Oriente Moderno
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Oriente Moderno è una delle testate più antiche dell'orientalistica italiana riguardante l'area vicino-orientale moderna e contemporanea. Edita fin dal 1921 a Roma dall'Istituto per l'Oriente (poi diventato Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino), la rivista fu diretta fino all'anno della sua morte (1938) dal massimo arabista e islamista della sua generazione, il prof. Carlo Alfonso Nallino, titolare nell'Università degli studi di Roma "La Sapienza" della cattedra di "Lingua e Letteratura Araba", che dell'Istituto era stato, insieme al sen. Amedeo Giannini, uno dei fondatori.
La rivista fu poi diretta dal prof. Ettore Rossi, titolare a Roma della cattedra di "Lingua e Letteratura Turca" e, dopo la sua morte nel 1955, dal prof. Paolo Minganti, ordinario a Roma di "Lingua e Letteratura Araba". Dopo la sua scomparsa nel 1978 Oriente Moderno fu diretto dal prof. Gianroberto Scarcia, ordinario di Lingua e Letteratura Persiana nell'Università "Ca' Foscari" di Venezia, quindi dal prof. Giovanni Oman, ordinario di "Lingua e Letteratura Araba" nell'allora Istituto Universitario Orientale di Napoli e infine dal prof. Claudio Lo Jacono, ordinario di "Storia del Vicino Oriente islamico" nell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale".
La rivista ha mantenuto fino al 1980 una cadenza mensile e una strutturazione in una Sezione Storico-Politica e una Sezione Culturale, oltre a una "Cronologia" che aveva lo scopo precipuo di identificare sulla stampa in lingua locale le notizie più rilevanti sotto il profilo storico, istituzionale, economico, sociale e culturale dei singoli paesi del Vicino Oriente arabo e islamico, ma anche cristiano ed ebraico, collazionandole poi sulla più autorevole stampa internazionale.
Dopo il 1980 Oriente Moderno è diventata una rivista quadrimestrale che ospita articoli e recensioni e, sotto la direzione di Lo Jacono, sono stati pubblicati dal 1995 diversi numeri speciali monotematici, con contributi dei migliori studiosi internazionali in inglese, francese, tedesca e spagnolo, e con inserti più o meno ampi in lingua araba, persiana e turca.