salinità delle acque. In particolare vanno citate le praterie sommerse Ruppia maritima nelle vasche delle Saline: i semi di questa specie hanno un ruolo non trascurabile nell'integrazione della dieta dei Fenicotteri e di altri uccelli.

[modifica] Fauna

L'avifauna rappresenta l'elemento naturalistico di maggior rilievo per lo stagno di Molentargius. Nonostante la stretta vicinanza dell'area urbana e la potenziale minaccia della pressione antropica, gran parte delle specie avicole nidificanti ha trovato nella vegetazione secondaria che si sviluppa soprattutto nel Bellarosa minore le condizioni ideali per la nidificazione.

Le specie avicole di maggior interesse in quanto protette ai sensi della Direttiva n. 409 del 1979 ("Uccelli selvatici") dell'Unione Europea (Allegato I) sono le seguenti:

Oltre all'avifauna, fra i Vertebrati presenti nello stagno vanno citati anche gli Anfibi e i Rettili. Le specie di maggior interesse sono le seguenti:

  • Anfibi: Rospo smeraldino (Bufo viridis), Raganella sarda (Hyla sarda)
  • Testuggini: Testuggine d'acqua (Emys orbicularis), Testuggine comune (Testudo hermanni hermanni), Testuggine marginata (Testudo marginata)
  • Lucertole: Lucertola campestre (Podarcis sicula cettii)
  • Scincidi: Gongilo ocellato (Chalcides ocellatus tiligugu)
  • Serpenti: Biacco (Coluber viridiflavus), Colubro ferro di cavallo (Coluber hippocrepis)

[modifica] Il fenicottero rosa

Un cenno particolare va fatto per il Fenicottero rosa (Phoenicopterus ruber), adottato come simbolo delle zone umide del Cagliaritano.

Questa specie migrante nidifica prevalentemente nella Camargue francese e storicamente alcuni stagni costieri della Sardegna sono sempre stati importanti aree di sosta o siti di svernamento nel flusso migratorio fra il sud della Francia e il Nord Africa. A partire dagli anni 90 (1993), il fenicottero ha iniziato a nificare anche nello Stagno di Cagliari e soprattutto in quello di Molentargius. Il sito preferito dai fenicotteri è il Bellarosa maggiore, nelle cui acque saline trova i componenti fondamentali della sua dieta (il plancton, con particolare riferimento al crostaceo Artemia salina, e i semi di ruppia). Questa specie pertanto è facilmente osservabile dal Poetto.

Un aspetto negativo è la vulnerabilità di questa specie, documentata da un fatto di cronaca di particolare gravità. Nel 2001 la nidificazione del fenicottero nello stagno di Molentargius fu compromessa dalla devastazione ad opera di un branco di cani randagi. Passando fra i canneti di Is Arenas, i cani raggiunsero a nuoto l'isolotto del sito di nidificazione provocando la fuga in massa della colonia nel vicino Stagno di Cagliari e l'abbandono di circa 2000 uova. Il fatto fu scoperto da una scolaresca durante un'escursione e sollevò proteste da parte dei naturalisti per la scarsa vigilanza di cui gode il parco, dal momento che non si trattò di un fatto isolato. La preoccupazione è che il ripetersi dei disturbi a carico della colonia potrebbe interrompere da un anno all'altro la nidificazione del fenicottero negli stagni di Cagliari, fenomeno eccezionale che si ripete da oltre 10 anni.

[modifica] Cenni storici

La storia dello Stagno di Molentargius s'identifica con quella dell'attività d'estrazione del sale marino. L'attività sembra che risalga a circa 3000 anni fa, all'epoca degli stanziamenti Fenici. In epoche più recenti l'estrazione del sale fu oggetto di monopolio governativo dapprima con la dominazione spagnola, poi con la dominazione sabauda. Con la nascita dello Stato Italiano il Bellarosa minore divenne Salina di Stato e il complesso dei manufatti è a tutt'oggi di proprietà del Ministero delle Finanze.

L'attività d'estrazione impiegava in passato maestranze reclutate fra la popolazione, ma a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento lo Stato impiegava i condannati ai lavori forzati. Negli anni 30 la tecnologia modificò drasticamente la tecnica di estrazione con l'allestimento del sistema formato dalle vasche evaporanti, dalle vasche salanti, gli impianti di sollevamento e di canalizzazione delle acque.

Nel 1984 l'attività delle Saline di Stato cessò per ragioni igienico-sanitarie a causa della tracimazione di acque inquinate dal Bellarosa minore nel Bellarosa maggiore. Delle Saline restano gli impianti di terra e delle vasche come testimonianza di un'antica attività ed è tutt'ora attivo il sistema di circolazione e regimazione delle acque per mantenere integro un particolare ecosistema creato in parte dall'uomo.

La storia più recente fa riferimento all'identità come area d'interesse storico e naturalistico. Ai provvedimenti istituzionali che attribuiscono allo stagno lo status di area protetta non hanno fatto seguito i provvedimenti attuativi in quanto l'ente parco non è ancora operativo. Attualmente la tutela si affida a naturalisti, volontari e ad un'associazione, l'Associazione per il Parco Molentargius Saline e Poetto, la cui opera è tesa alla valorizzazione e ad una tutela più restrittiva dell'area, particolarmente minacciata dal punto di vista logistico.

Diversi sono i fattori di rischio che possono compromettere il delicato equilibrio di questo ecosistema:

  • Le infrastrutture: in particolare vanno citati gli elettrodotti che attraversano lo stagno disturbano il volo degli uccelli e causando ogni anno un numero elevato di morti e ferimenti.
  • Il birdwatching: se non regolamentata, un'eventuale intensificazione di questa attività disturberebbe le colonie arrivando anche a compromettere la nidificazione di alcune specie.
  • Gli incendi: già in passato si sono verificate azioni di piromani che hanno distrutto parte dei canneti, uno dei siti più importanti per la nidificazione dell'avifauna stanziale.
  • Randagismo: periodicamente sono segnalate devastazioni ad opera di cani randagi attirati dai nidi.

[modifica] Curiosità

Il nome Molentargius deriva dal sardo molenti, parola che indica l'asinello sardo. Questi animali venivano usati in passato per trainare lungo le sponde del Terramaini le chiatte usate per il trasporto del sale.

Lo stagno di Molentargius e, in particolare, il Bellarosa minore hanno sempre goduto di una scarsa popolarità fra gli abitanti di Cagliari e del suo hinterland, in quanto area malsana. Se in passato era un focolaio d'infezione della malaria nelle epoche più recenti si è sempre identificato il Molentargius con la principale causa delle invasioni estive di zanzare. Alla cattiva fama di zona malsana di cui gode lo stagno concorre anche il fatto che il Bellarosa minore è il bacino di affluenza dei reflui civili dell'area metropolitana e che il depuratore fognario del comune di Cagliari sia situato proprio nella striscia di Is Arenas.

Il Terramaini, essendo il canale scolmatore che raccoglie le acque del Bellarosa minore, è sempre stato oggetto, da parte dei cagliaritani, di dicerie e aneddoti dispregiativi che fanno riferimento alle acque luride e ai ratti. Di conseguenza è motivo di scherno l'associazione di fatti o persone al canale di Mammarranca, appellativo più familiare per la popolazione del Cagliaritano.

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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