Redemptor Hominis
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Redemptor Hominis (queste due parole sono l'inizio del testo latino e si traducono: "il Redentore dell'uomo") è il nome della prima enciclica scritta da papa Giovanni Paolo II. Essa costituisce quasi un manifesto del suo pontificato, indicando come priorità l'analisi dei problemi dell'uomo contemporaneo; le soluzioni che essa propone vogliono partire da una profonda comprensione della persona umana. L'enciclica fu promulgata il 4 marzo 1979, meno di cinque mesi dopo l'inizio del suo pontificato.
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[modifica] Contenuto dell'enciclica
L'enciclica esamina i maggiori problemi su cui il mondo si confrontava in quel periodo. Giovanni Paolo II ha iniziato il suo pontificato durante una fase di crisi interna della Chiesa cattolica, crisi alla quale allude nell'introduzione dell'enciclica, dichiarando comunque la sua convinzione che anche tante energie positive sono all'opera nella chiesa, per cui "questa nuova «ondata» della vita della Chiesa" è "ben più potente dei sintomi di dubbio, di crollo e di crisi" (RH 5).
Redemptor Hominis afferma che la soluzione a questi problemi può essere trovata attraverso una comprensione più profonda della persona, sia della persona umana, sia della persona di Cristo. Per fare questo, l'enciclica si rifà ripetutamente alla corrente filosofica del personalismo, approccio caro al Papa anche nel resto del suo pontificato.
L'enciclica inoltre vuole preparare la Chiesa all'imminente terzo millennio, che viene chiamato dal Papa un "nuovo Avvento della Chiesa" (RH 1).
L'indice della Redemptor Hominis (RH) è così strutturato:
- I – Introduzione (n. 1-6)
- II - Il mistero della redenzione (n. 7-12)
- III - L'uomo redento e la sua situazione nel mondo contemporaneo (n. 13-17)
- IV - La missione della chiesa e la sorte dell'uomo (n. 18-22)
[modifica] L'umanità del mistero della redenzione
Giovanni Paolo II indica le dottrine fondamentali dell' incarnazione e della redenzione quali prove supreme dell'amore di Dio per l'umanità:
«L'uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l'amore, se non s'incontra con l'amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perciò appunto Cristo Redentore rivela pienamente l'uomo all'uomo stesso»
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(RH 10)
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In risposta a questo amore ogni uomo che voglia conoscere veramente se stesso, non importa quanto debole egli sia, deve avvicinarsi a Cristo:
[modifica] Critiche ai governi atei
Senza nominarlo esplicitamente, Redemptor Hominis analizza il comunismo, sistema basato sull' ateismo, sistema che è stato vivo anche in Polonia, terra nativa del Papa, ateismo che è stato "programmato, organizzato e strutturato in un sistema politico" (RH 11). A livello filosofico, Giovanni Paolo II lo ritiene un sistema inumano. Citando Sant'Agostino d'Ippona ("ci hai fatti per te, [Signore], e il nostro cuore. non ha posa finché non riposa in te."), Giovanni Paolo II afferma che l'uomo ha un profondo e naturale bisogno di Dio (come è dimostrato dall'anelito verso il trascendente presente in ogni religione) per completare a pieno la sua umanità. Quindi, dichiara, i sistemi che, come il comunismo, negano questo essenziale aspetto dell'umana natura, sono fondamentalmente difettosi ed intrinsecamente incapaci di soddisfare i bisogni umani più profondi che riempiono la vita umana.
Questo concetto filosofico sta alla base di tutti i suoi interventi di notevole efficacia, sia nel criticare il comunismo che durante i suoi viaggi.
In particolare denuncia l'opposizione dei governi alla libertà religiosa come un attacco alla dignità propria dell'uomo:
[modifica] Impegno missionario e libertà religiosa
Premonendo i suoi famosi viaggi intorno al mondo, Giovanni Paolo II insiste sul bisogno di portare il messaggio di Dio a "tutte le culture, a tutte le concezioni ideologiche, a tutti gli uomini di buona volontà" con il giusto "atteggiamento missionario". Questo atteggiamento, fa notare, deve cominciare con la giusta considerazione di ciò che «c'è in ogni uomo», mettendo di nuovo l'enfasi sul tema del personalismo. Continua dicendo che la corretta espressione dell'atteggiamento missionario non è distruttiva, bensì inizia dal costruire su ciò che già c'è.
Giovanni Paolo II usa questo concetto quale base di un altro tema centrale del suo pontificato: quello della libertà religiosa. Partendo dalla dichiarazione del Concilio Vaticano II nel Dignitatis Humanae (Dichiarazione sulla Libertà Religiosa), il papa insegna che ogni opera missionaria della Chiesa deve cominciare da "una profonda stima per l'uomo, per il suo intelletto, la sua volontà, la sua coscienza e la sua libertà." Continua dicendo che la Chiesa cattolica è il vero custode della libertà umana. Al contempo ricorda il rispetto per le altre religioni da parte della Chiesa, redarguendo così, implicitamente, i governi comunisti che vietano la libertà di culto.
[modifica] L'unione di Cristo con ogni persona
Riguardo un altro aspetto del tema personalista, Giovanni Paolo II scrive che non basta parlare dell'unione di Cristo con l'uomo come di una unione impersonale di Cristo con l'Umanità intesa come un agglomerato uniforme: "Non si tratta dell'uomo «astratto», ma reale, dell'uomo «concreto», «storico». Si tratta di «ciascun» uomo, ...."
Invece, dice, Cristo raggiunge ogni uomo nella sua individualità. Cosicché ogni persona possa fare il proprio cammino, e dalla personale esperienza dell'amore di Cristo per lui, in quanto individuo, possa derivarne la realizzazione delle proprie potenzialità. Allo stesso modo, la missione della Chiesa sta nel raggiungere ogni uomo, singolarmente:
[modifica] Le paure dell'uomo
Giovanni Paolo II scrive che ciò di cui l'uomo ha maggiormente paura è il risultato delle sue stesse creazioni: il disastro ecologico conseguenza dello sfruttamento incondizionato delle risorse naturali, e la paura causata dal crescente potere militare che implica la minaccia della distruzione totale, "una inimmaginabile autodistruzione, di fronte alla quale tutti i cataclismi e le catastrofi della storia, che noi conosciamo, sembrano impallidire. "
Giovanni Paolo II mette in evidenza che, sebbene lo sviluppo tecnologico e materiale rappresenti un autentico segno della grandezza dell'uomo, esso suggerisce una domanda inquietante: questo progresso, il cui autore e fautore è l'uomo, rende la vita umana sulla terra, in ogni suo aspetto, «più umana»? La rende più «degna dell'uomo»? " E ancora, la persona umana deve essere la misura di ciò che è buono e non è fatta solo per produrre e accumulare. L'enciclica insegna che, anche se contrariamente alle sue intenzioni, ogni sistema puramente materialistico, che essenzialmente ignora la persona umana, condanna definitivamente l'uomo a essere uno schiavo del proprio prodotto.
Denunciando il disequilibrio delle risorse economiche, un altro motivo ricorrente del suo pontificato, Giovanni Paolo II incita ad una maggiore attenzione ai problemi dei poveri. Ancora una volta, insiste sul fatto che la soluzione sta in una maggiore responsabilità morale costruita su una più profonda comprensione della dignità della persona umana, come insegnato da Cristo stesso nella sua descrizione del Giudizio universale nel Vangelo secondo Matteo 25,31-46
[modifica] La missione di insegnare della Chiesa
Anticipando un tema che sarà sviluppato ampiamente nell'enciclica Veritatis Splendor (1993), Giovanni Paolo II ribadisce la responsabilità della chiesa nella sua missione profetica di indicare ed insegnare al mondo la verità. Egli indica anche l'importanza della catechesi, che è l'insegnamento della dottrina della fede, un cui punto culminante sarà successivamente la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
[modifica] Il sacramento dell'Eucaristia e della Penitenza
L'enciclica nella sua parte finale ha una sezione sull' Eucaristia, ancora un altro tema che ha contraddistinto il pontificato di Giovanni Paolo II. Sottolineando che l'Eucaristia "è il centro e il vertice di tutta la vita sacramentale" (RH 20), il pontefice richiama il consueto tema dell'unione personale con Cristo della persona che entra in un così intimo contatto con Cristo stesso attraverso il sacramento eucaristico.
Giovanni Paolo II inoltre porta il tema del personalismo nel suo rispondere a una controversia del periodo post Concilio Vaticano II, relativo al sacramento della riconciliazione. In alcuni casi, tale sacramento era amministrato contemporaneamente a più persone, senza la previa confessione individuale dei propri peccati. Giovanni Paolo II insiste contro questa pratica sacramentale perché l'incontro con Cristo che perdona è diritto di ogni uomo, e viceversa:
[modifica] Maria
Iniziando una consuetudine che sarebbe poi diventata una costante in tutte le sue encicliche, nell'ultima parte del documento Giovanni Paolo II si concentra sulla figura di Maria. In particolare, egli invita la Chiesa (intendendo tutti i membri della Chiesa, non solo la gerarchia) a prendere Maria come madre e modello per il nutrimento del mondo.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
Weigel George, Witness to Hope: The Biography of John Paul II, Harper Collins, New York, 1999, ISBN 0060932864.