Post-impressionismo
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Al post-impressionismo si rifanno tutti quegli orientamenti artistici che si svilupparono in Francia nell'ultimo ventennio dell'Ottocento.
Non si trattò di una vero e proprio movimento riconosciuto, ma di un momento nuovo di ricerca e di assimiliìazione di ciò che avevano fatto gli Impressionisti.
Dopo l'impressionismo occorreva un processo di ricerca quasi infinito che divenne sempre più personale.
Nelle opere dei post-impressionisti si possono ancora intravedere elementi che legano la loro pittura all'impressionismo quali: tracce della pittura di tocco e il colore inteso non in senso assoluto; la pittura basata sul contrasto tra colori complementari; il dato di osservazione dal vero e la trasparenza realistica di alcuni elementi. Elementi per cui la loro pittura si allontana dall'impressionismo sono: il ripristino della linea di contorno e del disegno e di conseguenza il ritorno all'utilizzo del marrone e del nero; la stesura del colore in campiture piatte e monocromatiche; la tendenza al linearismo e la predilezione per la bidimensionalità. Altre caratteristiche comuni ai post-impressionisti furono il rifiuto della sola impressione visiva, la tendenza a cercare la solidità dell'immagine, la certezza e la libertà del colore.
Fra i più importanti post-impressionisti vanno ricordati Paul Cézanne, Paul Gauguin, Harry Lachman, Henri Rousseau, Georges Seurat, Henri de Toulouse-Lautrec e Vincent van Gogh, che influenzeranno significatamente tutta l'arte pittorica del Novecento, ed il movimento divisionista italiano. Tra i post-impressionisti italiani si possono ricordare Dante Conte e Gino Paolo Gori.