Raimondo Montecuccoli
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Raimondo Montecuccoli fu un condottiero, un diplomatico ed uno scrittore che nacque il 21 febbraio 1609 nel castello di Montecuccolo, vicino a Pavullo nel Frignano (in provincia di Modena), dal feudatario del borgo, il conte Galeotto, e da Anna Bigi, di buona famiglia ferrarese, dama d'onore della duchessa presso la corte estense.
Nel 1616 il conte Galeotto venne nominato governatore di Brescello, vicino al Po, nel territorio attuale della provincia di Reggio Emilia, e la famiglia vi si trasferì. Deceduto il padre nel 1619, Raimondo fu accolto alla corte del cardinale Alessandro d'Este, vescovo di Reggio e fratello di Cesare, duca di Modena. Il cardinale sognava di avviare il promettente ragazzino alla carriera ecclesiastica e finanziò i suoi studi anche dopo la propria morte nel 1624.
Ma più che la carriera ecclesiastica, era quella militare ad affascinare il giovane Raimondo; andò quindi in Austria e decise di arruolarsi come soldato semplice. Solo nel 1629 ebbe il grado di alfiere. Da allora, anno dopo anno, scalò tutti i gradi della gerarchia militare fino ad essere nominato, al momento della morte, "Principe e Conte dell'Impero; Luogotenente generale e Feldmaresciallo; Signore di Hohenegg, Osterburg, Gleiss e Haindorf; Presidente dell'Imperial Consiglio Aulico Militare; Gran Maestro dell'Artiglieria e Fortificazioni; Governatore della Regione di Győr e Colonnello - proprietario di un Reggimento di Cavalleria; Reale Consigliere Segreto; Camerlengo e Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro".
Montecuccoli partecipò a tutte le campagne militari d'Europa dal 1625 al 1675, dalla Guerra dei Trent'Anni (1625-1648) in poi. Fu nella Guerra di Castro in Emilia, 1643 - 1644, vinta sotto il suo comando supremo dagli alleati (Modena - Parma - Firenze - Venezia). Fu Comandante supremo nella vittoriosa Campagna di Polonia (1657-1659) e nella Guerra col Turco (1661-1664), conlusasi con la sua celebrata vittoria a capo della coalizione cristiano-imperiale sul fiume Raab del 1 agosto 1664. Partecipò aanche alla Campagna del Reno contro la Francia (1672-1675).
Raimondo Montecuccoli uscì dunque sempre vittorioso da tutte le campagne che condusse come comandante in capo. Oltre che un grande militare, il conte modenese fu anche un grande scrittore, nonché uomo politico e diplomatico di primo piano, sulla scena europea del XVII secolo. Ebbe grande influenza sulla conversione al cattolicesimo della regina Cristina di Svezia, essendo allo stesso tempo diretto interlocutore della regina, del papa e dell'imperatore.
Montecuccoli ha come scrittore un posto di spicco nella letteratura italiana del Seicento. Negli scritti, per la maggior parte di argomento militare, si può ritrovare tutta la sua cultura: matematica, architettura, botanica, storia antica, ecc. E vari sono i suoi stili: la poesia, la diaristica, le preghiere, la corrispondenza. Le sue principali opere, scritte fra il 1640 e il 1670 sono: Delle battaglie, Trattato della guerra, Dell'arte della guerra e Aforismi dell'arte bellica.
Ugo Foscolo pose alla base dell'incisione che apre la sua edizione degli Aforismi l'epigrafe: Raimondo Montecuccoli. Con gli scritti rese eterno quanto aveva compiuto con le sue gesta.
Il 31 maggio 1657 Raimondo Montecuccoli sposò la principessa Margarethe von Dietrichstein, e ne ebbe in dote la proprietà del feudo di Hohenegg in Austria, il cui castello diventò la sua abitazione preferenziale. Ebbe tre figlie e un figlio; al figlio fu dato il nome di Leopoldo Filippo, essendo stato suo padrino l'imperatore Leopoldo I. Nel 1675 ci fu la campagna del Reno, la guerra dell'Impero asburgico contro la Francia di Luigi XIV, che mise Montecuccoli di fronte al maresciallo Turenne (che vi morì). Il confronto fra i due grandi condottieri fu ricordato con ammirazione da Voltaire e da Napoleone.
Raimondo Montecuccoli morì per emorragia a 71 anni, il 16 ottobre 1680, a Linz, dove si era rifugiato per sfuggire alla peste. Aveva disposto nel testamento di essere sepolto a Vienna, nella chiesa (architettura) dei Gesuiti dei Nove Cori Angelici. Ugo Foscolo definì Raimondo Montecuccoli "il maggiore e il più dotto fra i capitani nati in Italia dopo il risorgimento dalla barbarie". Nell'idea del Foscolo la barbarie è il Medio Evo, quindi Raimondo Montecuccoli è indicato come il più grande ed erudito capo militare italiano dell'epoca moderna.
A Raimondo Montecuccoli fu intitolato un celebre incrociatore leggero della Marina Militare Italiana (che con il varo del gemello Muzio Attendolo divenne anche un tipo della classe "Condottieri"); varato nel 1931, ricopertosi di gloria durante la Seconda Guerra Mondiale, consegnatosi a Malta dopo l'8 settembre, fu poi nave scuola e venne disarmato nel 1967.