Chiesa di Padre Pio (Renzo Piano)
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La Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo (1991-2004) su progetto e realizzazione di Renzo Piano è stata inaugurata il 1° luglio del 2004.
Orari di apertura al culto in vigore dal 2 luglio 2004, dalle ore 08:00 alle ore 20:00 (18:30 nel periodo invernale). Ogni giorno viene celebrata la Messa alle ore 11:30. Dal mese di maggio al mese di ottobre (prorogata a novembre se c'è gente) ogni sabato si svolge la fiaccolata Mariana al suo interno alle ore 20:45.
Voluta dai frati per accogliere i milioni di pellegrini che annualmente si recano nella cittadina garganica per devozione al Santo delle stimmate San Pio da Pietrelcina, è adiacente al preesistente santuario, ed annesso convento. Al fine di accogliere un grandissimo numero di fedeli, l'architetto ha concepito una struttura a spirale che copre un grandioso padiglione capace di ricevere ben 6.000 fedeli seduti, con antistante una piazza lunga circa 600 metri che può contenere fino a 30.000 persone per eventi particolari, come la veglia tra il 22 e il 23 settembre. Una sola basilica, tre chiese, la chiesa superiore, la chiesa inferiore e il piazzale.
- La Chiesa Inferiore è situata sotto quella Superiore, è una chiesa di dimensioni pari all'area presbiteriale di quella Superiore (550 mq.), in questa chiesa in futuro potrebbe esser traslata la salma del santo. Può contenere 1000 persone.
- Il pilastro centrale misura metri 4,40 e poggia su un plinto di cemento armato su cui si racconta una storia particolare: per realizzarlo occorrevano condizioni meteorologiche particolarmenti miti, ma era l'11 febbraio del 1998 quando cominciarono le opere per realizzare la gettata, e la temperatura fin a poco tempo prima era rigida. Al momento della gettata il clima divenne particolarmente mite e vi rimase fino al termine della stessa avvenuta il 14 febbraio (74 ore), dopo di che il tempo tornò rigido. Per la realizzazione è stata creata una speciale miscela di calcestruzzo che garantiva nel momento dell'indurimento e maturazione che non si creassero temperature troppo elevate per evitare spaccature nel cemento.
- La Cappella dell'eucarestia è situata alle spalle l'organo monumentale sito nella chiesa superiore. Al suo interno si erge una stele di pietra lavica dell'Etna, alta metri 3,50, realizzata dallo scultore Floriano Bodini. La stele, che parte da una base quadrata e termina in cima in forma ottagonale, al centro contiene la custodia chiusa da due ante scorrevoli le quali portano incisa un'icona in argento sbalzato raffigurante il pellicano, simbolo dell'eucaresia ("O pio pellicano, Gesù Signore, monda con il tuo sangue me immondo" - San Tommaso D'Aquino). Sulle ante laterali vi sono 12 formelle in argento sbalzato raffiguranti scene riferite all'eucarestia.
- La copertura è realizzata in legno e rivestita di rame preossidato per meglio inserirla nel paesaggio. È sostenuta da snelle e modernissime staffe a cerniera a loro volta poggianti su una serie di archi. Questi ruotano dall'esterno verso l'interno intorno ad uno pseudo-pilastro centrale, che rappresenta la pietra angolare, rifacendosi all'etimo dell'architettura romanica anche nei grandi conci di pietra di Apricena, tirantati al loro interno da 6 cavi in acciaio che stabilizzano la struttura in caso di calamità naturali.
- L'esterno è caratterizzato da uno spazio definito ad ovest dalle vetrate della basilica raffigurante scene dell'Apocalisse, a sud da un campanile orizzontale e dalla croce di 40 metri (unico dono di un ente pubblico, la regione Puglia) e da otto aquilotti in pietra realizzati da Mario Rossello, a nord dal boschetto di 24 ulivi secolari (rappresentanti i 12 apostoli e i 12 profeti principali) e da 12 vasche trapeizoidali rappresentanti il fiume Giordano, ed aperto ad est verso il Piazzale del vecchio santuario (Santa Maria delle Grazie) ed il paese.
Analogamente a quanto avviene nella Basilica di San Francesco ad Assisi, l'autore approfitta dell'altimetria del sito per concepire una basilica inferiore, ma più raccolta e dimessa, adiacente a spazi museali e di servizio. Il collegamento fra i due spazi di culto avviene per tramite di una larga rampa elicoidale che richiama alla memoria l'opera di Francesco di Giorgio Martini nel Palazzo ducale di Urbino.
Dell'architettura compartecipano, integrandosi ad essa e così vivificandola:
- L'ambone di Giuliano Vangi che raffigura nella pietra di Apricena la deposizione di Gesù nella tomba e la sua resurrezione dai morti (Maria di Magdala è la protagonista che prima, insieme a Nicodemo (Padre Pio), depone il maestro nel sepolcro, poi la scoperta che il maestro è scomparso e la preoccupazione di Maria, quindi l'incontro con il maestro ed infine l'annuncio a Pietro e Giovanni);
- Il portone di bronzo (porta grande) di Mimmo Paladino che raffigura nelle due ante, il Buon Pastore e Abramo, l'uomo delle stelle; di fianco alla porta grande c'è il fonte battesimale di forma ottagonale e la porta piccola raffigurante il battesimo di Cristo nel Giordano.
- La croce in bronzo di Arnaldo Pomodoro è l'unico elemento che si stacca dal complesso architettonico e pende sopra l'altare per mezzo di tre cavi in acciaio. Rappresenta la sofferenza di Cristo attraverso i chiodi e le spine (cunei); una di queste cade sulla terra e va a formare l'altare. Il giorno in cui l'autore concepì l'opera il cielo era nuvoloso e attraversato da lame di luce del sole. Decise di rappresentare il crocefisso con spine e chiodi: in alcuni momenti della giornata la luce, incanalata da apposito lucernario, crea intensi effetti luminosi sui cunei della croce.