Teatro dell'Oppresso
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[modifica] Teatro dell'Oppresso
"Il T.d.O. non è una serie di ricette, un catalogo di soluzioni già conosciute: è un lavoro concreto su una situazione concreta, in un momento dato, in un luogo determinato. È uno studio, un'analisi, una ricerca. Se in Italia l'oppressione è più sottile, può essere che i mezzi per combatterla siano più sottili; se è più sofisticata, dovremo forse trovare delle forme più sofisticate. Una cosa è certa: se l'oppressione esiste. bisogna farla cessare. Il T.d.O. ha due principi fondamentali: in primo luogo aiutare lo spettatore (individuo passivo, ricettivo, depositario) a trasformarsi in protagonista di un'azione drammatica, in soggetto, in creatore; in secondo luogo a cercare di non accontentarsi di riflettere sul passato, ma di preparare il futuro. Tutti gli spettatori devono essere coscienti che il tema trattato si riferisce a qualcosa che sta effettivamente per succedere. Che accadrà? Così occorre prepararsi! Non basta avere coscienza che il mondo deve essere trasformato: occorre trasformarlo! Per questo compito immenso il T.d.O. può aiutare un po'"
Le tecniche del TdO possono venire applicate in svariati campi: Interventi sul territorio, prevenzione del disagio giovanile, prevenzione AIDS, razzismo, progetti genitori, carcere, casa di riposo, malattia mentale, tossicodipendenza, scuole (gestione di conflitti nei collegi docenti), educazione alla pace, progetti interculturali, come strumento legislativo, formazione di educatori, ecc.
In Italia, esistono diversi gruppi operanti sul territorio con attività di spettacoli e di formazione. Tra questi, l'associazione Giolli, l'associazione Livres Como O Vento, oltre a diversi gruppi segnalati anche sul sito internazionale del TdO.