Teoria del flogisto
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La teoria del flogisto è una teoria alquanto vaga ed errata, in quanto fu successivamente smentita ed abbandonata dopo che fu resa pubblica la legge della conservazione della massa di Antoine Lavoisier. Tale teoria fu elaborata dal tedesco Georg Ernst Stahl (1660-1734), grande medico appassionato di chimica, che propose la teoria del flogisto per spiegare la combustione.
Oggi la combustione, in chimica, è schematizzabile come:
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- combustibile + comburente = prodotti + calore
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Secondo Stahl, invece:
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- carbone = ceneri + flogisto
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Ovvero, da ciò che afferma Stahl, tutte le sostanze che bruciano sono ricche di flogisto (dal termine greco indicante fiamma). Riteneva che i metalli fossero ricchi di flogisto mentre le calci, gli attuali ossidi, ne fossero privi. Oggi queste considerazioni sono tracciate in modo scientificamente corretto dal principio di infiammabilità. Le fasi salienti della sua teoria erano le seguenti:
- ogni materiale infiammabile contiene flogisto;
- quando una di tali sostanze brucia, perde la sua componente flogistica;
- il fuoco individua il rapido passaggio del flogisto all'esterno della sostanza.
Questa teoria ebbe molto successo perché permetteva di spiegare l’ottenimento dei metalli dalle calci. Il carbone, ricco di flogisto, ne donava durante la combustione alla calce, l'ossido, che si trasformava in metallo. L’aria aveva una utilità indiretta in quanto serviva da mediatore, catturava il flogisto in uscita dalla legna per passarlo alla calce. In pratica, tra il metallo e il flogisto s'affermava la seguente relazione:
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- metallo = calce + flogisto
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La relazione che Stahl individuò, tra ossigeno e flogisto, è la seguente:
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- Aggiungere ossigeno = togliere flogisto
- Togliere ossigeno = aggiungere flogisto
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Nel XVII secolo la transizione tra alchimia e scienze chimiche vere e proprie era ancora in corso; moltissimi concetti che oggi daremmo per scontati, quali pressione, temperatura o fasi della materia, non erano ancora affatto compresi. Nonostante fosse completamente sbagliata, per un certo tempo provvide un'ipotesi di lavoro che in apparenza spiegava molti fenomeni naturali. Non stupisce quindi che la teoria del flogisto apparisse allora così chiara e perfetta da essere catalogata come una delle più grandi scoperte dell'epoca, rimanendo nella mente e nelle teorie dei chimici per quasi un secolo. Fu solo tra il 1770 e il 1790 che Antoine-Laurent Lavoisier fu in grado di confutare questa teoria e dimostrò che la verità era ben diversa.
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