Franco Bassanini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Franco Bassanini (Milano, 9 maggio 1940) è un uomo politico italiano, più volte ministro della Repubblica e sottosegretario di Stato. È stato un esponente della sinistra socialista ed attualmente aderisce ai Democratici di Sinistra.
Docente di Diritto Costituzionale all'Università degli studi di Roma "La Sapienza", ha insegnato anche negli atenei di Milano Statale, Trento, Sassari e Firenze.
Esponente della sinistra lombardiana del Partito Socialista Italiano, ha fatto parte, dal 1978 al 1981, del Comitato Centrale e della direzione del PSI, collaborando alla redazione del progetto per l'alternativa di sinistra approvato dal Congresso socialista di Torino nel 1979.
Ma due anni più tardi, ha fatto i conti con l'espulsione dal Partito Socialista per aver sottoscritto, con Enzo Enriquez Agnoletti, Tristano Codignola, Paolo Leon, Elio Veltri, Renato Ballardini ed altri, un manifesto fortemente critico nei confronti di Craxi e dell'allora gruppo dirigente del PSI.
È stato così a capo di un'effimera Lega dei Socialisti, comprendente i socialisti espulsi. Alcuni dei suoi esponenti, tra i quali Bassanini, furono poi eletti come indipendenti nelle liste del Partito Comunista Italiano quando ci furono le elezioni politiche del 1983.
È stato eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 1979 e vi è rimasto ininterrottamente fino al 1996, per cinque legislature. Nel 1983 e nel 1987 vi è stato eletto come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano, del quale peraltro non ha mai fatto parte. In questo lungo arco di tempo, ha presieduto, dal 1987 al 1990, il Comitato parlamentare per il controllo della politica monetaria e di bilancio; è stato presidente del gruppo dei deputati della Sinistra Indipendente dal 1989 al 1991; ha fatto parte del "Governo ombra" costituito dall'opposizione nel biennio 1991-92, come ministro dell'Interno, dei diritti civili, della informazione e della pubblica amministrazione.
Dal 1992 al 1996 ha fatto parte della Direzione nazionale e della Segreteria nazionale del Partito Democratico della Sinistra, come responsabile per lo Stato, le Regioni e le riforme istituzionali. Nel '96 e nel 2001 è stato eletto al Senato, sempre in quota PDS, nel collegio uninominale di Siena.
Nella legislatura 1996-2001, guidata dai governi dell'Ulivo, è stato nominato Ministro per la Funzione Pubblica e gli Affari Regionali (Governo Prodi I), sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Governo D'Alema I) e nuovamente Ministro per la Funzione Pubblica (Governi D'Alema II e Amato II).
A lui si devono importanti iniziative volte a migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione rivolgendo l'attenzione degli statali dal rispetto delle norme al rispetto del cittadino.
Fra tutte le sue attività giova ricordare la sua iniziativa volta all'utilizzo dell'Autocertificazione, normativa tanto vecchia quanto poco usata e che è stata applicata solo grazie al suo intervento diretto. Bastì pensare che è arrivato al punto di far pubblicare il numero di fax del proprio ufficio per permettere di denunciarne la mancata applicazione.
Nello stesso periodo, ha realizzato un vasto programma di decentramento amministrativo e ha introdotto per la prima volta in Italia la firma digitale e la carta d'identità elettronica.
Nel 2001, insieme con l'ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato, ha fondato Astrid (Associazione per gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull'innovazione nelle pubbliche amministrazioni), un centro di ricerca che raggruppa alcune centinaia di studiosi delle istituzioni e dell'amministrazione di area di centrosinistra, tra i quali una quindicina di ex-ministri dei governi Amato, Ciampi, Dini, Prodi, D'Alema. I libri bianchi e i paper di Astrid sono pubblicati in forma elettronica nel sito internet dell'Associazione (www.astrid.eu) e in tre collane di libri editi dagli editori Il Mulino e Passigli.
Nel 2004, ha costituito, insieme all'ex-Presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro, a Sandra Bonsanti, Presidente dell'associazione Libertà e Giustizia, e a un gruppo di rappresentanti dei partiti politici del centrosinistra e delle maggiori organizzazioni sindacali italiane (Cgil, Cisl, Uil, e di molte associazioni e movimenti civili, il Coordinamento nazionale "Salviamo la Costituzione:aggiornarla, non demolirla", che ha promosso un referendum popolare per respingere la riforma costituzionale approvata nel novembre 2005 dal Parlamento italiano su proposta del Governo Berlusconi. Il Coordinamento nazionale ha dato vita al Comitato promotore del referendum che ha eletto l'on. Scalfaro suo presidente e Bassanini portavoce nazionale. Il Comitato ha raccolto le firme di oltre 800.000 elettori italiani per la convocazione del referendum. Nel referendum, tenutosi il 25-26 giugno 2006, hanno votato 25 milioni di italiani: la riforma è stata respinta dal 62% dei votanti. Il Comitato promotore ha deciso di trasformrasi in Comitato permanente per la difesa e l'attuazione della Costituzione (www.salviamolacostituzione.org.
Dal 2001 al 2005, ha fatto parte del Consiglio d'amministrazione dell'Ecole Nationale d'Administration (E.N.A.), su designazione del Governo francese. Dal 2003 ha fatto parte del Comité d'Evalutation des Stratégies ministérielles de réforme istituito dal Primo ministro francese Raffarin.
[modifica] Pubblicazioni
Ha pubblicato quattordici libri e numerosi articoli scientifici su argomenti di diritto costituzionale, diritto dell'economia, politica delle istituzioni, diritto amministrativo. Ha coordinato la ricerca del CNR sulle procedure di programmazione finanziaria e di gestione del bilancio nei paesi dell'Occidente.