Teatro di rivista
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Il Teatro di Rivista, comunemente denominato Rivista (da non confondersi con l'omonima pubblicazione periodica cartacea) fu un genere di spettacolo leggero che in Italia conobbe la massima popolarità tra la fine degli anni '30 e la metà degli anni '50, collegato tra la progressiva sparizione dei vecchi generi teatrali come il varieté, il Café-Chantant, l'Operetta e l'avanspettacolo, fino alla grande affermazione della commedia musicale.
Il Teatro di Rivista era un misto di prosa, musica, danza e scenette umoristiche ispirate all'attualità spicciola e ai tradizionali cliché erotico-sentimentali, uniti da un tenue filo conduttore e dalla presenza di personaggi fissi come la soubrette.
Lo splendore delle scene e la spettacolarità delle coreografie sono altrettanti elementi caratteristici del genere, sorto in Francia alla fine dell'Ottocento grazie ai fratelli Cogniard, che abbandonarono gli studi di medicina per dedicarsi al teatro leggero ("La biche au bois", "La chatte blanche",...). Nel primo dopoguerra ebbe una grande fortuna in America (grazie all'impresario Florenz Ziegfeld, ideatore delle "Ziegfeld Follies") e in tutta Europa, con attori e soubrettes quali Mistinguett, Joséphine Baker, Maurice Chevalier e Fritzy Massary.
Nel nostro paese, tra i suoi maggiori rappresentanti si ricordano Ettore Petrolini, Erminio Macario, Totò, Carlo Dapporto, Renato Rascel, Gino Bramieri e tanti altri. Tra le soubrette più celebri vanno citate almeno Isa Bluette, Anna Fougez, Milly e l'indimenticabile Wanda Osiris. L'era delle soubrette si concluse con l'avvento di attrici brillanti (Delia Scala, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Bice Valori e tante altre) che diedero nuovo impulso e statura artistica alla loro figura, non privilegiando soltanto l'aspetto della bellezza.
Soprattutto negli anni della seconda guerra mondiale, il Teatro di Rivista rappresentava un modo per sognare, per distogliere il pensiero dalla crudeltà della guerra e farlo volare in posti esotici e paradisiaci grazie alle mastodontiche e sfarzose scenografie, oppure distrarsi con le gambe delle ballerine e con le esilaranti battute dei comici.