Iloti
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Gli Iloti (in greco Εἱλῶται o Εἱλῶτες) erano, nel sistema sociale di Sparta, una parte della popolazione del territorio dominato dalla polis greca vivente in stato di schiavitù.
Secondo commentatori antichi e moderni, sarebbero forse i discendenti di coloro che abitavano la Laconia prima dell'invasione e della conseguente sottomissione da parte dei Dori, verificatasi attorno al X secolo a.C., a cui poi si aggiunsero, nel VIII e VII secolo, gli abitanti della Messenia, dopo la conquista della loro regione ad opera di Sparta. secondo un'ipotesi, l'etimologia del nome viene legata a Helos, prima città soccombente agli ascendenti degli Spartiati. Altri, distinguendo una radice el nel nome, col significato di «prendere», intendono il termine Iloti nel significato de' «i conquistati». Secondo la versione dell'invasione dorica fornita dallo storico Eforo, riferita da Strabone, gli Iloti sarebbero coloro che opposero resistenza ai Dori, rifiutando di essere sottomessi, e che quindi ne pagarano il prezzo; diversamente, agli altri abitanti, che non ostacolarono l'insediamento, fu riservato un trattamento migliore, permettendo una vita in periferia, da cui il nome di Perieci, con la possibilità di svolgere liberamente attività artigianale e commerciale, tuttavia in dipendenza politica da Sparta.
Nella loro condizione di schiavi di proprietà dello Stato, gli Iloti erano destinati quotidianamente ai lavori agricoli, soprattutto, e ai lavori domestici, in una società in cui i cittadini (ovvero la categoria degli Spartiati, unica a detenere pieni diritti), vivevano della rendita delle proprie terre, con unica occupazione le preparazioni e le imprese militari. Potevano entrare anche nelle file dell'esercito spartano, oltre al ruolo di addetti al vettovagliamento, per essere armati alla leggera o anche opliti.
Gli iloti hanno dunque costituito un tipo di schiavitù collettiva che tendeva a un conflitto potenziale perenne e rilevante, viste le differenze numeriche fra le due parti. Le proporzioni non si sanno con certezza, Erodoto (IX, 10, 29) racconta che ad ogni oplita Spartiata v'erano assegnati sette Iloti nella battaglia di Platea, ma si immagina che dovevano essere in numero superiore, sicuramente oltrepassavano di molto l'intera popolazione libera dello Stato.
Ogni anno l'eforo entato in carica dichiarava guerra agli Iloti, un atto rituale che formalizzava lo stato dei rapporti fra le due classi e che rendeva lecito commettere eventuali aggressioni, senza compiere un sacrilegio. Esempio della voglia di rivalsa degli Iloti è quando vi fu il terremoto del 464 a.C., allora fra le prime preoccupazioni degli Spartani scampati alle rovine fu quella di organizzarsi per far fronte a un pericolo che non mancò di presentarsi, gli Iloti però si trovarono i loro nemici pronti in assetto di guerra e capaci di respingere l'attacco.
La loro posizione, con il conservatore modello di vita di Sparta, differentemente da quanto in parte successo in altre polis, non migliorò mai. Tucidide (IV, 80, 3) cita un episodio risalente al 424 a.C. in cui fu proposto agli Iloti inviati in operazioni militari nell'Attica di sottoporsi a un giudizio se ritenevano di aver dato prova di valore, dopo di che avrebbero dato ai meritevoli la libertà, ma l'intenzione reale sarebbe stata di metterli alla prova, considerando coloro tanto orgogliosi da rivendicare il proprio operato anche i più inclini a ritorcersi nei loro confronti. Dopo averne scelti duemila, incoronati fecero il giro dei templi, di lì a poco però non si seppe più nulla di loro.
[modifica] Bibliografia
Ducat, Jean, Les Hilotes, Paris, École française d'Athènes, Bulletin de correspondance hellénique, suppl. XX, 1990 (leggibile in linea)