Argot
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L'argot è un registro linguistico proprio ad un gruppo sociale, il cui scopo è escludere gli estranei dalla comunicazione, criptando i messaggi scambiati.
È l'equivalente francese dello slang. L'argot non è un liguaggio tecnico: quest'ultimo infatti è utilizzato da professionisti di uno stesso campo, e non è ideato per essere criptico per i non appartenenti al gruppo.
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[modifica] Funzione
Non esiste un argot, ma diverse parlate sviluppatesi in varie epoche in seno alle più disparate classi sociali. Ha principalmente due funzioni:
- criptare il messaggio;
- rafforzare il senso di appartenenza al gruppo.
L'importanza attribuita a ciascuna di queste due funzioni dipende dal tipo di argot. La tendenza attuale risiede nel privilegiare la seconda funzione, che comporta quindi il rifiuto del resto della società: un esempio è il francese contemporaneo delle cité, cioè il gergo parlato dagli abitanti delle periferie parigine o delle maggiori città francesi.
Per continuare a svolgere la propria funzione, l'argot deve subire continuamente un processo di rinnovamento, in particolare per quanto riguarda il lessico: molte parole sono passate dall'argot al francese corrente ed in commercio si possono trovare dei dizionari di argot, che ne annullano dunque l'efficacia. Per questo motivo, le traduzioni per parole come denaro, donna o fare l'amore sono innumerevoli.
L'utilizzo dell'argot, come dello slang, rappresenta un modo di affrontare i tabù comuni: il linguaggio corrente tende a non evocare certe realtà esplicitamente. L'argot sono quindi molto ricchi di termini per quanto riguanda temi come il sesso, la violenza, il crimine e la droga.
[modifica] Origini
In origine, con il termine argot si indicavano le parlate della malavita o dei militari. In seguito, si sono sviluppati degli argot anche in altri gruppi sociali, e ogni quartiere, ogni ambiente possiede il suo argot.
Il concetto appare in Francia nel XIII secolo, con il nome di jargon (cioè gergo). Fu solo nel 1628 che apparve il termine argot, con l'opera pubblicata da Olivier Chéreau: "Le jargon ou Langage de l'argot déformé".
La letteratura francese dei secoli successivi diffuse soprattutto l'argot parigino, attraverso le opere di Vidocq, Victor Hugo, Balzac, Émile Zola e molti altri. L'argot parigino restò molto vivace nella capitale fino agli anni '50; il romanziere Louis-Ferdinand Céline l'usò per i suoi testi fino al 1961, anno della sua morte. L'evoluzione sociologica della popolazione parigina è la causa principale della sua decadenza. Lo jargot, cioè l'argot comune, è un registro espressivo familiare derivato dall'argot, ma che ha perduto le funzioni criptiche e di appartenenza al gruppo: le parole in argot vengono usate quasi per gioco, utilizzando espressioni che non sono più state usate dal gruppo sociale che le ha create da quando il significato è diventato noto ai terzi.
I principali innovatori dell'argot sono i giovani adolescenti che abitano delle cités (complessi residenziali di periferia edificati negli anni '70), nelle banlieues di grandi città come Parigi o Marsiglia. In questi quartieri risiedono molte famiglie di origine araba o magrebina, i cui figli sono nati in Francia: questo spiega il fatto che molti neologismi in argot derivino da linue straniere (arabo, lingue africane e spesso anche inglese).
[modifica] Formazione dell'argot
Per l'elaborazione di un argot, si può ricorrere a differenti mezzi:
- lessicali: sono i più evidenti, tanto che si associa l'argot quasi solamente ad un vocabolario particolare;
- sintattici: di solito di importanza minore, anche se presenti;
- le altre regole grammaticali, fonetiche non seguono obbligatoriamente quelle del francese corrente: piuttosto sono derivate dal liguaggio familiare o popolare;
- utilizzo di sigle: per esempio TDC da tombé du camion, che letteralmente significa "caduto dal camion", e significa rubato;
- prestiti da altre lingue: maboul dall'arabo mahbûl, cioè "matto" o parole derivate dal rom, o da lingue africane.
Alcuni esempi:
[modifica] Varianti
Il termine argot può indicare anche i linguaggi "tecnici" adottati dai giovani in diversi contesti: possiamo trovare infatti l'argot delle scuole, che comprende dei termini che si riferiscono alle classi, o agli studenti, ma che variano da un particolaare istituto ad un altro; o l'argot di internet, delle caserme o di un qualunque altro contesto.
[modifica] Verlan
Si tratta di un'evoluzione dell'argot che consiste nell'invertire le sillabe di una parola e in alcuni casi anche di eliderla. È diffuso soprattutto nelle banlieues delle grandi città, ma le parole più utilizzate sono comprensibili anche in altri contesti sociali. Ha cominciato a diffondersi alla fine del XX secolo, grazie al rap francese, ma le sue origini sono più vecchie.
La parola stessa verlan è formata dall'inversione delle sillabe di l'en-vers, cioè "al contrario" e in quanto lingua parlata, rispetta raramente l'ortografia delle parole d'origine, partendo più spesso da una ricostruzione fonetica a partire dalla pronuncia. Inoltre, quando una parola è monosillabica, si aggiunge tra le due consonanti eu (pronunciato /œ/). Per quanto riguarda le parole di tre o più sillabe le regole sono più complesse e spesso sono soggettive. Esempi:
- chelou da louche, poco chiaro, losco;
- zarbi da bizarre, strano;
- keum da mec (che è l'argot di garçon), cioè ragazzo;
- meuf da femme, cioè donna, ragazza;
- ouf da fou, pazzo;
- ace, che deriva da ça.
L'uso fa apparire parole che sono il verlan di una parola verlan: ad esempio rebeu, da beur, il verlan di arabe, cioè arabo.