Rogerio Frugardi
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Rogerio Frugardi conosciuto anche come Ruggero Frugardo, Magister Rogerius Salernitanus, Roggerio di Frugardi (figlio di Frugardo medico a Parma), Rogerius Parmensis esercitò l’arte medica presso la Scuola Medica Salernitana probabilmente intorno alla metà del XIII secolo. Scrisse un trattato di chirurgia, Practica Chirurgiae un testo noto anche come Chirurgiae Magistri Rogerii in quanto sarebbe stato compilato da un suo discepolo, Guido d'Arezzo.
Questo testo è molto importante nella Storia della Chirurgia perché ci consente di appurare lo stato dell’arte a quell’epoca. Si sviluppa in quattro libri dedicati alle varie parti del corpo: testa, collo, torace ed arti superiori, arti inferiori. Parte da una accurata trattazione anatomica frutto di studi autoptici praticati in particolare sui maiali, e dopo aver descritto l’aspetto patologico, conclude con la terapia. E’ stupefacente la descrizione che si fa di alcune tecniche chirurgiche riguardanti la sutura dei vasi sanguigni con fili di seta, quelle riguardanti la cura delle lesioni viscerali nella traumatologia aperta dell’addome, le tecniche di trapanazione del cranio e la terapia medica del gozzo con spugne ed alghe contenenti iodio.
Rogerio fa anche riferimento all’utilizzo della spongia somnifera, una spugna imbevuta con estratti di varie sostanze, compreso l’oppio, che serviva evidentemente a dare qualche sollievo ai pazienti operati limitando la percezione del dolore e che era stata già utilizzata dagli antichi romani.
Il suo testo, considerato il primo testo di chirurgia italiana, rappresenterà la base della chirurgia medioevale e sarà ripreso da altri grandi chirurghi oltre che essere usato nelle prime università quali quelle di Bologna e di Montpellier. Lo stile è semplice, asciutto, e privilegia la descrizione rispetto alle lunghe e dottrinali citazioni di altri Autori, tipico di un ‘manuale’ pratico piuttosto che di un ‘trattato’ erudito di chirurgia.
E’ il connotato dei Maestri della Scuola Medica Salernitana che, tra gli altri avrà il pregio di sancire il principio che la chirurgia venga esercitata da persone abilitate da un corso di studi e da un adeguato tirocinio pratico contrariamente a quanto era accaduto fino ad allora, quando la chirurgia era stata demandata ai cerusici e norcini privi di qualsiasi cultura.
[modifica] Testi Consigliati:
- Giuseppe Penso, La Medicina medioevale, Ciba-Geigy Edizioni, 1991
- Leonard D. Rosenman, The Chirurgia of Roger Frugard,X libris Corporation, 2002