Politicamente corretto
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L'espressione politicamente corretto (in inglese politically correct), indica quel linguaggio che, diplomaticamente, è privo di termini che possano essere considerati discriminatori.
I discorsi, gli scritti o qualunque altro tipo di messaggio che vorrà considersi politically correct dovrà essere privo, nel linguaggio e nelle idee, di qualunque tipo di pregiudizio legato a caratteristiche somatiche, etnia, religione, orientamento sessuale, età o menomazioni.
L'uso di questa espressione nella corrente accezione si può ricondurre agli Stati Uniti degli anni '30 ed alla sinistra comunista statunitense dove questa veniva utilizzata per indicare l'ortodossia partitica.
Politically Correct è anche il successivo movimento di idee d'ispirazione liberal e radical delle università americane (in particolare nella University of Michigan ad Ann Arbor, Michigan) che alla fine degli anni '80 si proponeva, nel riconoscimento del multiculturalismo, la riduzione di alcune consuetudini linguistiche giudicate come discriminatorie ed offensive nei confronti di qualsiasi minoranza: afro-americans (afro-americani) sostituisce blacks, niggers e negros (negri), gay sostituisce i molti appellativi riservati agli omosessuali, diversamente abile sostituisce handicappato, disoccupato sostituisce nullafacente. Il movimento nacque in risposta al rapido aumento di episodi di razzismo tra gli studenti; furono approntati ed imposti dei codici di condotta verbale (speech codes) con i quali si voleva scoraggiare l'uso di epiteti offensivi: il ripetuto mancato rispetto di questi codici veniva sanzionato con richiami ufficiali che avrebbero potuto influire negativamente sulla carriera accademica.
Opinione comune è che il politically correct costituisca una forma di ipocrisia, un modo per rimuovere le parole ma non (necessariamente) i problemi: chiamare afroamericani e diversamente abili gli ex negri e gli ex handicappati infatti è ben altra cosa dal rimuovere il razzismo e le barriere architettoniche. Nella sua versione migliore, tuttavia, il politically correct non si propose di "risolvere" determinati problemi, ma ha inteso invece fissare delle norme preliminari per una civile discussione su di essi. Come spiega Furio Colombo in America e libertà, rivolgendosi a un certo gruppo etnico o culturale nei termini che il gruppo stesso ha scelto, si dimostrano un rispetto e una volontà di dialogo che aumentano le possibilità di successo nella discussione successiva.
[modifica] Curiosità
- Per eliminare riferimenti sessisti, alcuni esponenti del movimento proposero di sostituire la parola waitron a waiter e waitress (cameriere) e il consiglio comunale della città di Sacramento (California), propose di sostituire al termine manhole (tombino) la parola personhole.
[modifica] Bibliografia
- America e libertà: Da Alexis de Tocqueville a George W. Bush, Furio Colombo, Baldini Castoldi Dalai, 2005
- Igiene verbale. Il politicamente corretto e la libertà linguistica, Crisafulli Edoardo, Vallecchi, 2004
- L'ombra del potere. Il lato oscuro della società: elogio del politicamente scorretto, Bonvecchio C., Risé C., Red, Como, 1998
- Le buone maniere, D'Urzo V., Il Mulino, 1997, ISBN: 8815059989
- La cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto, Hughes R., Adelphi, 1994, ISBN: 8845910938
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) The origin and nature of Political Correctness (Natura ed origine del Politicamente Corretto)
- Pistola dell'ostrega, articolo di Umberto Eco su L'Espresso (rubrica: La bustina di Minerva)
- Articolo: È possibile un linguaggio "politicamente corretto"?