Termoformatura
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Motivazione: taglio poco adatto, da sistemare e wikificare.
La termoformatura, si differenzia dal procedimento di stampaggio ad iniezione, proprio per lo stato in partenza della plastica impiegata nel ciclo produttivo (Lastra/film per termoformatura e granulo per iniezione), e per la relativa attrezzatura necessaria per il processo di lavorazione/trasformazione, nonché l'opportunità di scegliere ed intraprendere a monte una delle due tecniche (termoformatura o iniezione)in base alla quantità di pezzi da produrre. Se le quantità di pezzi da produrre risultano essere limitate (...in termini di qualche migliaio, ritengo fino a diecimila pezzi annui in diversi spots) la termoformatura risulta essere più conveniente dell'iniezione per i seguenti motivi.Il costo delle attrezzature necessarie per lo sviluppo di un articolo (stampi, ed attrezzatura di taglio e sgrossatura) di piccola tiratura produddiva in termoformatura, è relativamente basso rispetto ai costi da affrontare per le medesime attrezzature per l'iniezione. La flessibilità di un impianto per termoformatura, macchina termoformatrice di dimensioni diverse (Lunghezza x Larghezza x Altezza) risulta essere migliore e più adatta alle piccole serie di produzione di cui sopra, con possibilità di cambio stampi e relativo set-up, in tempi decisamente più brevi, rispetto al set-up di una macchina ad iniezione.La termoformatura si ottiene con il sottovuoto o vacuum,o in combinata vacuum+stiramento con ausilio di controstampi, dove la lastra di materiale plastico preriscaldata si adagia sullo stampo per aspirazione, copiando tutte le sinuosità dello stampo stesso, (sottosquadri, inglobamenti di accessori metallici, plastici, o speciali), in un ciclo continuo variabile in termini di minuti,dall'appoggio della lastra sulla macchina, al ritiro del pezzo termoformato raffreddato mediante aria semplice o doccia d'acqua. Un limite della termoformatura, è la bassa velocità di produzione rispetto alla tecnica ad iniezione, lo stiramento non costante ed uniforme della plastica sulle sinuosità dello stampo, ma viceversa il suo grosso pregio è la possibilità di stampare anche spessori sottilissimi, che la tecnologia ad iniezione non permette per limiti tecnici propri all'iniezione che deve "sparare"/canalizzare la plastica liquida a distanza dal punto dell'iniettore, e trattandosi di spessori finissimi, la plastica stessa non ce la fa a completare il percorso dello stampo, in tempo utile prima del suo raffreddamento. Comunque osservare entrambe le tecnologie di trasformazione, fa comprendere quanto sia "magica" la plastica, ma soprattutto la possibilità di riutilizzo, che la stessa plastica offre N volte prima di essere buttata. La scala di utilizzo/reutilizzo risulta essere ampia, salvo verificarne l'opportuna convenienza economica, ma possiamo impiegare la stessa lastra vergine per costruire un lunotto per aerei supersonici high-tech, passare attraverso numerosi altri riutilizzi intermedi, fino al bitume per asfalti speciali, che oggi vengono ormai adottati per le loro migliori qualità rispetto ai normali bitumi d'asfaltatura. Con il riutilizzo della plastica, si genera anche un risparmio di materie prime che non si rinnovano in natura, e questo a mio avviso non rende la plastica nemica dell'uomo, sempre che se ne faccia utilizzo opportuno. La termoformatura non consente estrema precisione nelle tolleranze dimensionali dell'oggetto che si va a stampare, rispetto alle tolleranza più strette possibili con la tecnica ad iniezione, ma spesso è possibile aggirare il rigore di una perfetta precisione dimensionale, agendo a monte sulle quote dello stampo ed utilizzando sistemi intelligenti (computer assistiti)di pre-riscaldamento e riscaldamento parzializzati, in dotazione della macchina operatrice. Anche i tempi ed i modi di esposizione al raffreddamento dell'oggetto termoformato, contribuiscono alla precisione dimensionale finale dell'ggetto termoformato, ed il giusto compendio dei diversi steps di produzione, determinano l'affidabilita e la relativa costanza dimensionale. Per dare una struttura abbastanza rigida all'oggetto termoformato, si studiano le nervature che percorrono ed intrecciano l'oggetto stesso, mediando tra l'aspetto di funzionalità contemporaneamente all'estetica, che spesso anch'essa ha la sua importanza. Spesso per studiare gli aspetti di rigidità in contemporanea all'estetica dell'oggetto, vengono ingaggiati ingegneri aeronautici, i quali hanno dimestichezza più di altri con la matematica che calcola le probabilità di rottura degli oggetti. Ho riscontrato questo nella progettazione degli interni dei frigoriferi domestici, che vengono tutti prodotti in termoformatura.
