Leandro Arpinati
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Leandro Arpinati (Civitella di Romagna, FC, 29 febbraio 1892 - Argelato, BO, 22 aprile 1945) fu un politico e un dirigente sportivo.
Ai tempi della Prima Guerra Mondiale fu, come il conterraneo Benito Mussolini, di cui era inizialmente amico, un socialista e un fervente interventista; in quegli anni si stabilì a Bologna, dove lavorò come ferroviere. Nei primi anni '20 fondò il secondo Fascio di combattimento nella città felsinea; nel 1921 divenne deputato e, dopo la Marcia su Roma, vice segretario generale del Partito Nazionale Fascista. Nel 1926 divenne podestà di Bologna, carica che lasciò nel 1929 per la poltrona di Sottosegretario agli Interni.
Ricoprì molti incarichi anche in ambito sportivo: a cavallo tra gli anni '20 e '30 fu presidente del CONI e della FIGC, diede il via all'importante riforma del campionato di calcio e ottenne l'organizzazione dei Mondiali del 1934.
Nei primi anni '30 s'incrinarono però i suoi rapporti con il segretario del Pnf Achille Starace, che lo accusò di aver organizzato lui stesso l'attentato verificatosi ai danni di Mussolini il giorno dell'inaugurazione dello Stadio di Bologna (31 ottobre 1926), visto che il giovane attentatore, Anteo Zamboni, era figlio di un amico di Arpinati. Fu dunque etichettato come nemico del regime e fu confinato, prima a Lipari dal 1934 al 1937 e poi nel borgo di Malacappa, presso Bologna, agli arresti domiciliari. Proprio a Malacappa morì il 22 aprile del 1945, ucciso da un gruppo di partigiani anti-fascisti il giorno dopo la Liberazione di Bologna e dopo aver rifiutato l'invito di Mussolini ad aderire alla Repubblica di Salò.
Predecessore: Icilio Bacci |
Presidente del C.O.N.I. 1931 - 1933 |
Successore: Achille Starace |
Predecessore: Luigi Bozino |
Presidente della Federcalcio italiana 1926 - 1933 |
Successore: Giorgio Vaccaro |