Bullet time
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Il bullet time è una tecnica cinematografica resa celebre con il film Matrix del 1999. Il bullet time (letteralmente "tempo di/della pallottola") è un effetto speciale che consente di vedere ogni momento della scena in slow-motion mentre l'inquadratura sembra girare attorno alla scena alla velocità normale.
Il bullet time è in realtà lo sviluppo di una vecchia tecnica fotografica conosciuta come fotografia time-slice ("fetta di tempo"), nella quale un grande numero di camere sono disposte attorno ad un oggetto e vengono fatte scattare simultaneamente. Quando la sequenza degli scatti è vista come un filmato, lo spettatore vede come le "fette" bidimensonali formano una scena tridimensionale. Guardare una tale sequenza di "fetta di tempo" è analogo all'esperienza reale di camminare attorno ad una statua e di vedere come appare dalle diverse angolature.
Alcune scene di Matrix implementano l'effetto "fetta di tempo" congelando totalmente personaggi e oggetti. Tecniche di interpolazione consentono di rendere fluido il movimento dell'inquadratura. L'effetto è stato sviluppato ulteriormente dai fratelli Wachowski e dal supervisore agli effetti speciali John Gaeta per creare il bullet time, che supporta movimenti temporali, in modo tale da non congelare totalmente la scena ma facendola vedere al rallentatore o con velocità variabile. Ingegneri della Manex Visual Effects implementarono metodi per spostare l'inquadratura su complesse curve in modo flessibile. Fu introdotta anche maggiore fluidità con l'uso di interpolazioni non lineari, e la creazione di scene virtuali al computer.
Nei videogiochi, il bullet time ha riscosso un grande successo nella serie Max Payne, dove questo fattore è cruciale per il gameplay. Il giocatore può temporaneamente "rallentare il tempo" (si può interpretare come un momento in cui il protagonista è particolarmente concentrato), avendo così la possibilità di prendere la mira nel modo migliore e sopravvivere a sparatorie contro più avversari.