Ciaramella
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La ciaramella è uno strumento musicale popolare aerofono della famiglia degli oboi con ancia doppia, cameratura conica e senza chiavi. Il termine ciaramella, deriva dal diminutivo tardo latino calamellus, al femminile calamilla e calamella, derivante a sua volta dalla parola latina calamus, cioè canna. Nei vari dialetti italiani prende il nome ciaramedda, cornetta, totarella, trombetta, bìfara, pipìta.
Questo strumento musicale popolare è diffuso in tutto il centro sud Italia, ma il termine in alcune aree, come ad esempio ciarammelle nell'Alta Sabina o ciarameddi in Calabria designa la zampogna; questo perché sembra che la zampogna stessa sia nata dall'accostamento di due ciaramelle alle quali nell'età dell'Impero Romano è stato aggiunta una riserva d'aria tramite un otre e nel medioevo infine i bordoni.
L'assai lunga ancia doppia viene tenuta fra le labbra; il foro del fuso è conico e la campana terminale è ampiamente svasata.
Raramente è suonata come strumento solista. Generalmente si suona assieme alla zampogna. Possono suonare anche due ciaramelle con la zampogna, o da una coppia di suonatori, o assieme dallo stesso suonatore; questo ultimo utilizzo è tipico dell'area lucana. In Calabria fa anche parte delle bande piluse o fanfare che includono anche una sezione ritmica. L'accostamento zampogna-ciaramella è diffuso grazie agli zampognari itineranti che portano la Novena di Natale. Originariamente l'uso non era legato al solo contesto pastorale e natalizio, ma apparteneva ai più vari contesti.
A questi strumenti Giovanni Pascoli dedica una composizione, "Le Ciaramelle" appunto, nella sua raccolta di poesie "I canti di Castelvecchio".