Discussione:Dolore
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Definizione di dolore
Il dolore viene definito come un’esperienza sgradevole, la cui sensazione implica la partecipazione di una percezione proveniente da una regione corporea e il cui vissuto è legato all’elaborazione cosciente ed emozionale della percezione stessa. Questa difficile definizione deriva dall’estrema soggettività dell’esperienza “dolore”, la cui comunicazione è affidata esclusivamente alle risorse linguistiche e gestuali del soggetto nell’ambito del proprio contesto sociale. In altri termini, anche la più semplice esperienza, come ad esempio quella di scottarsi con una fiamma, o pungersi con uno spillo, può essere variamente comunicata ed intesa in diverse comunità umane, per cui se per alcune rappresentano esclusivamente un’esperienza traumatica e offensiva, per altre possono addirittura divenire un percorso di estasi mistica.
In medicina il vissuto del dolore si mostra in tutte le sue contraddittorie implicazioni teoriche e pratiche: il dolore è il sistema di segnalazione che guida il medico nella diagnosi di lesioni del corpo, è l’ostacolo che si frappone alla manipolazione chirurgica delle malattie, è il sottile velo che separa il destino tra la "dolce morte" e l’agonia, è la malattia in sé che, qualora perduri senza cause evidenti pone forse la più grande problematica socio-sanitaria dei nostri tempi civilizzati e invecchiati: il dolore cronico primario, cioè non direttamente legato ad una "causa". Questo assume diverse entità cliniche: le emicranie, le nevralgie, molte cefalee, il dolore da deafferentazione (quale esito di amputazioni o di lesioni midollari o encefaliche), le algodistrofie (quale esito di immobilizzazioni prolungate e di lesioni nervose periferiche). In più, un’enorme massa di anziani soffre quotidianamente dell’altra grande malattia sociale cronica e invalidante: la degenerazione osteoartrosica cronica, dominata dal dolore articolare e neuromuscolare, costante, invalidante e progressivo.