La dama con l'ermellino
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La dama con l'ermellino |
Leonardo da Vinci, 1488-1490 |
olio su tavola, 54,8 × 40,3 cm |
Cracovia, Czartoryski Muzeum |
"La dama con l'ermellino (Ritratto di Cecilia Gallerani)" è un dipinto ad olio su tavola di cm 54,8 x 40,3 realizzato tra il 1488 ed il 1490 dal pittore Leonardo da Vinci.
Il dipinto è oggi conservato al Czartoryski Muzeum di Cracovia, dopo aver subito un restauro per rimediare ad alcuni danneggiamenti subiti durante la II guerra mondiale. Pur essendo stato nascosto nei sotterranei di un castello infatti, il dipinto venne trovato dai soldati nazisti che avevano invaso la Polonia, e quando fu ritovato recava in un angolo l'impronta di un tallone.
In alto a sinistra, la scritta apocrifa "LA BELE FERONIERE LEONARD DA WINCI".
La storia di questo dipinto può essere ricostruita soltanto a partire dalla fine del XVIII secolo, in quanto fino a quel momento non veniva attribuito a Leonardo. Dopo una revisione critica però, che ha modificato una serie di attribuzioni, il dipinto è oggi universalmente indicato come un'opera di Leonardo. Molti critici vi ravvisano il ritratto di Cecilia Gallerani, una della amanti del duca Ludovico Sforza, protettore di Leonardo a Milano, che all'epoca del dipinto doveva avere circa 16 anni. Sembra inoltre che, oltre che per la bellezza estetica, Cecilia fosse molto apprezzata a corte, e anche da Leonardo, soprattutto per la propria intelligenza.
L'ermellino sottintendeva una sottile sciarada intellettuale perché in greco si chiama galere, quindi richiama il nome Gallerani. Inoltre nei vestiari medievali l'ermellino rappresentava alcune virtù, tra cui l'equilibrio e la pacatezza; nelle intenzioni di Leonardo tali virtù sarebbero state trasferite di riflesso a Cecilia Gallerani, grazie anche all'atteggiamento praticamente identico della dama e dell'animale.
La dama volge il capo come se stesse per rivolgersi a qualcuno che sta sopraggiungendo nella stanza ed al tempo stesso ha l'imperturbabilità solenne di un'antica statua.
Un impercettibile sorriso aleggia sulla labbra di Cecilia: per esprimere un sentimento Leonardo preferiva accennare alle emozioni piuttosto che renderle esplicite.
Le lunghe, eleganti dita di Cecilia che accarezzano l'animale testimoniano la sua delicatezza e la sua grazia aristocratica.
L'ermellino è dipinto con precisione e vivacità. Per il suo pelo bianco, l'animale era considerato simbolo di purezza.
Dai raggi X emerge che dietro la spalla sinistra della dama era anticamente dipinta una finestra; ecco il motivo di quella luce così intensa e dall'effetto dei riflessi che noi oggi vediamo.
[modifica] Curiosità
L'animale raffigurato in realtà non è un ermellino, ma un furetto. È questa la conclusione cui sono giunti diversi etologi che hanno esaminato il quadro prestando particolare attenzione alla fisionomia dell'animale. Del resto, l'ermellino è un animale selvatico, mordace e difficilmente ammaestrabile, di conseguenza sarebbe stato molto difficile poterlo utilizzare come modello per un quadro di Leonardo che era notoriamente molto lento e riflessivo nelle proprie opere di pittura. Al contrario il furetto può essere addomesticato quasi alla stregua di un gatto, oltre ad essere un animale realtivamente semplice da trovare nelle campagne lombarde dell'epoca (a differenza dell'ermellino che privilegia climi decisamente più rigidi).