Pirrone
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Pirrone (ca. 360 a.C. - ca. 270 a.C.), filosofo greco di Elide, è normalmente considerato come il primo filosofo scettico ed è il fondatore della scuola nota come Pirronismo; visse in semplicità e morì molto vecchio.
Diogene Laerzio, citando Apollodoro, dice che inizialmente fu un pittore, e che sue pitture erano visibili nel ginnasio di Elide. In seguito fu deviato alla filosofia dai lavori di Democrito, e familiarizzò con la dialettica egarica tramite Brisone, allievo di Stilpone.
Pirrone, insieme con Anassarco, viaggiò con Alessandro Magno nella sua esplorazione dell'est, e studiò in India tra i Gimnosofisti e tra i Magi in Persia. Dalla filosofia orientale assunse la volontà di una vita di solitudine. Ritornato a Elide, vivette in povertà, ma fu molto stimato dagli abitanti della sua città natale e anche dagli ateniesi, che gli diedero i diritti di cittadinanza. Le sue dottrine sono note principalmente tramite gli scritti satirici del suo allievo Timone di Fliunte.
[modifica] Il pensiero di Pirrone
Il principio essenziale del suo pensiero è espresso nella parola acatalepsia, che implica l'impossibilità della conoscenza delle cose nella loro intima natura. Contro ogni affermazione, un contraddittorio può essere mosso con egual ragione. Secondariamente, è necessario per questo fatto preservare un atteggiamento di sospensione dell'intelletto, o, come espresse il concetto Timone, nessuna proposizione può essere conosciuta come migliore di un'altra. In terzo luogo, questi risultati sono applicati alla vita in generale. Pirrone conclude che, dato che nulla può essere conosciuto, l'unico atteggiamento adatto alla vita è l'atarassia, "libertà dalla preoccupazioni".
L'impossibilità della conoscenza, anche a riguardo della nostra stessa ignoranza o dubbio, dovrebbe indurre l'uomo saggio a ritirarsi in sé stesso, evitando lo stress e le emozioni che appartengono al mondo delle vane fantasie. Questo scetticismo drastico è la prima e più totale interpretazione di agnosticismo nella storia del pensiero. I suoi risultati etici possono essere confrontati con la tranquillità ideale degli stoici e degli epicurei
La via propria del saggio, diceva Pirrone, è di farsi tre domande. Per prima cosa dobbiamo chiederci cosa sono le cose e come esse sono costituite. Secondariamente, ci chiediamo come noi siamo legati a queste cose. In terzo luogo, ci domandiamo come dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei loro confronti. Riguardo a cosa sono le cose, possiamo solo rispondere che non sappiamo nulla. Noi sappiamo solo come le cose ci appaiono, ma sulla loro essenza intrinseca siamo ignoranti.
La stessa cosa appare differentemente a persone differenti, e di conseguenza è impossibile sapere quale opinione è corretta. La diversità di opinioni fra i saggi come fra gli ignoranti, dimostra ciò. A ogni affermazione ne può essere opposta una contraddittoria con equivalenti buone ragioni, e qualunque sia la mia opinione, l'opinione contraria è sostenuta da qualcun altro che è un giudice competente quanto me. Noi possiamo avere opinioni, ma la certezza e la conoscenza sono impossibili. Di conseguenza il nostro atteggiamento verso le cose (la terza domanda) deve essere la completa sospensione del giudizio. Non possiamo essere certi di nulla, neanche delle affermazioni più banali.
[modifica] Collegamenti esterni
Storia della filosofia | Filosofi | Discipline filosofiche | Opere filosofiche