Ingurtosu
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Ingurtosu è una frazione del comune di Arbus ed è stata insieme a Montevecchio sede di una delle più importanti miniere dalla Sardegna.
Il suo nome deriva da su gurturgiu un avvoltoio grifone che popolava i cieli di quest’area.
Oggi è un villaggio semidiroccato e quasi deserto ma, abitato fino alla fine degli anni ’60, era arrivato ad ospitare quasi cinquemila persone ed era il centro direzionale delle miniera di Irgurtosu e di quella vicina di Gennamari le quali facevano parte del complesso minerario chiamato filone di Montevecchio dove si estraevano piombo, zinco e argento. La miniera iniziò la sua attività nel 1855 e all'inizio del XX secolo raggiunse la massima espansione. La prima crisi, con il licenziamento di molti operai, si ebbe nel 1943. Nel dopoguerra l'attività riprese ma il declino era ormai avviato e nel 1968 la miniera fu definitivamente chiusa.
Nel villaggio minerario vi si trovavano il palazzo della direzione, chiamato “il castello”, costruito verso il 1870 in stile neomedievale ad imitazione di un palazzo tedesco e posto in posizione dominante, le abitazioni degli impiegati, la chiesa, lo spaccio, la posta, il cimitero e persino un ospedale.
Lungo la vallata che collega il villaggio al mare si trovano alcuni pozzi minerari, tra cui il pozzo Gal recentemente restaurato, e gli imponenti ruderi della laveria Brassey, costruita nel 1900, in località Naracauli. La vallata termina poi nelle splendide Dune di Piscinas dove i minerale estratto veniva trasportato con una piccola ferrovia, costruita nel 1871, per essere imbarcato.
Oggi Irgurtosu è un monumento di archeologia industriale mineraria e fa parte di una vasta area dichiarata “patrimonio culturale dell’umanità” dall’Assemblea Generale dell’UNESCO e del nascente Parco Geominerario Storico e Ambientale della Regione Sardegna.