Nicola Vaccaj
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Nicola Vaccaj (Tolentino, 15 marzo 1790 - Pesaro, 5 agosto 1848) fu un musicista, insegnante e compositore marchigiano.
Nato a Tolentino, un paese nel territorio dell'attuale provincia di Macerata, Nicola Vaccaj fu l'ultimo rappresentante della Scuola musicale napoletana; casualmente era marchigiano, così come lo fu il primo rappresentante di questa scuola, Giovan Battista Pergolesi nativo di Jesi (Ancona).
Iniziò i suoi studi presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma, ma si spostò presto a Napoli per seguire le lezioni del maestro Giovanni Paisiello e fu proprio a Napoli che , nel 1815, mise in scena il suo primo melodramma intitolato I solitari di Scozia che ebbe un discreto successo di pubblico.
Si trasferì in seguito a Venezia che al tempo era ancora la più importante piazza teatrale d'Italia, dove scrisse altre opere ma soprattutto si dedicò all'insegnamento del bel canto che fu una delle sue passioni, tanto che nel 1834 pubblicò il suo Metodo pratico di canto italiano per camera che rimase per anni uno strumento didattico indispensabile per i cantanti d'opera.
Viaggiò ancora fino a Trieste, successivamente le autorità austriache lo chiamarono a dirigere il Conservatorio di Milano.
Dal 1824 furono rappresentate in vari teatri italiani le sue opere: Pietro il Grande, La pastorella feudataria, Zadig e Astartea, Bianca di Messina e il suo capolavoro Giulietta e Romeo.
Con la comparsa dei nuovi compositori quali Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini e Gioachino Rossini l'astro del melodramma napoletano, che era durato più di un secolo, tramontò per lasciare posto ad un nuovo tipo di melodramma che anticipava l'incursione del periodo del Romanticismo musicale in Italia, con il tramonto dell'opera napoletanana tramontò anche l'astro di Vaccaj considerato ormai un residuo di un periodo ormai decaduto.