Flegias
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Flegias nella mitologia greca era figlio di Ares e di Crise (prima moglie di Dardano). Fu re dei Flegrèi piromani.
[modifica] Flegias nella mitologia antica
Ebbe un figlio, Issione, e una figlia, Coronide; quest'ultima fu sedotta e messa in cinta da Apollo. Per vendicare la morte della figlia Flegias tentò di incendiare il tempio di Apollo a Delfi (uno dei santuari più importanti della Grecia). Non venne però perdonato per questo affronto, tanto che il Dio, dopo averlo crivellato di frecce, lo scaraventa nel Tartaro e per condanna dovette stare per l’eternità con un grosso masso sempre sul punto di cadergli addosso schiacciandolo. La sua storia è narrata nell'Eneide e nella Thebais di Stazio.
Il nome comune phlegyas indica un tipico avvoltoio dal piumaggio rosso e richiama il termine greco "phlego" e il "flagro" latino, tradotti entrambi come "incendio, ardo", questo significato etimologico e la storia stessa di questo personaggio, emblema di un ira fulminea e deflagrante, lo renderanno il perfetto traghettatore dello Stige nella Divina Commedia.
[modifica] Flegias in Dante
Nell'VIII canto dell'Inferno Dante e Virgilio si trovano davanti alle paludi dello Stige, dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi. Qui ricevono aiuto nel traghettare la palude da Flegias, le cui sembianze non vengono descritte e anche il cui vero ruolo è taciuto.
Se sembra improbabile che sia un traghettatore per i peccatori di passaggio ai cerchi inferiori, essendo le anime spedite direttamente dopo il giudizio di Minosse, forse potrebbe essere colui che prende gli iracondi e li getta al centro della palude. In ogni caso Dante si preoccupa solo di citare la sua sovreccitazione, data dalle sue grida sia all'arrivo che alla discesa dei due poeti sulla sua veloce barca.