Il processo (romanzo)
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Il processo | |
Titolo originale: | Der Prozess |
Autore: | Franz Kafka |
Anno (1a pubblicazione) : | 1925 |
Genere: | Romanzo |
Sottogenere: | |
EDIZIONE RECENSITA | |
Anno: | 2002 |
Editore: | Feltrinelli |
Traduzione: | Anita Raja |
Collana: | Universale Economica Feltrinelli |
Pagine: | 238 |
ISBN: | ISBN 8807821095 |
Progetto Letteratura |
Il processo è un romanzo, scritto da Franz Kafka e pubblicato per la prima volta nel 1925. È un storia surreale che narra la vicenda processuale di Josef K. dal suo inspiegabile arresto.
Indice |
[modifica] La trama
Il protagonista è uno stimato uomo d'affari che lavora per un'importante banca di Praga. Quando riceve la prima convocazione per il processo pensa ad un errore e decide di intervenire subito per risolvere lo spiacevole malinteso. Il protagonista cerca di combattere la macchina processuale del suo stato con la logica e con quel pragmatismo che gli deriva dal suo lavoro presso la banca.
Ma il signor K. si trova contro un muro di gomma che rifiuta la logica e pretende di dettare i tempi e la metodologia dello svolgimento del processo. Durante il processo K. non riesce a scoprire il proprio capo di imputazione, ma si trova costretto ad assumere uno stimato avvocato che lo difenda.
L'avvocato pur essendogli stato caldamente raccomandato si comporta come il tribunale, procede con delle azioni e dei passi che K. non è in grado di verificare né comprendere in pieno. L'avvocato lo rassicura sull'impegno profuso per il suo caso e sulla dedizione che riserva alla sua causa, ma K. si trova a vivere nella dimora dell'avvocato delle vicende surreali e dopo un periodo di riflessione decide di licenziare l'avvocato e di ignorare le richieste del tribunale. Questa sua rinuncia alla difesa lo porta alla sua condanna. Infatti Josef K. viene prelevato dagli agenti del tribunale e portato in una cava, dove viene ucciso con una coltellata per ordine del tribunale.
Il signor K. muore in conseguenza di una condanna inflittagli da un tribunale che non ha mai voluto informarlo delle accuse a suo carico e che non gli ha mai consentito di attuare una vera difesa per il suo presunto crimine, qualunque esso sia stato. La sua uccisione viene effettuata da due agenti che svolgono il loro incarico come fosse una faccenda quotidiana e banale e il protagonista prima di morire, pensando alla sua squallida morte, esclama Come un cane!.
[modifica] Primo capitolo
Nel primo capitolo si racconta che Josef K., procuratore di una grande banca (di Praga), la mattina del suo 30° compleanno, riceve la visita di due uomini sconosciuti che gli comunicano di essere in arresto. Anche l’ispettore gli conferma che lui è in arresto e che è iniziato a suo carico un processo senza però fornirgli né l’accusa né la colpa per cui è iniziato il processo stesso. Ecco il famoso incipit del romanzo: <<Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato>>. Ma l’ispettore aggiunge che per il momento lui avrebbe potuto condurre una vita regolare e andare a lavorare in banca come aveva sempre fatto.
[modifica] Secondo capitolo
Nel secondo capitolo Josef K, dopo essere rientrato dalla banca, parla con la signora Grubach,la sua affittuaria, la quale lo rassicura su quanto era successo la mattina e gli dice:<<lei non deve prendersela troppo a cuore. Che cosa non capita nel mondo!>>. Poi parla con la signorina Burstner, sua vicina di stanza.
[modifica] Terzo capitolo
Nel terzo capitolo Josef K. si prepara per partecipare alla prima udienza del processo. J. K. arriva in un quartiere lontano dal centro e abitato da povere famiglie di operai e di commercianti. Le abitazioni sono grandi, gli edifici tutti uguali; cosi che J. K. deve inventare un cognome per girare tutte le stanze del caseggiato. Alla fine arriva al quinto piano dove trova l’aula delle udienze e un giudice istruttore che lo stava aspettando. Josef K. tiene un discorso di fronte ad una sala gremita, difendendo in maniera accorata le ragioni di chi viene accusato ingiustamente anche attaccando la disorganizzazione e la corruzione degli impiegati e dei funzionari.
[modifica] Quarto capitolo
Nel quarto capitolo Josef K. ritorna la domenica seguente nel palazzo del tribunale, ma questa volta non vi è alcuna udienza. Incontra la moglie dell’usciere alla quale dice che a lui non gli importa niente del processo e che una eventuale condanna lo faceva ridere soltanto.
[modifica] Quinto capitolo
Nel quinto capitolo Josef K. sente dei lamenti in un ripostiglio della sua banca. Apre il ripostiglio e scopre che un picchiatore sta per picchiare i due sorveglianti che la mattina del suo arresto lo avevano tenuto sotto sorveglianza. Josef K. tenta di convincere il picchiatore di non bastonare i due sorveglianti, ma non vi riesce. Questo accade anche la sera successiva.
[modifica] Sesto capitolo
Nel sesto capitolo Josef K. è visitato da suo zio, il quale ha saputo dalla figlia del processo di J. K. Dopo una lungo colloquio tra i due, lo zio lo invita a rivolgersi all’avvocato Huld, conosciuto come l’avvocato dei poveri. Nello studio dell’avvocato, Josef K. conosce la sua assistente, una certa Leni, che accudisce l’avvocato quotidianamente e che finisce per mostrare molta simpatia per lui.
[modifica] Settimo capitolo
Nel settimo capitolo Josef K. ritorna nello studio dell’avvocato Huld, il quale gli spiega come funzionano gli uffici del tribunale e come va avanti anche il processo. L’avvocato gli dice che il tribunale tollera soltanto gli avvocati difensori e non rende pubblico il processo.
K. si rammarica quando viene a sapere che lui stesso doveva scrivere una memoria personale da presentare al tribunale ed incomincia a preoccuparsi seriamente per il proprio futuro.
Un giorno va a trovarlo in banca un industriale che gli dice che un suo amico pittore, un certo Titorelli lo poteva aiutare nel suo processo. Josef K. va subito a trovare il pittore, il quale abitava in un solaio di un edificio che apparteneva anche al tribunale. Dopo un lungo colloquio il pittore chiese a Josef K. se fosse innocente. Alla risposta affermativa il pittore gli dice che comunque quando il tribunale trova un’accusa, è difficile che receda dalla sua posizione.
[modifica] Ottavo capitolo
Nell’ottavo capitolo Josef K. va di nuovo dall’avvocato Huld e gli dice che gli revoca il patrocinio del suo processo. Nello studio dell’avvocato incontra Leni e, anche il commerciante Block, il quale gli parla della sua quinquennale esperienza sui processi che lui ha in corso. Il commerciante Block gli racconta anche delle superstizioni che circolano tra gli imputati e come ogni imputato vive da solo il proprio calvario.
[modifica] Nono capitolo
Nel nono capitolo Josef K. va al duomo dove deve incontrare un cliente italiano per illustragli le bellezze artistiche della cattedrale. Ma il cliente italiano non arriva e allora Josef K. fa per andarsene, quando dal pulpito della chiesa un sacerdote lo chiama con il suo nome e gli indica di avvicinarsi a lui. Josef K. gli chiede chi sia, sentendosi rispondere che è il cappellano del carcere il quale sa tutto del suo processo. Il cappellano gli dice allora che il processo e gli espone una parabola sulla giustizia e sulla legge dall’interpretazione della quale nasce un contraddittorio tra i due. In fondo le parole del cappellano sembrano voler preparare Josef K. al peggio, e questi non accetta di essere trattato così.
[modifica] Decimo capitolo
Nel decimo capitolo Josef K. è alla vigilia del suo 31° anno di età. Due signori si presentano nella sua casa e lo portano via. Josef K. capisce che loro hanno il compito di eseguire la sentenza emessa dal tribunale e li segue. Lo prendono sotto le braccia e tutte e tre insieme vanno in giro fino a quando arrivano in una casa vicino alla quale c’era una cava di pietra. Durante il percorso Josef K. cerca dapprima di fare qualche resistenza per gustare ancora l’ultima parvenza della vita. Ma si rende conto che è inutile opporre resistenza e così, docilmente, si dirige il luogo designato. Raggiunto il posto e adagiato Josef K. uno dei due signori estrasse un coltello da macellaio. Josef K. dà un’ultima occhiata verso l’alto, dove vede un uomo che si stava sporgendo da una finestra e si chiede se vi sia ancora una speranza, un appiglio. Ma mentre ripercorre la storia di ingiustizia che l’ha portato dove ora si trova sulla sua gola si posano le mani di uno dei signori, mentre l’altro gli pianta il coltello nel cuore. Con gli occhi che si velano K. può vedere ancora, vicini al suo viso, i signori accostati guancia a guancia che osservano il momento decisivo e pronuncia le sue ultime parole: <<…“Come un cane!” disse, fu come se la vergogna dovesse sopravvivergli>>.
[modifica] Commento
Il processo è un romanzo composto da dieci capitoli scritto da Franz Kafka tra l’agosto del 1914 e il gennaio del 1915 e ripreso fino al 1917. Kafka lasciò il romanzo incompiuto, ma ha ordinato i singoli capitoli con brevi titoli, e ciò che è importante è il fatto che Kafka abbia innanzitutto scritto il capitolo iniziale e quello finale. Questa circostanza è molto importante perché il romanzo ha un inizio e un finale certi che corrispondono alla tesi e al messaggio che Kafka voleva inserire e trasmettere con questo romanzo.
Il manoscritto del romanzo arrivò nelle mani del suo amico Max Brod nel 1920, che già nel 1921 definì Il processo l’opera maggiore di Kafka. Max Brod pubblicò Il Processo nel 1925 apportando leggere modifiche per dare compiutezza e completezza al romanzo. Per capire il messaggio del romanzo è anche importante conoscere ciò che scrisse Bruno Schulz nella prefazione all’edizione del 1936 e ora riportata come introduzione all’edizione Feltrinelli del Processo:<<Il romanzo, che Max Brod ricevette nel 1920 dall’autore sotto forma di manoscritto, è incompiuto. Alcuni capitoli frammentari, che avrebbero dovuto trovare la loro collocazione prima del capitolo conclusivo, vennero da lui separati dal romanzo, basandosi su quanto dichiarato da Kafka, e cioè che questo processo in idea è a dire il vero incompiuto e che le sue ulteriori peripezie non avrebbero apportato più nulla di essenziale al senso fondamentale della questione>>.
Kafka usa uno stile molto particolare e spersonalizzante. Spesso i personaggi non vengono indicati con il loro nome e cognome ma con delle sigle, come nel caso del protagonista, il cui cognome completo non viene mai rivelato. Spesso nel testo vengono introdotte delle contraddizioni, che a prima vista possono apparire come errori, ma che ad un esame più attento si comprende facciano parte dello stile senza veri punti di riferimento dell'autore, che tende a far assumere ad alcune situazioni una forma quasi onirica.
Il processo ha influenzato la cultura mondiale, infatti spesso quando si intende riferirsi ad una situazione assurda e paradossale, senza apparente via d'uscita, si usa definirla "una situazione kafkiana". Il tribunale e l'intero sistema giudiziario sembrano modellati sull'ideale di uno stato distopico.
[modifica] Voci correlate
- Il Processo, film di Orson Welles del 1962
[modifica] Collegamenti esterni
- Il Processo, riduzione radiofonica di Radio 3 Rai (Il Terzo Anello - Ad alta voce): 23 puntate, formato .ram
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