Duomo di Ivrea
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Il Duomo di Ivrea, dedicato a Santa Maria, si erge su di una altura, nella parte vecchia della città, a due passi dal Castello dalle rosse torri
[modifica] Storia
Il Duomo di Ivrea ha una storia antichissima; si presume infatti che sia stato edificato sui resti di un precedente tempio pagano. La chiesa più antica, a pianta circolare e sormontata da una cupola, risale probabilmente all'età carolingia.
Occorre tuttavia giungere verso la fine del X secolo per conoscere notizie storiche precise, quando il vescovo Warmondo (noto per essere stato strenuo avversario di Arduino d'Ivrea) decise la costruzione di una cattedrale romanica in forma di chiesa a pianta longitudinale con tre navate, chiesa la cui costruzione proseguì poi per lungo tempo nel corso dell'XI secolo. Di tale antica cattedrale sono oggi visibili cospicue tracce: il muro esterno dell'abside, ai cui lati si ergono le due torri campanarie (ornate di monofore, bifore e trifore di gusto tipicamente romanico), il deambulatorio e la cripta, più volte ampliata.
Sempre allo stesso periodo, vicino all'abside del duomo, rimangono tracce delle colonnine e degli archi in cotto di un vecchio chiostro (il così detto "chiostro dei canonici").
La vecchia cattedrale romanica fu, in ampia misura, demolita nel 1785 per far posto ad una nuova costruzione in stile barocco, di cui oggi vediamo le navate, ricche di stucchi e decorazioni, le cappelle, il presbiterio ed il coro riccamente affrescato da Carlo Cogrossi.
Una ulteriore importante trasformazione avvenne nel 1854 quando il duomo venne allungato di una campata e fu rifatta completamente la precedente facciata barocca per far posto a quella in stile neoclassico oggi visibile.
[modifica] Le opere d'arte
Oltre agli affreschi settecenteschi, il duomo di Ivrea racchiude altre e più interessanti opere d’arte.
- Nella cripta, dalle volte a crociera, sorrette da antiche colonnine con semplici capitelli, sono conservati antichi affreschi, di cui oggi riconosciamo solo quelli tardogotici dovuti all'opera di un onesto frescante eporediese del XV secolo, Giacomino d'Ivrea.
- Sempre nella cripta è conservato il sarcofago romano del questore Caio Atecio Valerio (I secolo d.C.) che la tradizione vuole abbia custodito le spoglie mortali di San Besso.
- Interessanti sono anche gli affreschi visibili nel deambulatorio, tra di essi si trova una scena di Resurrezione miracolosa dalla morte, dipinta della seconda metà del XV secolo, attribuito al pittore tardogotico francese Nicolas Robert, del quale – a dispetto dei tanti documenti di archivio che ne testimoniano la brillante carriera, ivi compresa la decorazione dell'Oratorio di Yolanda di Valois nel castello d'Ivrea - non si conoscono opere certe.
- In sacrestia sono conservate due belle tavole di Defendente Ferrari raffiguranti l'Adorazione del Bambino con Santa Chiara e clarisse (1519) e l'Adorazione del Bambino con il Beato Warmondo e donatore (1521)