Mastino napoletano
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Mastino napoletano | |
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Classificazione FCI | |
Gruppo | Gruppo Pinscher e Schnauzer- Molossoidi e Cani Bovari Svizzeri (2) |
Sezione | Molossoidi (2) |
Standard | n. 197 del 27/11/1989 (en ) |
Nome | Mastino Napoletano |
Tipo | |
Origine | Italia |
Altezza al garrese | Maschio 65-75 cm.
Femmina 60-68 cm. |
Peso ideale | Maschio 60 - 70 kg.
Femmina 50 - 60 kg. |
Lista di razze canine |
Il mastino napoletano è una razza canina che deriva dai molossoidi rustici, diffusi nelle campagne delle regioni meridionali italiane.
Le prime notizie sulla razza sono da ricercare nelle citazioni del Canis Pugnax pesante,l'antico molosso romano impiegato nelle arene contro le belve, ma anche nella guardia alle ville di campagna. Il tipo leggero veniva impiegato dalle legioni come cane da guerra, ma era un animale versatile, usato anche nella caccia alla grande selvaggina, nella conduzione delle mandrie e per la difesa personale.
Col passare dei secoli, abbandonate le arene e i legionari, il molosso italiano ha mantenuto il suo "posto di lavoro" al fianco di mandriani, carrettieri, cacciatori e... briganti (celebri sono le sue rappresentazioni nei quadri settecenteschi di Bartolomeo Pinelli).
La razza si è così mantenuta (nelle due varianti), in forme rustiche, selezionata in base alla funzionalità nel lavoro, fino alla metà del XX secolo, quando il grande cinofilo Piero Scanziani fece conoscere, o meglio riscoprire, dalla cinofilia ufficiale, la tipologia "pesante", il mastino allevato principalmente nelle campagne napoletane e avellinesi.
Vale la pena di citare le parole con cui Scanziani ricorda il suo incontro con Guaglione, il capostipite dei libri genealogici del nostro mastino: “Lo riconobbi all’istante: era uno dei cento che Paolo Emilio il Macedonico aveva portato in Roma al suo trionfo. Era il gran cane d’Epiro, figlio degli assiri, nipote dei tibetani, era il Molossus. Guaglione dall’alto dei suoi secoli, mi fissava imperturbabile, occhi non ostili e non gentili, sguardo che non dà e non chiede: rimira. Rimirava Arno, tenuto al mio guinzaglio. Arretrai ricordando D’Annunzio: molosso pronto ad azzannar senza latrato. Guaglione divenne patriarca.”
Inizialmente vennero mantenute le denominazioni "cane 'e presa", "molosso italiano", "cane mastino", "cane corso", poi attorno alla metà degli anni '60, venne stabilita (forse a seguito di pressioni da parte delle organizzazioni cinofile locali) la denominazione di "mastino napoletano".
La razza fu successivamente perfezionata dal grande allevatore Mario Querci, con lo storico affisso di allevamento "di Ponzano", che riuscì a selezionare un tipo di cane che rispecchia l'odierno Mastino. Oggi la razza in Italia e nel Mondo è molto diffusa anche se, inevitabilmente, si tende a privilegiare una selezione impostata sull'esasperazione dei caratteri estetici, con una deriva verso l'ipertipo, pesante, linfatico, poco reattivo e funzionale.
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