Anarchia
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L'anarchia è una forma di società dove si tende ad annullare qualsiasi forma di autorità imposta; gli anarchici credono nella capacità naturale dell'uomo di autoregolarsi in società. L'esistenza di regole e convenzioni sociali nell'anarchia non è esclusa a priori a patto che le regole e le convenzioni vengano liberamente determinate e accettate dalla comunità interessata e non rappresentino un'imposizione derivante dal maggiore potere di alcuni rispetto agli altri.
Sebbene nella storia dell'uomo siano esistite numerose realizzazioni di società e organizzazioni basate su principi anarchici, la Comune di Parigi del 1871 è stato forse il primo tentativo di società anarchica a guadagnarsi risonanza globale; si ricorda il commento di Michail Bakunin, uno dei grandi pensatori storici dell'anarchia. Altre realizzazioni concrete e vaste dei principi anarchici nella società si ritrovano durante la guerra civile in Spagna, durante la quale i lavoratori, spesso attraverso le organizzazioni anarcosindacaliste come la CNT in Catalogna e Aragona, hanno dato prova di autogestione dei trasporti pubblici e delle aziende produttive sia industriali che agricole: attraverso le assemblee di base furono realizzate collettivizzazioni delle terre confiscate ai latifondisti e, in alcuni casi, fu addirittura abolita la proprietà privata; questo capitolo si chiuse a causa di una sconfitta militare, infatti oltre a combattere i nazionalisti di Francisco Franco (appoggiato dall'Italia Fascista e dalla Germania Nazista), gli anarchici dovettero guardarsi anche dagli stalinisti, a cui Stalin vietava di dare armi agli anarchici. Fu però molto importante anche l'esperienza della Makhnovicina, cioè l'Ucraina insorta sotto la guida del generale contadino Nestor Ivanovich Makhno e la resistenza della città russa di Kronstadt. Entrambe queste esperienze vennero cancellate dalla normalizzazione sovietica attraverso l'utilizzo dell'Armata Rossa comandata dal generale Lev Trockij.
Negli Stati Uniti il movimento anarchico è stato spesso associato all'individualismo del filosofo e letterato Henry David Thoreau e al suo esperimento-libro Walden. Anche Ralph Waldo Emerson è stato spesso associato agli anarchici "creatori".
Il termine anarchia viene anche impropriamente utilizzato per sottolineare caos e confusione, mentre il pensiero anarchico gode di numerosi estimatori, come Noam Chomsky, noto esponente del MIT.
Il principio fondamentale che sta alla base del pensiero anarchico si fonda su un ideale di libertà estrema che precluda qualsiasi forma di governo ("Tutti i partiti senza eccezione, nella misura in cui si propongono la conquista del potere, sono varietà dell'assolutismo", "Il governo sull'uomo da parte dell'uomo è la schiavitù", "Chiunque mi metta le mani addosso per governarmi è un usurpatore e un tiranno: io lo proclamo mio nemico" - Pierre-Joseph Proudhon)
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[modifica] Etimologia
La parola anarchia deriva dal greco αναρχία (anarchia), che significa "senza governante" (an- significa "senza", la radice arch- può essere tradotta con "governo o dominio").
In origine la parola veniva usata in senso dispregiativo, per indicare il disordine, il caos, l'assenza di armonia. In tal senso la utilizzava anche William Godwin, oggi ritenuto il primo pensatore anarchico. Gli anarchici però attribuiscono a questo termine un altro significato, cioè quello di un nuovo ordine che si contrappone al caos selvaggio dell'autorità, un tipo di società basato sull'orizzontalità che crea armonia. Il primo a utilizzare la parola anarchia in tal senso fu Pierre-Joseph Proudhon.
[modifica] Un'idea dell'Anarchia
Anarchia è l'insieme di rapporti antiautoritari che individui e collettività scelgono per relazionarsi fra loro.
Anarchia è anche la ricerca e sperimentazione di una organizzazione sociale orizzontale che si pone in totale opposizione e alternativa concreta all'attuale sistema di potere che viene considerato dagli anarchici statale, autoritario, gerarchico, capitalistico, militaresco.
Una società anarchica è una società che vuole basarsi sul libero accordo, sulla solidarietà, sulle libere associazioni, su federazioni, sul rispetto per la singola individualità che non volesse farne parte, secondo il principio che le decisioni valgono solo per chi le accetta.
In una società anarchica si rifiutano quindi leggi, comandi, imposizioni, principi fondati sul volere della maggioranza, rappresentanze, discriminazioni, castighi, guerre come metodo per risolvere contrasti, realizzando la gestione ed il superamento dei conflitti attraverso assemblee di comunità o chiarimenti ed accordi tra i diretti interessati.
Di fatto però una società anarchica è attuabile solo grazie ad una presa di coscienza di tutta la popolazione e di adesione ai suoi ideali, altrimenti rimane un'utopia o è destinata a fallire ed essere sopraffatta, come per altro già successo a tutti gli esperimenti storici di anarchia.
[modifica] Personaggi e Fasi dell'Anarchia
Il movimento Anarchico vede, riconosce e premia la presenza di due tipi di persone:
- Distruttori: sono coloro che, mediante la ribellione (sia di tipo politico sia militare) distruggono l'autorità costituita e l'ordine vigente di sfruttamento.
- Creatori: sono coloro che, sulle macerie del vecchio mondo si dimostrano in grado di apportare benefici al nuovo, diffondendo l'idea anarchica e favorendo la sua instaurazione
L'instaurazione di un regime (termine inesatto, sembrando coercitivo, ma abbastanza esplicativo) avviene attraverso due fasi:
VERWIRRUNG (confusione): fase distruttoria, fase caotica, con spargimenti di sangue e lotte di classe da placare. Molti identificano l'anarchia con questa sola fase, ma questa non è ancora anarchia, questo è caos.
ORDNUNG (ordine): fase in cui le persone si rendono conto della loro capacità di autogovernarsi e vivere in armonia, mediante aiuti reciproci, non senza autorità, bensì semplicemente senza capi.
[modifica] Possesso e risorse
Il possesso è visto come la possibilità di usare le cose per il vantaggio di tutti, non come quella di privare altri di quelle cose. Una società anarchica tende a realizzare il principio "Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". Tenendo conto delle risorse di cui si può disporre, questa frase si può leggere anche come "da ciascuno secondo le sue capacità ed intenzioni, a ciascuno secondo le possibilità generali". Si può quindi dire che, tendenzialmente, una società anarchica abolisce la proprietà privata. Rimane la proprietà di oggetti strettamente personali, come i vestiti. Tutto ciò che può essere utile a tutta la comunità, come le case o i mezzi di produzione, sono beni comuni e non possono in alcun modo essere affittati o venduti.
[modifica] Conflitto e Accordo
Non vi saranno presumibilmente solo situazioni di pace e ci saranno ancora conflitti tra gli esseri umani, ma le contrapposizioni saranno qualitativamente differenti da quelle attuali. In una società anarchica la giustizia non può essere prerogativa di un'istituzione, ma è nel percorso di accordo, generale o singolare, collettivo o individuale, fra le persone. Il dissenso e il conflitto sono riconosciuti come normali ed umani; anarchico è il cercare di accordarsi.
[modifica] Persone concrete contro istituzioni assolute
L'idea di una società anarchica fa quindi ripensare la stessa socialità umana, ovvero il rapporto fra persone, e quindi mostra che è artificiosa la distinzione fra persona e società. Una società anarchica è fondata sulla persona concreta e sulla sua capacità di creare forme sociali; si evita quindi di stabilire con un processo di astrazione dei valori morali assoluti e di creare strutture funzionali ad essi anche a discapito delle persone.
Secondo il pensiero anarchico le necessità di pace, giustizia e benessere non possono quindi giustificare strutture di potere pubbliche quali Stato, Chiesa e esercito. Più nel privato, vanno ripensati anche famiglia, scuola, e lavoro come sono comunemente intesi.
L'idea di ciò che è buono e desiderabile è infatti soggettiva, multiforme, mutevole, e non si può rappresentare come sovrumana, né si deve adorare in quanto entità astratta, e tanto meno in forma coercitiva.
La società voluta dagli anarchici rifiuta che dei valori umani vengano mitizzati e considerati come superiori a uomini e donne concreti.
[modifica] Organizzazione e Potere
In una società anarchica, distingue nettamente l'organizzazione da potere, autorità e gerarchia. Partendo dal fatto che potere, autorità e gerarchia danno una libertà e una giustizia illusorie, perché sono fondati proprio sul contrario della libertà e proprio sul contrario della giustizia, in una società anarchica si segue il filo d'arianna dell'antiautoritarismo verso ipotesi organizzative di vita in comune, che permettano una sempre maggiore realizzazione delle potenzialità individuali e collettive. L'organizzazione antiautoritaria si ottiene con società di dimensioni non enormi (come un consiglio di fabbrica o un'area territoriale ristretta) che siano prive di gerarchie. Le decisioni vengono quindi prese con modalità assembleari, preferibilmente basate sull'unanimità e non sulla maggioranza. Esiste il meccanismo della delega, per alcuni specifici compiti, ma deve avere due caratteristiche fondamentali: il delegato deve fare ciò che viene deciso dall'assemblea, non decidere in prima persona cosa fare; in caso di malafede o incapacità la delega deve essere revocabile in qualsiasi momento. Fondamentale, perché una comunità si possa definire anarchica, che siano garantiti tre diritti indicati da Bakunin:
- il diritto di associarsi
- il diritto di uscire da un'associazione
- il diritto di espellere un membro da un'associazione
Le piccole società anarchiche si possono federare tra loro e queste federazioni possono a loro volta federarsi. I tre diritti sopra citati, quindi, sono applicabili ai gruppi oltre che agli individui. Alcuni anarchici, infatti, utilizzarono senza esitare il termine federalismo (Camillo Berneri, Proudhon...). L'organizzazione anarchica, però, tende a ridurre la complessità di una società al minimo necessario.
[modifica] Accordo e non solo Consenso
Una società anarchica non è perciò una società del consenso più o meno estorto o indotto, ma una società continuamente rigenerata dall'accordo. Secondo il pensiero anarchico solo la libertà può generare la libertà, solo la giustizia genera giustizia.
[modifica] Terrorismo
Alcuni movimenti o individui anarchici, nel corso della storia, si sono resi protagonisti di manifestazioni violente nonché di attentati.
Un esempio storico su tutti, l'assassinio di Umberto I di Savoia da parte dell'anarchico Gaetano Bresci che dichiarò di aver ucciso per vendicare le centinaia di morti innocenti massacrati dal regio esercito a Milano nel 1898. Erano gli anni della propaganda del fatto, quando la repressione e la povertà sembravano rendere impossibile qualsiasi altra forma di lotta. Erano anni in cui, guidata da un senso di impotenza, anche l'Internazionale Antiautoritaria non trovò strategie migliori da proporre e consigliò ai compagni di tutta Europa lo studio della chimica e della tecnica per poter mettere in pratica forme di lotta individuali. Si sperava di abbattere i potenti nemici "colpo su colpo", fino a che forse tale propaganda avrebbe spinto il popolo all'azione comune. Quel periodo vide come protagonisti personaggi come Ravachol, Vaillant, Emile Henry, Sante Caserio, Luigi Lucheni. Altri anarchici, famosi o non famosi, condannarono tali atti senza mezzi termini, sia perché spesso coinvolgevano anche degli innocenti, sia perché erano considerati uno spreco di forze sottratte alla rivoluzione sociale. Il meno compreso da entrambe le fazioni fu forse Errico Malatesta. Egli sosteneva la necessità di azioni organizzate e giudicava sostanzialmente inutili gli attentati individuali; ma rifiutava la condanna di compagni guidati da una rabbia e un senso d'impotenza comprensibili arrivando a dire che forse, un giorno, sarebbero stati celebrati come già allora si celebravano come eroi personaggi della storia talvolta crudeli. E infatti molti anarchici, libertari, liberi pensatori o addirittura comunisti celebrano oggi atti come quello di Bresci.
Vanno poi sottolineati gli episodi in cui gli anarchici sono stati accusati ingiustamente di tali atti, si veda ad esempio il caso di Sacco e Vanzetti negli USA degli anni 1920 o la vicenda di Giuseppe Pinelli e di Pietro Valpreda legata alla strage di Piazza Fontana.
[modifica] Tematiche anarchiche
Seguono alcune tematiche per natura anarchiche, oppure care agli anarchici per vari motivi.
[modifica] Antielettoralismo
Gli anarchici sono contrari alle elezioni. In una società anarchica le elezioni non possono esistere, perché non può esservi il concetto di rappresentatività. Gli anarchici non ammettono una delega che non sia revocabile in qualsiasi momento o che dia un mandato decisionale a chiunque. Anche i referendum si scontrano con l'anarchismo: gli anarchici non ammettono un governo della maggioranza, perché le decisioni devono essere condivise da tutti.
Ciò non toglie che alcuni anarchici, per varie riflessioni personali, a volte si rechino alle urne. Generalmente questo accade in casi ritenuti particolarmente importanti. Un esempio estremo è quello della CNT, che andò a votare nel 1936 per il Frente Popular, portandolo alla vittoria; lo fecero perché questo partito aveva promesso (e mantenne) la liberazione dei detenuti politici. Vi sono poi posizioni come quella di Camillo Berneri, che si opponeva alle elezioni nazionali ma non a quelle locali.
[modifica] Antimilitarismo
Gli anarchici sono contrari a qualsiasi forma di autorità priva di legittimità e riconoscimento, tanto più se violenta e gerarchica: pertanto non possono che odiare gli eserciti, considerati il braccio armato degli Stati. Simon Weil scrisse che il soldato è il più sfruttato fra tutti i lavoratori, perché gli si chiede di sacrificare la propria vita. Quando il servizio militare di leva era obbligatorio, gli anarchici in linea di principio erano per l'obiezione totale, che in effetti molti di loro praticarono, scontando le dovute pene nelle carceri militari.
[modifica] Antirazzismo
Tutti gli uomini sono e devono essere pari, per gli anarchici. Pertanto considerano pari anche le etnie. Il razzismo è una forma di discriminazione particolarmente grave, che oggi è spesso legata al fascismo e ieri era spesso legata al colonialismo, due concetti entrambi nemici dell'anarchismo.
[modifica] Antisessismo
Il sessismo è per gli anarchici una gravissima forma di discriminazione. Per sessismo si intende generalmente il maschilismo; generalmente gli anarchici non attaccano con la stessa forza il femminismo, in quanto comprendono che è nato come reazione a un sistema che discrimina uno dei due sessi. L'antisessismo, naturalmente, comprende anche la lotta a fianco degli omosessuali e dei transessuali, che non si adattano agli schemi prestabiliti per il loro sesso. Essendo il sessismo radicato profondamente nelle nostre culture, gli anarchici non si considerano immuni ad esso, ma ne analizzano le dinamiche e tentano di annullarle nel quotidiano.
Fu anarchica la militante antisessista Emma Goldman, che è tutt'oggi la più citata in questo campo. Si distinse infatti per la profondità delle sue analisi, mai ipocrite e per lo più ancora attuali, e per le lotte di cui fu pioniera: ad esempio gli anticoncezionali, la difesa della prostituzione quando non è sfruttata, o la sua indifferenza alla questione del voto alle donne (sommare un errore a un altro errore, diceva, non produce qualcosa di giusto).
[modifica] Antispecismo
Lo specismo è qualcosa di simile al razzismo; se quest'ultimo è la supposta superiorità di una razza sulle altre (generalmente la razza bianca, perché è la più numerosa), lo specismo è la supposta superiorità della specie umana su tutte le specie animali. Molti anarchici lo combattono rifiutando di mangiare carne (ma anche pesce e derivati) e ciò è ben noto come vegetarismo. Molti anarchici rinunciano anche a qualsiasi cibo o prodotto legato allo sfruttamento animale (pellami, latticini, uova, spettacoli circensi), oltre a quello umano, si dichiarano animalisti e si battono contro numerose pratiche come caccia, vivisezione e allevamenti da pelliccia.
Il vegetarismo e l'antispecismo non sono patrimonio esclusivo degli anarchici, ma sono scelte più diffuse fra essi rispetto a persone di qualsiasi altro orientamento politico, perché si basano su un desiderio di parità assoluta: non solo tra esseri umani, ma anche nei confronti degli altri esseri senzienti, senza discriminazioni fra le specie animali.
[modifica] Autogestione
Gli anarchici prendono le decisioni comuni in maniera assembleare. Nelle assemblee anarchiche si mira a raggiungere l'unanimità su ogni decisione (sebbene in alcune circostanze delicate ed urgenti anche gli anarchici abbiano talvolta votato a maggioranza). Ogni individuo ha diritto di veto, ma le dinamiche che naturalmente ed inevitabilmente si creano in un gruppo libertario portano ognuno a utilizzare questo diritto solo quando è necessario. Unanimità non significa essere tutti completamente d'accordo su qualcosa, ma trovare una sintesi tra le varie posizioni che non prevarichi nessuno. La maggioranza non ha dunque alcun potere sulle minoranze. È inoltre fondamentale l'orizzontalità del gruppo, cioè l'assenza di gerarchie.
L'assemblea racchiude in sè tutto il potere decisionale e non dipende da alcuna entità esterna. Rifiuta dipendenze anche di tipo politico o economico da sovrastrutture come il comune, la regione o lo stato; ma nemmeno una federazione anarchica ha alcun potere sulle assemblee che ne fanno parte.
Ogni individuo che compone l'assemblea libertaria non può però considerarsi incatenato ad essa. Qualora, per qualsiasi ragione, un percorso comune non sia possibile o desiderabile, l'individuo ha il diritto di uscire dal gruppo e l'assemblea ha il diritto di espellerlo. Qualora un individuo esterno voglia unirsi al gruppo, deve poterlo fare, previo consenso di tutti i membri.
L'assemblea si dà le sue regole interne; si tratta naturalmente di regole condivise, non scritte, mutabili nel tempo a seconda delle volontà degli individui coinvolti.
[modifica] Internazionalismo
Gli anarchici non riconoscono gli stati, perciò non possono riconoscere alcuna frontiera. Inoltre considerano tutti gli uomini (indipendentemente dal loro sesso, razza, lingua e cultura) non soltanto pari, ma anche fraterni. Sono per una solidarietà che non può essere delimitata da una linea geografica. Anche gli individualisti, che pensano talvolta che i rapporti umani debbano essere guidati dall'egoismo, pensano che l'individuo debba potersi muovere e rapportare liberamente e, sebbene sia separato da tutti gli altri da una linea naturale, non può fermarsi di fronte a una frontiera istituzionale.
[modifica] Occupazioni
In una società anarchica la proprietà privata non esiste. Di conseguenza gli anarchici si oppongono allo stato di abbandono di interi stabili, nelle città e nelle campagne, dovuto al fatto che i proprietari se ne disinteressano e nessun altro ha il diritto legale di accedervi. L'occupazione di edifici in disuso mira a creare spazi sociali o abitativi partendo dal degrado creato dall'attuale organizzazione sociale. Per gli anarchici, a differenza di chi si riconosce in altre ideologie, serve in ogni caso a creare spazi autogestiti, che si collochino fuori dall'autorità statale. Essi hanno il valore di sperimentazione di società alternative, costruite dal basso, che si fondino sui valori di autogestione e solidarietà.
Talvolta l'occupazione non è possibile per un gruppo e per questi motivi si ricorre ad accordi con l'ente a cui appartiene lo stabile, questa soluzione è però una sorta di "ultima spiaggia" e viene scelta solo dai gruppi più "moderati".
[modifica] Voci correlate
- A cerchiata
- Anarchici
- Anarchismo
- Anarcopunk
- Anarco-capitalismo
- Anarco-comunismo
- Anarco-individualismo
- Bandiera nera anarchica
- Bandiera rosso-nera
- Ecologismo
- Femminismo
- Primitivismo
- Sindacalismo Rivoluzionario
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