Napster
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Napster era un servizio di file sharing creato da Shawn Fanning che ebbe uno dei più forti impatti su Internet durante l'anno 2000. La sua tecnologia permise lo scambio e la condivisione di file MP3, provocando una imponente violazione di massa del copyright. Il servizio fu nominato "Napster" dal nickname adottato da Fanning.
Napster fu il primo sistema di peer-to-peer di massa e divenne disponibile nell'autunno del 1999. Tuttavia non era un peer-to-peer puro in quanto utilizzava un sistema di server centrali che mantenevano la lista dei sistemi connessi e dei file condivisi, mentre le transazioni vere e proprie avvenivano direttamente tra i vari utenti. Infatti questo è un sistema molto simile al funzionamente dell'instant messaging. Tuttavia già esistevano dei mezzi relativamente popolari che facilitavano la condivisione dei file, per esempio IRC, Hotline, e Usenet.
[modifica] Le azioni legali
Napster permetteva di scambiarsi quasi esclusivamente file MP3. Il risultato fu un sistema che si distingueva per la possibilità di scegliere moltissimi file musicali. Quasi immediatamente, nel dicembre del 1999, le major discografiche iniziarono un'azione collettiva di giudizio contro Napster. Questa azione fece una grande pubblicità a Napster e gli utenti decollarono fino a raggiungere il picco di 13,6 milioni nel febbraio 2001 (informazione ottenuta da: comScore Media Metrix).
I sostenitori di Napster furono sconcertati a causa del processo. Per loro, sembrava che il file sharing fosse la caratteristica principe di internet e consideravano Napster essenzialmente un motore di ricerca. Molti notarono che qualsiasi tentativo di chiudere Napster avrebbe spinto gli utenti ad utilizzare altri mezzi per lo scambio di files su internet (cosa che puntualmente è avvenuta mediante software peer-to-peer tipo Audiogalaxy, Morpheus e Kazaa). Analogamente i sostenitori di Napster erano sconcertati da come i media descrivevano il servizio, come se fosse un sito web invece che un programma, e questo faceva credere che Napster fosse esso stesso un distributore di file musicali protetti da copyright, piuttosto che un programma che facilitava la condivisioni degli stessi.
Nel luglio 2001, un giudice ordinò ai server Napster di chiudere l'attività a causa della ripetuta violazione di copyright. Il 24 settembre 2001 la sentenza fu parzialmente eseguita. L'accordo prevedeva che Napster pagasse come indennizzo 26 milioni di dollari come risarcimento per i danni del passato, per utilizzo non autorizzato di brani musicali e 10 milioni di dollari per royalties future. Per poter pagare queste parcelle, Napster tentò di convertire il servizio da gratuito a pagamento. Un prototipo fu testato nella primavera del 2002, ma non fu mai reso pubblicamente disponibile.
Il 17 maggio 2002, Napster venne acquistato da Bertelsmann AG per 8 milioni di dollari.
Secondo i termini dell'accordo il 3 giugno 2002 Napster chiese l'applicazione del Capitolo 11 al fine di mettersi sotto protezione delle leggi degli USA. Il 2 settembre 2002, un giudice fallimentare bloccò la vendita a Bertelsman imponendo a Napster di liquidare i suoi asset secondo le disposizioni contenute nel capitolo 7 che regolavano i casi di bancarotta negli U.S.A. La maggior parte dei dipendenti di Napster venne licenziata e il sito web chiuse affiggendo la scritta: "Napster era qui".
Dopo la chiusura di Napster vennero rilasciati diversi programmi peer-to-peer di condivisione files, tra i quali possiamo annoverare Morpheus e Kazaa. Ormai questi programmi hanno superato come utenze quelle di Napster come sorgente primaria di condivisione files MP3.
Il server centrale utilizzato da Napster divenne un obiettivo perseguibile legalmente (tuttavia un programma Napigator permetteva al software di Napster di collegarsi con dei server non ufficiali), in quanto su di esso operava un'attività illegale, rendendo Napster colpevole di negligenza per non aver effettuato i relativi controlli per evitarla. Altri sistemi ibridi come KaZaA e Audiogalaxy sono stati colpiti dall'industria discografica, invece sistemi peer-to-peer puri come Morpheus e LimeWire basati sul protocollo Gnutella hanno dimostrato la difficoltà da parte delle major di chiuderli, a causa della loro natura a server decentralizzati.
[modifica] Sviluppi recenti
La Roxio è la ditta che acquistò gli asset di Napster durante l'asta fallimentare, con lo scopo di usarli per un nuovo servizio a pagamento. Il servizio soprannominato "Napster 2.0" venne rilasciato con una beta release a New York il 9 ottobre 2003, entrando pienamente in funzione il 29 ottobre. Napster 2.0 non è un servizio peer-to-peer e somiglia pochissimo al Napster originale salvo nel nome e nel logo. Fu uno dei tanti servizi di musica on line legale che sorsero sulla scia dei successi dell'iTunes Music Store della Apple Computer.
Lunedì 27 ottobre 2003, esattamente 48 ore prima del lancio ufficiale di Napster 2.0, Napster inviò una lettera alla stampa dal suo sito web dichiarando che nel novembre 2003 gli utenti avrebbero potuto acquistare delle carte di credito al costo di 14,85$ da Safeway, Ride Aid, CompUSA, BestBuy, e ExxonMobil. Questa carta avrebbe consentito agli utenti tramite un PIN di utilizzare Napster 2.0 per poter scaricare per sempre musica del servizio (la frase è una palese contraddizione: "… to give 15 credits for permanent download of music from the Napster 2.0 service …" cioè "…per dare 15 crediti di download permanente dal servizio Napster 2.0 …"). In un altro comunicato stampa Microsoft annuncia che Windows XP Media Center Edition 2004 avrebbe incorporato il servizio Napster 2.0. Recentemente, in Ottobre, Napster e Samsung hanno firmato un accordo che prevede il primo Player Samsung Napster che rende disponibile l'acquisto presso negozi elettronici di brani musicali in tutti gli U.S.A.
Il 23 febbraio 2004, Roxio annuncia che Napster 2.0 ha venduto 5 milioni di brani dal suo lancio nell'Ottobre 2003, e attirando approssivatimente 1,5 milioni di sottoscrittori. Tuttavia sono numeri molto lontani dalle vendite effettuate dalla Apple Computer con i suoi iTunes Music Store che il 15 ottobre 2004 ha venduto il brano numero 150.000.000 circa 580 giorni dall'apertura del servizio.