Serravalle (Vittorio Veneto)
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Serravalle è il quartiere nord della città di Vittorio Veneto. Vanta antiche origini medievali.
[modifica] Storia
Il borgo di Serravalle, situato nella parte nord della città di Vittorio Veneto (provincia di Treviso), vanta origini molto antiche che, secondo alcuni studiosi, sarebbero da far risalire all'epoca romana. Purtroppo le testimonianze a riguardo sono troppo poche. Unendo e confrontando le ricostruzioni storiche di molti autori ho potuto fare una sintesi di ciò che è stata la storia di questo pezzo di città. Secondo la tradizione popolare Serravalle sarebbe esistita sin dai primi secoli dopo Cristo come presidio sulla via, che tramite la Val Lapisina, collegava Opitergium con il Norico e la Stiria (la via ad Danuvium?).
I Romani, infatti, potevano essere interessati a difendere i ricchi carichi di metallo provenienti da nord. Altro motivo poteva essere quello di difendere la sottostante Ceneda (fondata presumibilmente nel 46 d.C.) dalle incursioni di barbari.
Tuttavia ciò lascia molti dubbi. Infatti Roma lasciava agli stessi coloni il compito della difesa del territorio e pare quindi strano che, all’interno dell’Impero, a settecento chilometri dal confine, l’Impero si assumesse un onere suppletivo di difesa con tanto di mura e fortificazioni vicino ad un centro poco importante.
Di conseguenza la tesi più probabile è che vi fosse un piccolo centro fortificato a Ceneda, probabilmente un municipium, senza alcuna fortificazione permanente nella zona di Serravalle. Ciò non toglie che ci possa esser stato, specialmente verso la fine dell’Impero, un campo trincerato temporaneo nei pressi della stretta di Serravalle, ma di questo non ci è giunta alcuna notizia. Si sa per certo, però che molti territori attorno a Ceneda vennero dati in possesso ad alcuni veterani dell’esercito
Altre vicende non documentate sono quelle di Madrucco e di sua figlia S. Augusta. La leggenda vuole che questo dignitario Goto, arrivato nella zona abbia fatto edificare un castello sul Marcantone (il colle ad ovest rispetto alla chiusa), una torre ad est (la Turris Nigra) e abbia fatto martirizzare la figlia allorché la seppe cristiana.
Anche qui c’è qualcosa che non quadra. Infatti i popoli nomadi guerrieri che invasero l’Italia in quel periodo si insediavano all’interno o nei pressi delle città da loro depredate e inoltre non possedevano particolari capacità costruttive, quindi è impossibile che il castello e la torre (che secondo gli ultimi studi sarebbe veneziana), di cui ormai non restano che poche tracce, siano stati edificati in quel periodo. Per quanto riguarda S. Augusta, il suo culto si è radicato in età moderna e pare quindi poco probabile sia morta nel quinto secolo. Altra ipotesi su questa santa è che sia stata la figlia di Teodorico Amalasunta, che una volta morto il padre assunse il potere e fu per questo uccisa da un gruppo guerrieri goti. Trasportata la sua salma a Serravalle da alcuni suoi fedeli sarebbe diventata S. Augusta (questo nome all’epoca non esisteva, ma sarebbe il femminile di Augusto, cioè l’imperatore). E’ chiaro che si tratta di una tesi assai fantasiosa.
Con l’arrivo dei Longobardi viene fondato il Ducato di Ceneda, secondo in Italia dopo quello di Cividale.
Il loro sistema amministrativo è gestito da Duchi nei centri maggiori e Sculdasci e Decani in quelli minori, inoltre i territori limitrofi vengono dati in consegna agli Arimanni, ovvero uomini liberi, i quali sono sottoposti direttamente al Re, hanno il dovere di difendere e fortificare le terre e hanno il diritto di sfruttarle.
Essendo diventata Ceneda capoluogo di un vasto territorio prealpino, ed essendo contrapposta a Oderzo, città bizantina, si può avanzare l’ipotesi che la stretta di Serravalle sia stata data in consegna a un gruppo di Arimanni, col fine di costituire una retroguardia fortificata che proteggesse il territorio montano nel caso Ceneda fosse stata presa. L’importanza del compito assegnato loro si possono giustificare opere imponenti come le fortificazioni sulle pendici della chiusa. I Franchi al loro arrivo (dopo la sconfitta dei Longobardi ad opera di Carlo, detto in seguito Magno) trovano quindi trovano una città ducale (Ceneda) dove da poco si era insediato un vescovo (il primo è Valentiniano, nel 713, il secondo Massimo) e una linea difensiva a Nord che essi si affrettarono a consolidare. È inoltre da attribuire ai Franchi la costruzione del Castrum, o meglio, del castello di Serravalle. È nota, infatti l’abitudine di costoro di organizzarsi secondo un sistema feudale basato sui castelli.
Nel 903 un invasione di ungari incendia Ceneda , Serravalle resiste, poiché meglio fortificata. Nel 951 il Vescovo di Ceneda riceve il titolo di conte da Ottone I, in virtù del Privilegium Othonis. Tra il X e il XI secolo Venezia, con l’apertura delle vie commerciali con l’Oriente innesca un vivace dinamismo, sia nell’economia che nella politica, in tutta la zona.
Infatti sia a Ceneda che a Serravalle torna a svilupparsi il commercio, decaduto durante l' alto medioevo, specialmente dopo Carlo Magno, nascono nuovi borghi con case e magazzini per i mercanti, che cominciano ad espandere entrambe le città. Nasce il comune di Conegliano e sorgono gli insediamenti di Collalto e Colfosco (in comune di Susegana). Proprio in quest’ultimo nasce l’omonimo casato e con la sua ultima esponente, Sofia, si hanno le prime documentazioni certe su Serravalle. A lei infatti appartenevano alcune case e una chiesa (quella di S. Margherita) nel piccolo centro, era stata infatti erede dei vescovi-conti di Ceneda ; inoltre pare fosse proprio lei padrona di Serravalle tant’è che la cede al Vescovo. Essa si era sposata con Guecellone II da Camino, capostipite della casata chiamata precedentemente da Montanara (o da Montaner).
Questa dinastia comincia con Guicillo, nobile Longobardo che costruì il castello di Montaner, suo figlio Guido nel 1014 riceve il titolo di Conte da Enrico II di Sassonia, e in seguito Guecellone I costruisce il castello di Camin vicino a Oderzo, a lui seguono Gabriele e Guecellone II.
Costui fu il primo a porsi il problema della grandezza della Signoria, estendendo i suoi domini e sposando Sofia da Col fosco nel 1160 (citata sopra), che si dice abbia marciato alla testa del suo esercito contro il Barbarossa come un’amazzone.
Il Vescovo di Ceneda, volendosi assicurare fedeltà, ma soprattutto la difesa dalla più potente signoria della Marca, cede nel 1174 Serravalle ai Caminesi con la clausola di ritornarglielo nel caso non ci fossero eredi maschi (come successe nel 1335), i quali ne sono molto avvantaggiati in quanto punto strategico nel mezzo dei loro feudi sparsi tra il Bellunese e la Marca.
Con l’iniziare del tredicesimo secolo Serravalle è già un centro urbano ben avviato, i da Camino, infatti favoriscono il commercio. Nel 1226 viene fatta costruire da Gabriele III la chiesa di S. Giustina (vicino all’omonimo monastero iniziato nel 1200) sull’imbocco della Valmareno, e viene affidata inizialmente ai monaci cistercensi di Follina (beneficiati tempo prima da Sofia), specializzati nella bonifica, nel disboscamento e nel dissodare, e in seguito ai benedettini di Padova, con l’obbiettivo di umanizzare la vallata.
Nel 1233 essendo stati divisi i beni della casata Serravalle diviene capoluogo del Feudo e cominciano le guerre interne alla famiglia dei da Camino, che si divide tra i Camino di Sopra e di Sotto, con rispettivamente il Bellunese con Serravalle e la Marca come possedimenti.
Di queste lotte ne approfitta Ezzelino da Romano che dopo un assalto nel 1234 tenta di nuovo l’assedio nel 1247 fresco della conquista di Belluno e Feltre, ma i Serravellesi, forti dell’esperienza e avendo appena iniziato la produzione di spade per le quali diverranno celebri, riuscirono a sconfiggere il Padovano che fu “con molta strage ributtato” l’anno successivo. Ebbe tuttavia più fortuna nel 1250, quando, con Tolberto dei Da Camino di Sotto conquistò con grande atrocità la stretta. Nel 1303 venne consacrata la chiesa di S. Andrea, ancor oggi una delle più belle di Vittorio Veneto.
Furono ospitati da Gherardo III (fervente guelfo) molti personaggi illustri come Corso Donati e Dante Alighieri, e si narra che durante la sua signoria non siano mancati né pane né feste.
I da Camino furono inoltre per quasi un secolo anche signori di Treviso, ma vennero cacciati tragicamente nel 1312. L’ultimo esponente dei Caminesi di Sopra, signori di Serravalle fu Rizzardo VI il quale morì nel 1335. Sua moglie fu Verde della Scala, ella però diede alla luce solo una bimba e quindi, secondo i patti, avrebbe dovuto cedere il feudo al Vescovo Ramponi. Tuttavia, giunto in città suo fratello Mastino con le truppe, si rifiutò di restituirlo. Il Conte Vescovo con le sue truppe iniziò una guerra contro le milizie dei dalla Scala e dei da Camino, e giunti in soccorso di costui i Veneziani, vinse la guerra nel 1337 e la cedette ai Veneziani come garanti della sua difesa.
Qui si apre la fase più importante, significativa (e interessante) della storia di Serravalle, che, sotto il serenissimo governo divenne tra il quattrocento e il cinquecento uno dei centri mercantili, artistici e manufatturieri (ricordiamo la produzione di spade per la quale questo borgo è celebre) più importanti del Veneto.