Matteo di Edessa
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Matteo di Edessa , (in armeno Մատթէոս Ուռհայեցի — Matevos Urhayetsi), fu uno storico armeno del XII secolo. Abate superiore del convento di Karmir Vanq (Convento Rosso), vicino la città di Kessoun, a est di Marash, prima sede del trono di Baldovino I di Gerusalemme. Nonostante le sue conoscenze storiche e il suo stile letterario siano alquanto limitati, esso rimane tuttavia la fonte primaria per gli eventi storici della regione avvenuti nella sua epoca. Fervente patriota armeno, egli era ostile sia alla Chiesa greca che a quella Romana, ed era un fervido nemico dei Franchi, di cui condannava l'avidità e il dispotismo. Siamo debitori a questo storico della testimonianza di due documenti di primaria importanza per la storia della regione:
- una lettera dell'imperatore bizantino Giovanni I di Bisanzio al re Ashot III Bagratuni .
- il resoconto del discorso fatto dal sovrano in esilio bagratide Gagik II all'imperatore Costantino X Ducas nella Cattedrale di Hagia Sofia a Costantinopoli, riguardo le differenze dottrinali tra la chiesa greca e quella armena.
La cronaca di Matteo di Edessa ricopre circa due secoli e va dalla seconda metà del IX secolo alla prima metà dell'XI secolo. Rappresenta una utile fonte per la storia delle prime Crociate, e della lotta tra Bizantini e Arabi per il controllo della Siria settentrionale e dell'Asia Minore.
A causa del suo fervore patriottistico in favore dell'Armenia, egli si rivelò ostile non solo a Franchi e Greci, ma anche ai Siriani, e, secondo la testimonianza dello storico arabo Abul-Faraj, morì assassinato durante l' assedio di Edessa da parte dell' atabeg (governatore selgiuchide) di Mosul, Zengi.