Ilderico
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Ilderico (c. 460 - 533), Re dei Vandali e degli Alani(523-530) fu il penultimo sovrano del Regno dei Vandali del Nordafrica. Ebbe un ruolo fondamentale nella scomparsa di quest'ultimo, avvenuta nel 534.
[modifica] La vita
Ilderico fu il nipote del leggendario Re Genserico, che fondò il regno dei Vandali in Africa. Suo padre fu il figlio di quest'ultimo, Unerico, e sua madre fu Eudocia, la figlia dell'imperatore romano Valentiniano III. Nonostante i suoi nobili natali già prima della sua salita al trono diventò inviso dalla maggior parte della popolazione poiché, invece di praticare l'arianesimo come i suoi predecessori, Ilderico, così indotto dalla madre, si era da tempo convertito al cattolicesimo, suscitando non poche critiche. A renderlo ulteriormente impopolare di fronte alla propria gente fu la sua omosessualità, considerata dai Vandali come estremamente riprovevole.
Il regno di Ilderico viene ricordato per le eccellenti relazioni che vennero a istaurarsi tra questi e l'Impero Bizantino, a quel tempo guidato dagli imperatori Giustino I e Giustiniano I che vedevano in lui un alleato perché cattolico, discendente da una importante famiglia di antica nobiltà romana e poiché, prima di salire sul trono, aveva vissuto per quasi quarant'anni a Costantinopoli, al seguito della ripudiata Eudocia, dove era rimasto in ottimi rapporti con i membri della corte imperiale. Ilderico permise la nomina di un nuovo vescovo cattolico a Cartagine, capitale dello stato, e molti Vandali iniziarono a convertirsi al cattolicesimo. Questo allarmò la nobiltà vandala, strettamente legata alla religione ariana e alle proprie tradizioni.
Poiché infine al momento della sua ascesa al trono Ilderico aveva all'incirca sessant'anni ed era poco propenso ad occuparsi di questioni militari, preferendo a queste i libri di filosofia e la compagnia dei giovani efebi, si disinteressò completamente delle operazioni belliche dei Vandali e delegò per esse il proprio fratello Hoamer. Nei suoi sette anni di governo l'esercito Vandalo subì numerose sconfitte da parte dei Berberi che strapparono al Regno la Tripolitana.
Dopo sette anni del suo regno, nel 530, la nobiltà vandala, stanca di questo stato di cose, lo depose con un colpo di stato e instaurò al suo posto il capo della rivolta, Gelimero, cugino di Ilderico e come tale facente parte della casata degli Hastingi, il quale si presentò come il difensore della religione dei padri. Dopo essere stato proclamato Re dei Vandali e degli Alani, reinstaurò l'Arianesimo come religione di stato. Ilderico fu imprigionato ma non venne ucciso.
Giustiniano I, che vedeva in Ilderico un alleato e un prezioso interlocutore nel precario equilibrio in cui era venuta a trovarsi il bacino mediterraneo, protestò aspramente contro Gelimero e impose il ritorno al potere di Ilderico. Quando Gelimerò rifiutò dichiarò nel 533 guerra ai Vandali. Ilderico fu allora ucciso per ordine del nuovo Re.
Predecessore: Trasamondo |
Re dei Vandali e degli Alani 523–530 |
Successore: Gelimero |