Indipendentismo Padano
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L'Indipendenza della Padania venne annunciata a Venezia il 15 settembre 1996 da Umberto Bossi.
Nel corso di un grande raduno dei sostenitori del suo partito, il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, al culmine della politica secessionista del partito, proclama di fronte a oltre centomila persone la nascita della "Repubblica Federale Padana" con queste parole:
Secondo Bossi, questa svolta si rende necessaria a causa di quella che definisce la linea centralista e dannosa tenuta dalla politica italiana dalla Democrazia Cristiana fino al Polo delle Libertà. Questa politica, sempre secondo Bossi, avrebbe causato il continuo flusso di denaro dal nord d'Italia al sud d'Italia, con la conseguente caratterizzazione parassitaria assunta dal sud del paese a discapito del nord.
Pochi giorni dopo ci furono gli scontri tra forze dell'ordine e militanti leghisti in Via Bellerio a Milano, sede della Lega Nord, per i quali è tuttora in corso il processo penale a carico di Roberto Maroni, Mario Borghezio ed altri esponenti leghisti.
La svolta indipendentista darà corso alla costituzione di un'assemblea, denominata Parlamento padano, con sede a Bagnolo San Vito (MN) e persino a un Governo della Padania, guidato prima da Giancarlo Pagliarini (1996-97), poi da Vito Gnutti (1997-98), poi ancora da Manuela Dal Lago (1998-99) e infine da Mario Borghezio (dal 1999), con sede a Venezia.
Nell'esecutivo presieduto da Pagliarini, Fabrizio Comencini era ministro degli Esteri, Giovanni Fabris della Giustizia, Alberto Brambilla del Bilancio e Giovanni Robusti (leader dei Cobas del latte) dell'Agricoltura.
Del governo presieduto da Vito Gnutti, c'era pure un ministro dell'imigrazione, nella persona di Farouk Ramadan, il quale poi lascerà la Lega per fondare Libertà Emiliana [1].
L'esecutivo guidato da Manuela Dal Lago probabilmente rappresenta l'apice dell'indipendentismo padano e comprendeva: Giancarlo Pagliarini come vice presidente e ministro dell'Economia, Giovanni Fabris alla Giustizia, Alessandra Guerra agli Esteri, Flavio Rodeghiero alla Cultura e Istruzione, Giovanni Robusti all'Agricoltura, Roberto Castelli ai Trasporti, Francesco Formenti all'Ambiente, Sonia Viale agli Affari Sociali e Famiglia, Alfredo Pollini (presidente della Guardia Nazionale Padana) alla Protezione Civile, Francesco Tirelli (presidente dell'Associazione Sport Padania) allo Sport e Roberto Faustinelli (presidente di Eridiana Records) allo Spettacolo.
La linea secessionista verrà abbandonata con il Congresso di Varese e la nuova alleanza di Bossi con Silvio Berlusconi, anche se il Parlamento, dopo aver cambiato nome in Assemblea Padana, sotto la presidenza di Francesco Speroni, continua a riunirsi.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Storia della Lega Nord dal 1979 al 2005, dove si possono trovare informazioni sul Parlamento e il Governo della Padania
- Documenti e video sull'indipendenza della Padania