Brendan Behan
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Brendan Behan nasce a Dublino il 23 febbraio del 1923, e muore il 20 marzo del 1964 in seguito ad un coma epatico.
[modifica] Biografia
Oltre ad essere un drammaturgo e uno scrittore, era anche un militante dell'IRA, un imbianchino, un giornalista, un eccellente interprete di ballate popolari irlandesi, e un gran bevitore; così grande che lui stesso si definì un "drinker with writing problems". L'alcool sarà la causa di importanti accadimenti della sua vita: dell'espulsione - a soli 14 anni - dal Fianna Eireann (l'organizzazione che preparava i giovani ad entrare nell'IRA), del diabete e, infine, della sua morte a soli 41 anni.
Una volta accreditatosi come scrittore di successo non si fece sfuggire l'occasione di presentarsi ubriaco in varie trasmissioni televisive inglesi e americane. Nonostante l'espulsione dal Fianna Eireann, Brendan Behan riuscì comunque ad entrare nell'IRA e a svolgere un ruolo operativo all'interno dell'organizzazione. Fece varie spedizioni nel Regno Unito, ma fu arrestato in una di queste nel 1939 a Liverpool. Essendo ancora minorenne venne rinchiuso per tre anni nel carcere minorile Borstal e proprio da questa esperienza nascerà il suo romanzo autobiografico Borstal Boy (Ragazzo del Borstal) (pubblicato nel 1958 e successivamente in italia nel 1960). A soli sedici anni - età dell'arresto - dimostrò di essere pienamente consapevole dei motivi che lo spingevano a combattere per la causa irlandese e contro l'imperialismo inglese. I problemi con la legge non si limitarono alla reclusione nel Borstal perché nel 1942 venne condannato a 14 anni di detenzione per aver sparato (ma non ucciso) a due poliziotti irlandesi durante la commemorazione della rivolta di Pasqua. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale l'amnistia generale gli risparmiò dieci anni di carcere e, nel 1946, uscì di prigione. Nel 1947 venne imprigionato per quattro mesi, questa volta a Manchester, per aver aiutato la fuga di un prigioniero dell'IRA.
Il 1954 fu l'anno che sancì il suo ingresso nel panorama letterario del secolo con la rappresentazione della commedia drammatica "The Quare Fellow (L'impiccato di domani)" al Pike Theatre di Dublino, replicata due anni dopo al Theatre Royal di Londra.
La sua carriera e la sua vita vennero stroncate dal diabete e dall'alcol che, inizialmente, lo costrinsero all'immobilità, tanto da non poter più né leggere né scrivere. Le opere di questo periodo furono incise su nastro e prendono il nome di talk books, pubblicati postumi: Brendan Behan's Island, Confessioni di un ribelle irlandese e Brendan Behan's New York. Tra le sue opere teatrali, oltre alla già citata commedia drammatica "The Quare Fellow", si ricorda "The Hostage (L'ostaggio)", quest'ultima tradotta dall'originale gaelico An Giall.
Scrivere in gaelico faceva infatti parte del suo sogno di ricostruzione della cultura irlandese, e questa fu la lingua in cui scrisse le sue opere giovanilipubblicate su riviste irlandesi. In seguito (a partire dal 1950) riprese a scrivere in inglese.
La produzione di Brendan Behan comprende anche altri scritti tra cui "Hold your Hour and Have Another", "The Scarperer", "Richard's Cork leg", "The Complete Plays", "Poems and a Play in Irish", e una raccolta di racconti inediti intitolata "After the Wake".
Brendan Behan: piccola biografia di un ateo diurno
articolo di Andrea Girelli fonte : http://www.altrairlanda.it
(autorizzata la copia)
"I am a drinker with writing problems." Brendan Behan
Voglio parlarvi di un uomo. Voglio parlarvi di un irlandese. Voglio parlarvi di un eroe.
Voglio parlarvi di tutto questo perché tutto questo è stato Brendan Beahn. Una vita tra luci e ombre, uomo dai volti diversi, ma con un solo grande cuore, "... il più grande che abbia battuto in Irlanda...", parola dell'amico scrittore Flann O'Brien.
Brendan O'Beachain nasce a Dublino, il 9 febbraio del 1923 e lo fa nella famiglia giusta, non c'è che dire. Suo padre Stephen è un attivista repubblicano seriamente impegnato, mentre la madre, Kathleen, è la sorella di Peadar Kearney, famoso esponente nazionalista e autore dell'inno nazionale irlandese.
A soli 11 anni abbandona la scuola cattolica nazionale in cui studia e, qualche tempo dopo, si unisce al Fianna Eireann, un'organizzazione paramilitare dedita alla formazione di giovani leve per l'esercito repubblicano irlandese. Ma ne viene espulso a 14 anni per essersi presentato ubriaco alla commemorazione annuale di Wolfe Tone.
Successivamente svolge per qualche anno le funzioni di messenger boy dell'IRA, ma si stanca presto di prendere ordini, e così nel 1939, in cerca di gloria, decide di raggiungere l'Inghilterra per una spedizione non ufficiale, munito di un kit personale per la fabbricazione di esplosivi. Sbarca a Liverpool ma non fa a tempo a fumarsi una sigaretta che viene subito arrestato su segnalazione. Accusato di associazione finalizzata al terrorismo, sfugge alla pena capitale per via della minore età e viene rinchiuso per tre anni nel carcere minorile di Borstal.
Il carcere sortisce buoni effetti sull'animo bollente del giovane Behan che pian piano scopre la futilità dell'odio antibritannico, motivo principale del racconto autobiografico The Borstal Boy. Nello stesso periodo viene però scomunicato dalla chiesa cattolica a causa delle sue convinzioni nazionaliste; un duro colpo per un giovane cresciuto in una famiglia decisamente osservante. E così Brendan Behan inizia a vivere la sua religiosità per conto suo, ancora una volta slegato da quelle regole a cui risulta essere totalmente claustrofobico. In seguito amerà definirsi un "ateo diurno", uno spavaldo di giorno che, spaventato dalle tenebre notturne, si rivolge al conforto religioso solo occasionalmente, quasi di nascosto. Un po' come faccio io.
Nel 1941 viene rilasciato ed espatriato con un'ordinanza di deportazione e non ritorno. "Confessioni di un ribelle irlandese", pubblicato postumo, inizia da qui, dal ritorno nell'amata Irlanda, e prosegue con una serie di incredibili avventure di cui, ovviamente, il nostro eroe è l'indiscusso protagonista.
La continua intolleranza nei confronti di qualsiasi forza coercitiva, sia esso l'esercito britannico o la polizia locale, si manifesta drammaticamente quando, nell'aprile del 1942, durante la commemorazione dell'Easter Rising, Behan spara a due poliziotti irlandesi mancandoli entrambi da soli 15 metri. Dopo una breve fuga, viene catturato e condannato a 14 anni di reclusione. "Gli hanno dato un anno per ogni metro da cui è riuscito a mancarli!" è il commento sarcastico del padre, Stephen Behan. Trascorre quattro anni in carcere, poi, nel 1946, l'amnistia generale postbellica gli ridona la libertà.
Negli anni successivi si dedica seriamente alla scrittura: poesie in gaelico, articoli di giornale, collaborazioni con riviste, tra cui alcune pornografiche. In alternativa, tra fugaci scappattele nella Parigi esistenzialista e soggiorni nelle prigioni inglesi, svolge occasionalmente la professione di imbianchino, una vera e propria arte di famiglia tramandatagli dal padre.
Il successo letterario arriva con il dramma The Quare Fellow (1960), presentato al Pike Theater di Dublino e replicato a Londra, Parigi, Berlino e New York. Segue The Hostage che vince un premio al festival del Theatre des Nations. E infine il suo lavoro più famoso, The Borstal Boy.
All'inizio degli anni 60, l'imbianchino Brendan Beahn, ex militante dell'IRA e bevitore incallito, è una leggenda vivente, fuori e dentro l'Irlanda. Riconosciuto dai critici come l'ennesimo genio letterario irlandese, è comunque più famoso tra la gente comune per via degli ampi spazi che i giornali dedicano alle sue bravate. Più di una volta, infatti, si presenta agli show televisivi leggermente ebbro e, a volte, disperatamente ubriaco. In qualche caso inoltre è il protagonista delle cronaca quotidiana per aver pestato, in stato di ebrezza, agenti di polizia o clienti di locali da lui frequentati.
L'alcol diventa il suo nemico numero uno. Brendan prova a disintossicarsi ma perde la partita e le sue condizioni peggiorano anche a causa di una grave forma di diabete, diagnosticata troppo tardi. L'impossibilità di sedersi allo scrittoio a causa delle pessime condizioni di salute, inducono Behan a cercare un metodo alternativo per poter continuare la sua produzione letteraria e tenere fede agli impegni contrattuali. Recupera così la figura dello storyteller e da vita ai talk books, ovvero libri scritti a voce e registrati su cassetta.
Due anni più tardi Brendan Behan si arrende definitivamente alla malattia e il 20 marzo 1964 muore di coma epatico al Meath Hospital. La leggenda racconta che, sul letto di morte, una suora gli abbia bagnato le labbra con una garza umida e lui, sorridente, l'abbia ringraziata dicendo "Ah, bless you, Sister, may all your sons be bishops". L'amore della gente per il loro raccontastorie è testimoniato dal fatto che il funerale di Brendan Behan è ricordato come uno dei più grandi e seguiti dopo quelli di Parnell e Michael Collins.
Brendan Behan è stato un uomo come tanti e un eroe come pochi. Ha lasciato una produzione letteraria e teatrale di riconosciuta qualità e un ricordo benevolo di sé alla gente d'Irlanda. Non viene quasi mai ricordato tra gli eroi nazionali per questo suo essere mito e antieroe al tempo stesso. Dopo tutto, così tanti difetti ed una morte così poco epica non si addicono certo ad un esempio da seguire. Eppure Brendan Behan è ancora nel cuore di tanti irlandesi e il modo migliore di ricordarlo non è citarlo nei noiosi e ammuffiti libri di storia, ma alzare una pinta di scura o un bicchiere di whiskey e brindare "Slainte!".