Proserpina
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Proserpina (lat.Proserpina) è la versione romana della dea greca Persefone o Kore. Il nome potrebbe derivare dalla parola latina proserpere ("emergere") a significare la crescita del grano. Infatti, in origine, fu senza dubbio una dea agreste.
Viene anche identificata con la dea Libera. Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell'Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del Lago Pergusa ad Enna, la trascinò sulla sua biga trainata da quattro cavalli neri, ne divenne la sposa e fu regina degli Inferi. Dopo che la madre ebbe chiesto a Zeus di farla liberare, poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. I Greci si spiegavano così l'alternarsi delle stagioni.
Il suo culto a Roma fu introdotto accanto a quello di Dis Pater (assimilato a Ade), nel 249 a.C..
Si celebrarono allora in loro onore i Giochi Tarantini, così chiamati, più che a causa della città di Taranto, da una località nel campo di Marte, il Tarentum.
Oggi è a lei intestato l'ateneo della città di Enna cui fu profondamente legata, l'Università Kore di Enna.
[modifica] Bibliografia
- Marco Tullio Cicerone, De natura deorum II,66
«…A Dis Pater si ricollega Proserpina (il nome è di origine greca, trattandosi di quella dea che i Greci chiamano Persefone) che simboleggerebbe il seme del frumento e che la madre avrebbe cercata dopo la sua scomparsa.…»
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(Marco Tullio Cicerone, De natura deorum II,66)
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- Valerio Massimo Factorum et dictorum memorabilium libri IX II 4,5
- Sant'Agostino d'Ippona, De Civitate Dei IV,8
- Claudio Claudiano De Raptu Proserpinae
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