Marco Lucchinelli
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Marco Lucchinelli (Ceparana (SP), 26 giugno 1954) è stato un motociclista italiano.
Quasi completamente digiuno di corse, nel 1975 provò per caso sul circuito del Mugello una Laverda 1000 a tre cilindri categoria Endurance: cadde quasi subito rompendosi il naso, ma gli splendidi tempi ottenuti convinsero la Yamaha ad iscriverlo sia al campionato nazionale che nel motomondiale classe 350.
Nello stesso anno partecipò ad altre prestigiose gare, tra cui la 24 Ore del Montjuich (disputata a Spa-Francorchamps) e di Le Mans e la 1000 km del Mugello, dimostrando un grande talento nel guidare sulla pista bagnata, caratteristica che non perderà mai. Nel 1976 passò alla Suzuki nella 500, classificandosi quarto in classifica generale dopo due secondi, un terzo ed un quarto posto.
Soprannominato "cavallo pazzo", il suo stile spericolato attirava nei circuiti una grande quantità di pubblico, anche se le cadute, soventi e spesso dolorose, gli impedivano di portare a termine molte gare. Molto abile nell'adattarsi a moto e circuiti nuovi (per questo, nonostante il suo basso numero di vittorie, viene incluso tra i grandi del motociclismo), per molto tempo rifiutò di guidare una moto ufficiale e nel 1978 divise la stagione tra Cagiva e Yamaha, con la quale fece un'apparizione anche nella 350.
Ritornato alla Suzuki nel 1979, in quella stagione non ottenne risultati di rilievo e al termine del campionato raggranellò solo 21 punti in classifica. L'anno seguente colse il suo primo successo mondiale (nel Gran Premio di Germania) e chiuse la stagione al terzo posto con 59 punti dietro Kenny Roberts e Randy Mamola. Nel 1981 vinse finalmente il mondiale dominando la scena grazie a cinque vittorie (Francia, Olanda, Belgio, San Marino e Finlandia) e 105 punti complessivi.
Dal carattere gioviale ed amichevole, Lucchinelli fu il primo motociclista a cantare al Festival di Sanremo e il primo a sperimentare gli slider battezzati "istrice" con gli aculei di gomma sulle ginocchia della tuta. Nel 1982 passò alla Honda, che all'epoca era tecnicamente inferiore alla Suzuki, e il 2 maggio dello stesso anno, mentre stava lottando per la prima posizione con Franco Uncini, cadde a 220 Km/h rischiando di uccidere alcuni spettatori: uscì quasi illeso dall'incidente, ma la paura suscitata gli frenò la carriera.
Come disse qualche giornalista dell'epoca, da quel momento Marco "non fu più un pilota speciale" e dovette accontentarsi sia con la Honda che con la Cagiva (scuderia in cui era tornato nel 1984 con la quale chiuse la sua avventura nel motomondiale nel 1986) di finire in zona punti senza più riuscire a lottare seriamente per la vittoria. Tuttavia non si ritirò e nel 1988 corse il campionato Superbike in sella a una Ducati, con la quale ottenne due vittorie e di cui divenne qualche tempo dopo team manager.
Negli ultimi tempi è tornato a frequentare il mondo del motociclismo in qualità di commentatore televisivo dei Gran Premi per Eurosport, importante emittente televisiva satellitare.
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