Alessandro Severo
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Alessandro Severo (Marco Aurelio Severo Alessandro, 1 ottobre 208 - 18 marzo? 235) nacque a Cesarea in Palestina fu imperatore romano dal 222 al 235.
Suo padre, Gessio Marciano, ebbe più volte l'incarico di procuratore imperiale; sua madre, Giulia Mamea, era figlia di Giulia Mesa e zia di Eliogabalo. Il suo nome di nascita era Bassiano, ma lo cambiò nel 221 quando sua nonna Mesa convinse l'imperatore Eliogabalo ad adottare suo cugino come successore e lo insignì del titolo di Cesare. L'anno successivo, l'11 marzo, Eliogabalo fu assassinato ed Alessandro fu proclamato imperatore dai Pretoriani ed accettato dal Senato.
Era un ragazzo semplice, amabile e benpensante, ma completamente controllato dalla madre, donna di molte virtù, che lo circondò di saggi consiglieri, incidendo sullo sviluppo del suo carattere, e determinando la conduzione dell'amministrazione, ma d'altro lato fu straordinariamente gelosa, e si alienò l'esercito per l'estrema parsimonia, mentre né lei né il figlio avevano la mano abbastanza forte da tenerne le redini.
Gli ammutinamenti divennero frequenti in ogni parte dell'Impero; ed in uno di questi fu sacrificata la vita del giurista e Prefetto dei pretoriani Eneo Domizio Ulpiano; un altro fu causa del ritiro di Dione Cassio dal suo comando.
Nel 225 sposò Sallustia Orbiana, che esiliò in Libia dopo il tentativo di usurpazione da parte del padre, Lucio Seio Sallustio.
Nel complesso, tuttavia, il regno di Alessandro fu prospero almeno finché fu chiamato in oriente a fronteggiare il nuovo potere della Dinastia Sassanide. Della guerra che ne seguì abbiamo molti e vari resoconti; Mommsen pensa che sia stata poco favorevole ai Romani. Secondo i dispacci al Senato dello stesso Alessandro, egli ottenne grandi vittorie. A conti fatti, sebbene i Persiani fossero inquadrati per l'occasione, l'esercito romano mostrò una straordinaria caduta di disciplina. L'imperatore rientrò a Roma e celebrò il trionfo nel 233, ma l'anno successivo fu chiamato in Gallia a fronteggiare l'invasione dei Germani, e qui venne ucciso (il 18 o 19 marzo del 235), insieme alla madre in un ammutinamento probabilmente capeggiato da Massimino Trace, un legionario della Tracia, che comunque si assicurò il trono.
Alessandro fu l'ultimo degli imperatori "Siriani". Durante il suo regno, agendo, come avvenne in molte occasioni, sotto l'influenza della madre, fece molto in favore della morale e per migliorare le condizioni di vita del popolo. Suoi consiglieri furono uomini di gran valore: il famoso giurista Ulpiano, lo storico Dione Cassio, un selezionato comitato di sedici senatori ed un consiglio municipale di quattordici prefetti urbani che amministravano gli altrettanti distretti di Roma. Furono cancellati il lusso e la stravaganza che tanto avevano prevalso a corte; fu migliorato lo standard del conio; furono alleggerite le tasse; furono incoraggiate la letteratura, le arti e la scienza; fu aumentata l'assegnazione di terre ai soldati; e, nell'interesse del popolo, furono istituite agenzie di prestito a basso interesse.
Nelle questioni religiose Alessandro ebbe una mente aperta. Nella sua cappella privata aveva busti di Orfeo, Abramo, Apollonio di Tiana e di Gesù Cristo. Si dice che avrebbe voluto erigere un tempio al fondatore del Cristianesimo, ma ne fosse dissuaso dai sacerdoti pagani. Non c'è dubbio che se le sue molte ed eccellenti qualità fossero state supportate dall'energia e dalla forza di volontà necessarie al governo di un impero militare egli sarebbe stato uno dei più grandi fra gli imperatori romani.
[modifica] Bibliografia
- Lampridius, Alexander Severus;
- Dio Cassio lxxviii. 30, lxxix. 17, lxxx. 1;
- Herodian vi. 1-18;
- Porrath, Der Kaiser Alex. Sev. (1876);
- Pauly-Wissowa, Realencyclopadie, ii. 2526 foll. (Groebe);
- monografia di RV Nind Hopkins, Cambridge Historical Essays, No. xiv. (1907).
Si veda anche (in inglese) Genealogia della dinastia severiana
Predecessore: | Imperatori romani (Impero Romano) |
Successore: | |
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Eliogabalo 218 - 222 |
Alessandro Severo 222 - 235 |
Massimino Trace 235 - 238 |