Zanni
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Zanni personaggio della Commedia dell'Arte
[modifica] Il personaggio della commedia dell'arte
Il nome di Zanni, come Zuan, è una versione veneta del nome Gianni, un nome molto diffuso nel contado veneto-lombardo da dove venivano la maggiorparte dei servitori dei nobili e dei ricchi mercanti veneziani.
Lo Zanni è un personaggio fra i più antichi della Commedia dell'Arte, ma ben presto lasciò strada a servitori che divennero più importanti con nomi propri che li distinguessero tra loro nel corso della storia della commedia dell'arte quindi nacquero i primi zanni (servi astuti) come Frittellino, Beltrame e Brighella; i secondi zanni (quelli sciocchi) molto più famosi a causa della bravura degli attori che li rappresentavano e l'impatto che avevano sul pubblico fra questi vanno citati Arlecchino, Pulcinella, Mezzettino e Truffaldino. Prima di sdoppiarsi nelle due tipologie di servo furbo e sciocco, Zanni era un personaggio a se'stante e che viveva di vita propria.
Le testimonianze iconografiche lo mostrano come il classico villano, costume a falde larghe color beretino (cioè una sorta di canapa non trattata, quindi di un colore beige, tendente al giallo o al grigio) l'abito normalmente indossato dai contadini durante il lavoro nei campi, un cappello particolare largo intorno alla testa ma soprattutto con una visiera lunga, un po' come quello dei goliardi universitari di qualche decennio fa.
La sua maschera è rappresentata di cuoio bianco o quantomeno più chiara rispetto alle maschere nere come quelle di Pantalone o dello stesso Arlecchino.
[modifica] Iconografia di Zanni
Nelle più antiche testimonianze iconografiche Zanni è il servo di Pantalone (che nei primi anni della commedia si chiamerà il Magnifico) nella Raccolta delle incisioni detta Fossard, Zanni viene chiamato Zany Corneto forse a causa del resto del corno che orna la sua maschera, come anche quella di Arlecchino, residuo dell'origine diabolica degli zanni. Nella stessa raccolta di incisioni, databili alla metà del XVI secolo con didascalie scritte in francese, appare già un arlecchino archetipo dello zanni sciocco (Harlequin nel testo).
L'Harlequin è strutturalmente più simile ad un giocoliere che non ad un servo con un abito aderente con qualche rara toppa colorata, è spesso rappresentato in posizioni molto ginniche, ha una maschera nera ma che ancora non ha coperto completamente la faccia, ha i capelli chiari e una barbetta bionda con pizzo alla Don Chisciotte (siamo nel periodo della dominazione spagnola dell'Italia e andava molto di moda portare i baffi e il pizzo alla felipina) e generalmente è senza berretto.
Un'altra testimonianza iconografica molto interessante è quella degli affreschi del Castello Trausnitz a Landshut, qui Zanni è il vero mattatore della commedia affrescata nel 1578 dal pittore veneto Alessandro Scalzi.
Zanni è un vero e proprio deus ex machina delle parti comiche dell'azione dipinta a lato della scalinata chiamata Narrentreppe ovvero scala dei buffoni o giocolieri.
Nei vari affreschi lo vediamo stripellare serenate, rubare il vino al padrone, (sempre il solito Pantalone), e riportarlo a casa bastonato caricato su di un mulo che Zanni fa camminare soffiandogli con un mantice sotto la coda.
Questo ultimo lazzo doveva essere molto diffuso dato che lo ritroviamo anche in una delle innumerevoli incisioni di Jacques Callot, intitolate I balli di Sfessania.
Queste incisioni furono composte nel 1621, quindi nel periodo d'oro della Commedia dell'Arte, durante un viaggio in Italia del disegnatore francese. Il lazzo del mulo e del mantice viene però qui rappresentato da un personaggio più simile ad un Arlecchino al quale evidentemente Zanni aveva già ceduto il passo (in fondo erano passati ventitré anni dagli affreschi di Trausnitz e i personaggi della commedia si erano evoluti).
Ritornando a Trausnitz e agli affreschi dello Scalzi alcuni fanno notare come già nel 1568 alla corte di Monaco (che si trova a pochi chilometri da Landshut dov'è il castello con la Narrentreppe) durante le feste per il matrimonio di Guglielmo V di Wittelsbach con Renata di Lorena venne recitata una commedia dell'arte da artisti dilettanti, perlopiù di origine italiana, ma ciò che colpisce è la corrispondenza tra i personaggi delle due testimonianze e lo svilupparsi simile della trama.
Un sunto di questa commedia fu pubblicata con i nomi degli attori e le parti da loro interpretate.
Naturalmente gli attori di questa commedia non erano dei professionisti ma dei cortigiani improvvisatisi tali per movimentare la festa del matrimonio. Infatti alcuni di loro erano dei nobili come il Livizzano e il Malaspina, altri dei musicisti come lo stesso Troiano, che stese la commedia, e Orlando di Lasso celeberrimo contrappuntista fiammingo già maestro di cappella della Basilica di San Marco di Venezia.
Due fra i primi zanni più famosi furono certamente: Nicolò Barbieri in arte Beltrame e Piermaria Cecchini in arte Frittellino, attori celebri e celebrati (a Frittellino fu pure concesso un quarto di nobiltà dall'Imperatore Mattia in persona) oltre che per le loro opere, a dire il vero poco numerose: una commedia pubblicata da Beltrame e due commedie pubblicate da Frittellino, soprattutto per i loro saggi teorici con i quali cominciarono a fissare quelle che saranno le regole della Commedia dell'Arte.
Il Cecchini ci da uno spaccato di quelle che erano le compagnie e fissò i ruoli in Frutti delle moderne commedie, Barbieri nel suo saggio sull'arte teatrale intitolato La Supplica fissò invece la differenza che ormai aveva spaccato la categoria dell'attore professionista dal saltimbanco o l'attore di strada.
[modifica] Collegamenti esterni
Pietro Bertelli, Zanni (incisione del 1591) [1]
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