Apostrofo
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apostrofo ( ' ) ( ’ ) |
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Ortografia · Segno diacritico · modifica |
L'apostrofo ( ’ ) è un carattere tipografico, usato, nelle lingue scritte in alfabeto latino, come segno d'interpunzione e talvolta come segno diacritico.
In italiano indica soprattutto l'elisione, talora il troncamento.
Da non confondere con l'apostrofo è l'apostrofe retorica.
È molto diffuso, benché non corretto, l'impiego del segno del minuto primo ( ' ) al posto dell'apostrofo ( ’ ), dovuto al fatto che né le tastiere delle macchine da scrivere né quelle dei computer odierni mostrano il corretto apostrofo tipografico. Tutti i sistemi operativi supportano tuttavia questo carattere (MacOS: sulla tastiera italiana, premere alt-shift-3; Microsoft Windows: tenendo premuto alt, digitare 8217).
Per poter visualizzare questo, come tanti altri caratteri sulle pagine web, è necessario che sia attivo il supporto Unicode; altrimenti potrebbero venir mostrati caratteri diversi secondo i diversi sistemi utilizzati.
Anche Wikipedia, come la maggior parte dei siti web, pratica quindi questa sostituzione di caratteri, convenzione che sarà di conseguenza rispettata anche in quest'articolo. Si consiglia tuttavia ai lettori d'usare la forma tipograficamente corretta ogni qualvolta possibile.
Indice |
[modifica] Verbi all'imperativo
Ecco un piccolo elenco di verbi che all'imperativo, in luogo dell'ordinaria ripetizione del presente indicativo, ne presentano una forma resa squillante dall'apocope e pertanto richiedono l'apostrofo e non l'accento:
Verbo | Imperativo | Esempio |
---|---|---|
stare | sta' | Sta' zitto! |
andare | va' | Va' avanti! |
dire | di' | Di' tutto! |
fare | fa' | Fa' la brava! |
dare | da' | Da' una mano! |
Si noterà la differenza rispetto alla seconda persona singolare del presente indicativo, che per "dire" è "dici", ma per gli altri verbi citati è rispettivamente "stai", "vai", "fai", "dai". (D’altra parte, "stai", "vai", "fai" e "dai" sono spesso usati anche col valore d'imperativi.)
[modifica] Elisione e troncamento
Come indicato sopra, esistono alcune forme, principalmente imperativi — oltre a "po'" che è l'apocope di "poco" — dove l'apostrofo è utilizzato per indicare un troncamento. Nella lingua italiana è però possibile usare l'apostrofo per indicare l'elisione di una vocale alla fine di una parola, quando la parola successiva inizia per vocale. Ad esempio, non si scrive "la elisione" ma appunto "l'elisione".
Però non sempre si ha un'elisione. Ad esempio, nell'italiano corrente si scrive più spesso "le opere di Omero" che "le opere d'Omero", mentre "l'opere d'Omero" è decisamente raro, se non antiquato. Ci sono infine casi in cui la stessa parola, invece che essere elisa e avere quindi l'apostrofo, viene semplicemente troncata: "un'elisione" ma "un errore". La regola pratica per sapere se si ha elisione o troncamento è semplice:
- si provi a usare la stessa parola seguita da un'altra parola che inizi per consonante e non per vocale. Se ciò è possibile, allora si ha troncamento; altrimenti elisione.
Alcuni esempi pratici:
- L'articolo indeterminativo. Si può dire "un bambino", quindi la forma maschile sarà tronca ("un adolescente timido"); ma non si può dire "un bambina", quindi la forma femminile verrà elisa ("un'adolescente timida").
- Gli aggettivi tale, quale, buon, pover. Si può dire "un tal giorno!", si ha quindi un'apocope, e si deve scrivere "tal altro" senza apostrofo, come del resto afferma anche l'Accademia della Crusca.
- Gli avverbi come, dove, quando. In questo caso non si può dire quant grande e simili, quindi essi vorranno l'apostrofo: "com'è, dov'è, quand'anche".
[modifica] Qual è, oppure Qual'è?
La regola sopraindicata per distinguere tra elisione e troncamento afferma che "qual è" deve essere scritto senza apostrofo (per via del fatto che la parola tronca "qual" compare davanti a consonante in espressioni come "un certo qual modo" o "qual buon vento") e così infatti affermano le principali grammatiche italiane (il Serianni e il Dardano-Trifone). Bruno Migliorini afferma ad esempio che la distinzione elisione-troncamento è artificiosa, ma visto che c'è deve essere rispettata. Altri, tuttavia, come Franco Fochi, affermano che l'uso troncato di "qual" è ormai arcaico e sopravvive soltanto in alcune "frasi fatte" ereditate dal passato (come quelle sopra citate), e quindi la forma apostrofata ha pieno diritto di esistenza.
Alcuni scrittori, tra cui Federigo Tozzi, Mario Tobino, Tommaso Landolfi, Paolo Monelli, Bonaventura Tecchi, hanno comunque usato la forma apostrofata, effettivamente molto in uso al giorno d'oggi tuttavia considerata errore nella pratica scolastica dalla maggioranza dei professori.
[modifica] L'apostrofo in inglese
Nell'inglese l'apostrofo viene usato in diversi contesti.
- come abbreviazione: ad esempio, gov't per government, li'l per little, playin' per playing oppure '70s per 1970s.
- come contrazione: ad esempio, can't per cannot. Anche forme come won't per will not possono essere viste come contrazioni.
- come possessivo, nel genitivo sassone: ad esempio, John's car per The car John owns.
- in poesia, come eliminazione di una vocale muta, solitamente una e, che quindi non deve venire pronunciata e fa diminuire di una il conteggio delle sillabe. Generalmente la lettera eliminata è quella del suffisso -ed della forma passata dei verbi, come si può vedere in questo esempio, tratto dal poema Alexanders Feast di John Dryden.
- The many rend the skies with loud applause;
- So Love was crown'd, but Music won the cause.
- The prince, unable to conceal his pain,
- Gaz'd on the fair
- Who caus'd his care,
- And sigh'd and look'd, sigh'd and look'd,
- Sigh'd and look'd, and sigh'd again:
- At length, with love and wine at once oppress'd,
- The vanquish'd victor sunk upon her breast.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- "tal è, qual è", dall'Accademia della Crusca
- Si scrive qual è o qual'è?, da Maurizio Pistone