Conductus
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Nella musica medievale, il conductus è un tipo di composizione vocale di uso paraliturgico, per una o più voci con testo in latino; fa parte dei generi appartenenti alla cosiddetta ars antiqua. Il nome deriva dal verbo latino conducere, indicante in questo caso la processione, svolta all'interno del luogo di culto, che accompagnava il lezionario dal luogo dove veniva conservato al supporto, o ambone, destinato alla lettura ad alta voce, o proclamazione.
L'origine del conductus è da situare con ogni probabilità nel sud della Francia intorno al 1150, e raggiunse il suo massimo sviluppo artistico nella cosiddetta Scuola di Notre Dame, all'inizio del XIII secolo.
Il conductus può essere composto a una o più voci. In questo secondo aspetto, si apparenta all'organum parallelo o al discantus, ma si distingue da queste due procedure compositive per il fatto che la melodia principale - vox principalis, o cantus firmus, o tenor - è una composizione originale, sia per quanto concerne la musica che il testo (in latino), mentre organum e discantus si basano sull'amplificazione di una melodia preesistente, tratta dal repertorio gregoriano. La musica del conductus è in stile omofonico: ossia, le diverse voci hanno il medesimo testo e il medesimo ritmo, nota contro nota (caratteristica questa detta anche omoritmia).
Inizialmente di carattere religioso, con la citata Scuola di Notre Dame ed i suoi maggiori rappresentanti, magister Leoninus e magister Perotinus (rispettivamente ca. 1135-1201 e ca. 1183-1238), questo genere musicale si distaccò dall'ambito liturgico per divenire una composizione di carattere puramente profano.
Insieme con il discantus, il conductus testimonia un percorso storico di accrescimento dell'inventiva, e permette al compositore di distinguersi dallo sfondo conservatore del repertorio liturgico tradizionale - il canto gregoriano - che non permetteva alcuna creatività musicale. Durante il XIII secolo, il conductus utilizza la tecnica dell'organum florido: da questa combinazione nacque un nuovo genere, il mottetto.