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Impiego dei carri armati nella seconda guerra mondiale

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Voce principale: Carro armato.

Voce principale: Seconda guerra mondiale.

Nel corso della seconda guerra mondiale i carri armati furono usati praticamente per tutta la guerra, in questa voce si vuole indicare l'impiego dei carri armati nelle battaglie che li videro utilizzati da entrambi gli schieramenti, senza uno studio storico della battaglia stessa (alla cui voce si rimanda), ma solo per chiarire l'influenza dell'impiego dei carri sull'esito dei combattimenti.

Indice

[modifica] Beda Fomm - Nord Africa - 1941

Italiani M13/40, L 3
Britannici Cruiser A 13, Tankette Mk VI

All'inizio della guerra la X Armata italiana era penetrata in territorio egiziano, occupando Sidi el Barrani, a pochi chilometri dal confine con la Libia, con una forza essenzialmente di fanteria, appoggiata da poche brigate di carri, per lo più sui carri leggeri L 3 o su carri medi M 11/39, di scarso valore bellico.

Il 9 dicembre due divisioni corazzate britanniche accerchiarono questa massa di fanteria (Operazione Compass), provocando uno dei disastri militari più notevoli di tutta la guerra. La X Armata fu costretta a ritirarsi combattendo per tutta la Cirenaica, ma una forza britannica, tagliando l'arco della costa dall'interno, il 7 febbraio occupò Beda Fomm, chiudendo la ritirata a quanto restava della grande unità italiana.

Per tentare di riaprire il varco furono lanciati nella mischia i pochi carri medi M13/40, appena arrivati in Africa. Il tentativo fu frustrato dall'artiglieria inglese, che si era mossa con i carri, ed il destino della X Armata fu segnato.

[modifica] Operazione Crusader - Nord Africa - 1941

Tedeschi Pz Kpfw II Ausf E, Pz Kpfw III Ausf G
PzKpfw IV Ausf D
Italiani M13/40
Britannici Crusader Mk I, M3 Stuart (Honey)
Valentine Mk I, Matilda Mk II

Dopo la distruzione della X Armata l'Oberkommando des Heeres (l'Alto Comando dell'esercito tedesco) decise di inviare in Africa una divisione leggera (5° Leichtedivision) al comando del Generale Rommel. Rommel, appena arrivato, senza attendere che i ranghi della divisione fossero completati ed in aperto contrasto con gli ordini ricevuti, lanciò un'offensiva contro le forze britanniche, riconquistando tutta la Cirenaica, eccettuata la città di Tobruk, che rimase sotto assedio, e penetrando in Egitto fino al Passo Halayfa.

Dopo un tentativo fallito nell'estate (Operazione Battleaxe) le truppe britanniche (ora inquadrate come VIII Armata) tentarono un nuovo attacco in novembre, con lo scopo primario di liberare Tobruk dall'assedio.

Rommel aveva sotto il comando diretto la 21° Panzerdivision (Divisione corazzata ottenuta dalla riorganizzazione delle 5° leggera), la 15° Panzerdivision, che, insieme alla 90° Leichtedivision (fanteria meccanizzata), formavano il Deutsches Afrika Korps (DAK - Corpo d'Armata Tedesco in Africa), le forze corazzate a sua disposizione erano completate dalla 132° Divisione Corazzata Ariete italiana.

L'attacco (Operazione Crusader) iniziò il 18 novembre, muovendo dal deserto verso la costa, il 19 a Bir el Gobi la Ariete si scontrò con le forze corazzata britanniche, respingendole e disordinando l'avanzata nemica, sebbene fosse aggirata sul fianco destro. Dopo una settimana di scontri e manovre il DAK riuscì a sconfiggere pesantemente il XXX Corpo britannico, e si lanciò contro l'altro corpo dell'VIII Armata.

Tuttavia le fanterie neozelandesi riuscirono a ricongiungersi con la guarnigione di Tobruk, il 27 novembre il DAK fu costretto a ritirarsi sulle basi di partenza da cui aveva iniziato la battaglia. Il 5 dicembre i carri dell'Asse erano solo cinquanta, e Rommel fu costretto ad abbandonare la Cirenaica, per aspettare nuovi rifornimenti e rinforzi.

[modifica] Gazala - Nord Africa - 1942

Tedeschi Pz Kpfw II Ausf E, Pz Kpfw III Ausf H-J
PzKpfw IV Ausf E
Italiani M13/40, M14/41, Semovente 75/18 (*)
(*)Viene indicato fra i carri, perché questo fu il suo uso tattico
Britannici Crusader Mk I, M3 Stuart (Honey)
M3 Grant, Matilda Mk II
Valentine Mk I

Mentre per la descrizione degli eventi relativi alla battaglia si rimanda alla voce relativa (Battaglia di al Gazala), qui si intende analizzare l'impiego delle forze corazzate da parte dei due eserciti opposti. Mentre la mobilità dei carri dell'Asse fu limitata unicamente dalle ricorrenti crisi di approvvigionamento di combustibile, spesso le brigate britanniche rimasero bloccate dalla mancanza di ordini o dall'arrivo di ordini contraddittori, come, per esempio, davanti al Calderone. L'altra osservazione rilevante è che, mentre l'Asse operò con i carri armati come componente delle forze corazzata, non si può osservare lo stesso relativamente ai britannici. Quando fu necessario cercare di dimunuire la pressione delle forze italo-tedesche sulla 150° Brigata il piano britannico prevedeva che la fanteria avrebbe aperto la strada ai carri. Considerando che un'azione del genere alla luce del giorno era praticamente un suicidio, si rimandò alla notte fra il 1 ed il 2 giugno, perdendo così completamente le 24 ore critiche per la risoluzione della battaglia.

Da parte dell'Asse, invece spesso si lanciarono le unità corazzate in azioni avventate che, se il nemico fosse stato più reattivo, avrebbero potuto avere conseguenze molto severe nei confronti di tutta l'operazione. Come esempio di questo basta pensare all'ordine dato il 28 maggio alla 21° Panzerdivision di avanzare fino alla costa, come se i britannici fossero già stati sconfitti, quando:

  • su sei brigate corazzate britanniche una sola era stata effettivamente impegnata (le altre avevano avuto solo scaramucce non significative con le unità italo-tedesche equivalenti);
  • la 15° Panzerdivision non avrebbe potuto portare alcun soccorso dalla 21° per la completa mancanza di carburante;
  • l'unica via di rifornimento aperta in quel momento, tenuta dalla sola Ariete, passava a sud di Bir Hakeim, (quindi era lunga più di 100 km) ed era prevedibile un attacco per tagliarla.

L'altro fatto che salta agli occhi leggendo i resoconti della battaglia è che, mentre le forze britanniche dopo ogni azione richiedevano almeno 24 ore per riorganizzarsi, le forze tedesche (le forze italiane in misura molto minore) già alla fine di ogni azione erano pronte a riprendere l'offensiva dopo meno di 12 ore. Basta pensare che, dopo il combattimento disperato per distruggere la 150° Brigata, già il 2 giugno la 90° Leichtedivision marciava su Bir Hakeim.

Infine un'ultima osservazione: in diverse pubblicazioni inglesi degli anni cinquanta il carro M3 Grant è definito "carro da fanteria" (infantry tank). In realtà la denominazione completa del carro USA era M3 Medium Tank Lee (Il carro Grant era identico, tuttavia la torretta era stata allargata per contenere la radio del mezzo). Quindi, ancora in quel periodo, perciò a maggior ragione nel '42, i britannici vedevano quello che era una carro da combattimento, progettato per operare contro mezzi similari, come un infantry tank, destiato ad impegnare unicamente le fanterie nemiche, con le conseguenze sulle modalità di impiego che ne conseguirono.

[modifica] El Alamein - Nord Africa - 1942

La battaglia di El Alamein in realtà riguarda tre diverse battaglie, avvenute con tempi e con modalità diverse.

[modifica] Prima Battaglia di El Alamein (1-3 luglio 1942)
Tedeschi Pz Kpfw II Ausf E, Pz Kpfw III Ausf H-J
PzKpfw IV Ausf F1
Italiani M13/40
Britannici Crusader Mk I, M3 Stuart (Honey)
Valentine Mk I, Matilda Mk II
M3 Grant

Questa fu una battaglia di arresto condotta da quanto restava dell'8° Armata contro il DAK proveniente da ovest.

Dopo la conquista di Tobruk Rommel, sfruttando anche i rifornimenti trovati nella piazzaforte britannica, si gettò in un inseguimento dell' 8° Armata che ha pochi confronti nella storia, contrariamente al parere strategico degli altri comandanti sul fronte del Mediterraneo, che avrebbero voluto occupare l'isola di Malta prima di effettuare una penetrazione profonda in territorio egiziano.

Rommel, dopo aver ocupato in successione Sollum e Marsa Matruh, arrivò ad El Alamein, una stazione sperduta nel deserto, ma dove il corridoio fra la Depressione di Qattra (terreno in cui era imposibile muovere per soldati equipaggiati) e la costa del Mediterraneo era il più stretto. Superata El Alamein bastavano un centinaio di chilometri in terreno fertile e ben fornito di strade per entrare ad Alessandria. In quel momento aveva in tutto 53 carri del DAK e 30 carri della 133° Divisione Corazzata Littorio. Contrapposti a questi l' 8° Armata poteva schierare 252 carri, fra cui 43 M3 Grant.

Rommel usò le sue poche forze per attaccare separatamente i due corpi britannici, decidendo di attccare per primo il XXX Corpo, schierato in prossimità della costa, nella speranza di sorprendere il nemico prima che potesse attestarsi a difesa. Questa speranza non si realizzò, anzi il DAK finì su una serie di posizioni naturalmente forti e ben organizzate.

A notte a Rommel restavano in tutto 37 carri. Il giorno successivo (2 luglio) il DAK fu fermato definitivamente da un contrattacco della 1° Armoured Division, le truppe tedesche non raggiungeranno mai il mare oltre El Alamein. Altri tentativi di sfondamento effettuati il 3 luglio, anche dalla divisioni italiane Ariete e Littorio non ebbero successo, sotto gli attacchi dei carri britannici.

[modifica] Seconda battaglia di El Alamein (Battaglia di Alam Halfa) (30 agosto - 2 settembre 1942)
Tedeschi Pz Kpfw II Ausf E, Pz Kpfw III Ausf H-J
PzKpfw IV Ausf E-F1-F2
Italiani M13/40
Britannici Crusader Mk I, M3 Stuart (Honey)
Valentine Mk I, M3 Grant

Questo fu l'ultimo tentativo delle forze dell'Asse di sfondare il fronte britannico per raggiungere Alessandria.

Per tutto luglio l' 8° Armata tentò di ricacciare l'armata italo-tedesca dalle posizioni occupate presso El Alamein, ottenendo solo risultati limitati, ma con un gravissimo consumo di materiale e di vite umane. Alla metà di agosto il comando dell'armata britannica veniva preso dal generale Montgomery.

Intanto Rommel riusciva ad aumentare le sue forze, nonostante le gravi perdite subite dai convogli nel trasferimento dall'Italia alla Libia. A fine agosto, avendo radunato circa 200 carri, tentava di aprirsi il varco verso Alesssandria che gli era stato chiuso due mesi prima.

Il 30 agosto l'Afrika Korps inziò a muovere verso la cresta di Alam Halfa, cercando di aggirare da sud la cresta Ruweisat, dove era stata bloccata in luglio. Tuttavia la mossa era prevedibile, e ad Alam el Halfa era schierata una brigata di fanteria (133° Infantry Brigade) con il fianco verso il deserto coperto da una brigata corazzata (8° Armoured Brigade). Al cadere della notte del 31 agosto l'Afrika Korps non era riuscito ad avanzare e, cosa ancora più tragica, non aveva quasi più benzina per muovere i mezzi.

Il mattino successivo tutta la benzina fu assegnata alla sola 15° Panzer che tentò un ulteriore assalto frontale contro Alam Halfa, con esito negativo per la decisa difesa britannica. Il mattino del 2 settembre Rommel ordinò la ritirata, ormai Alessandria è e resterà solo un miraggio.

[modifica] Terza battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942)
Tedeschi Pz Kpfw II Ausf E, Pz Kpfw III Ausf G
PzKpfw IV Ausf D
Italiani M13/40
Britannici Crusader Mk I e Mk III, M3 Stuart (Honey),
Valentine Mk I, Churchill Mk III
M3 Grant/Lee, M4 Sherman

Fu l'ultima battaglia, condotta dall' 8° Armata per distruggere le capacità operative dell'Armata Italo-Tedesca in Africa.

Dopo la battaglia di Alam el Halfa Montgomery non prese l'iniziativa, ma aspettò di aver accumulato riserve sufficienti per sferrare l'offensiva decisiva contro l'Armata Italo-Tedesca.

All'inizio dell'affensiva la sua superiorità in termini di carri era eclatante, non tanto per il numero (1029 carri contro 489 dell'Asse), ma soprattutto perché la maggior parte dei suoi carri erano M3 Lee ed M4 Sherman, cioè i migliori carri disponibili per gli anglo-americani. Gli unici carri in grado di combattere ad armi pari (e forse un poco superiori) con questi erano i Panzer IV F2, che erano solo 30 in tutto.

L'attacco principale doveva avvenire sulla costa, partendo proprio da El Alamein, da parte del 30° Corpo, mentre il 13° Corpo doveva effettuare solo attacchi diversivi a sud. I carri (10° Corpo) dovevano sfruttare il successo della fanteria, per accerchiare le forze nemiche. Dopo un violentissimo bombardamento aereo e di artiglieria sulle posizioni italo-tedesche, alle 22.00 del 23 ottobre scattò l'assalto delle fanterie, coperto dal tiro di sbarramento di 882 pezzi d'artiglieria.

Il giorno 24 contrattcchi di carri tedeschi e la tenace resistenza delle fanterie italiane rallentarono l'offensiva, che, a sera, si trovava ancora lontana dalle linee prefissate. La sera del 27 ottobre fu chiaro che l'offensiva era fallita, quindi Montgomery ritirò parte delle truppe dal sud (particolarmente la 7° Armourd Division) e le lanciò verso il perno della difesa italiana il 28 ottobre. Questa offensiva massiccia riuscì solo a creare un saliente nel fronte italiano, senza ottenere lo sfondamento del fronte stesso.

Alle 1.05 del 2 novembre due brigate di fanteria ed una brigata di carri (fresche) si lanciavano sulle linee italo-tedesche, con il supporto di due reggimenti di carri, dopo il solito tiro di sbarramento dell'artiglieria.

Lo sfondamento delle linee nemiche era previsto per le 4 del mattino. Lo svolgimento tattico della battaglia è quanto di più lineare si possa immaginare: i carri avanzavano contro fanterie già provate e pochi cannoni anticarro, ogni volta che un carro era perso il suo posto era preso da un altro. Ad un certo punto gli utimi carri del DAK si lanciarono sul fianco dei carri inglesi, alla fine della giornata, su 79 M3 Grant e M4 Sherman partiti per schiacciare le difese italo-tedesche, 75 erano stati distrutti. Ma ormai la linea di difesa dell'Armata Italo-tedesca era ridotta a un velo, ed i carri britannici avevano raggiunto il "Sentiero del Telegrafo", dietro le linee italo-tedesche. Tutte le riserve dell'armata erano in prima linea, anche le divisioni Trieste e Littorio furono lanciate nella mischia, mentre la RAF mandava 7 ondate di bombardieri in un'ora sulle forze nemiche.

L'ultima unità ancora disponibile era la divisione Ariete, che stava combattendo a sud, ma venne spostata a nord per coprire la falla. Anche se erano rimasti padroni del terreno gli italo-tedeschi non avevano più nè carri nè munizioni da contrappore al nemico. Dall'altra parte l' 8° Armata aveva ancora due brigate corazzate intatte, con 140 fra M3 Grant e M4 Sherman. A sera Rommel decideva di ritirarsi, constatando l'impossibilità di tenere la linea, e dava gli ordini conseguenti, informandone l' OKW. Alle 13 del giorno successivo gli arrivò un telegramma di Hitler che gli ordinava di resistere sulle posizioni attuali, "senza concedere un metro di terreno al nemico". Era la condanna a morte dell'Armata Italo-Tedesca in Africa.

Il 3 novembre i carri britannici sfondavano il centro della linea difensiva,le divisioni italiane erano distrutte una ad una. Le forze italiane e tedesche iniziavano una ritirata che doveva fermarsi solo davanti a Tunisi.

[modifica] Kasserine - Nord Africa - Febbraio 1943

Tedeschi PzKpfw IV F2/G, PzKpfw III L,M
Italiani M13/40, M14/41
USA M3 Lee, M4 Sherman
Britannici M3 Grant, M4 Sherman
M3 Stuart, Valentine

Il giorno 8 novembre 1942, mentre Rommel si ritirava da El Alamein, unità statunitensi (e britanniche, con veicoli e uniformi statunitensi) sbarcavano in Algeria e Marocco. Nonostante gli ordini del generale Pétain, che aveva ordinato di resistere all'attacco, le autorità algerine si arrendevano in 24 ore, mentre quelle marocchine resistevano 74 ore, quindi in pochi giorni gli Alleati arrivavano ai confini con la Tunisia. Nel frattempo l'Asse trasportava uomini e mezzi attrverso al Canale di Sicilia per fermare gli Alleati. Il 26 gennaio 1943 le truppe di Rommel arrivavano alla linea del Mareth, cioè al confine fra Libia e Tunisia, e qui si attestavano a difesa, apettando l'arrivo delle forze britanniche.

Mentre l' 8° Armata si accostava alla Linea del Mareth Rommel tolse la 21° Panzer dalla linea di difesa e lanciò le sue truppe su Kasserine, nodo stradale sulla Grande Dorsale (Monti di Tebessa), che separa Tunisia ed Algeria. Le forze dell'Asse comprendevano anche la 10° Panzer e l'italiana 131° Centauro. Il primo scontro con la 1° Armoured Division USA fu devastante: gli statunitensi si ritirarono di quasi cento km, lasciando in mano ai tedeschi ingenti quantità di materiali ed abbandonando Kasserine e Tebessa. Tuttavia l'avanzata della 21° Panzer veniva momentaneamente fermata. A questo punto sorgevano dissensi fra Rommel e von Arnim relativamente alla prosecuzione della battaglia. Mentre Rommel avrebbe voluto superare la Grande Dorsale per ricacciare in mare gli statunitensi, von Arnim avrebbe voluto fermarsi ed attestarsi a difesa. In questo modo si persero giorni preziosi, e, quando Rommel passò nuovamente all'offensiva, la 6° Armoured Division britannica fermò le sue truppe. L'arrivo dell' 8° Armata sul Mareth tolse ogni speranza di poter ottenere un successo strategico.

[modifica] Kursk - Fronte Orientale - 4-13 Luglio 1943

Tedeschi PzKpfw IV Ausf G H, PzKpfw VI Tiger I Ausf. E
PzKpfw V Panther Ausf A, D
Sovietici T 34, M3 Lee, KV 1
T 70, Churchill

Dopo la Battaglia di Stalingrado, i successivi contrattacchi tedeschi avevano creato un saliente nel fronte tedesco in corripondenza della città ucraina di Kursk, era ben prevedibile un tentativo della Wermacht di recidere questo saliente alla base, e fin da marzo l'Armata Rossa si stava preparando a fortificarlo. Le informazioni venute dalla spia "Lucy" confermarono le intenzioni dell'OKW, quindi i sovietici ammassarono grosse unità corazzate pronte a muovere verso il saliente. L'offensiva tedesca (in codice "Fall Zittadelle") doveva iniziare a metà giugno, ma fu rinviata di due settimane per aspettare che potessero essere schierati i PzKpfw V Panther, da cui si attendevano grandi cose, come dai Panzerjäger Ferdinand [1]. All'inizio dell'offensiva le unità tedesche avevano 690 carri e 370 cacciacarri a nord (Heeresgruppe Mitte) e 1298 carri con 253 cacciacarri a sud (Heeresgruppe Süd). Di fronte avevano 3300 carri di cui la maggior parte erano ottimi T 34 e KV 1, altri 1550 carri erano pronti in riserva.

L'offensiva inziò il 4 luglio, sia a nord sia a sud del saliente. L'offensiva da nord, condotta principalmente da unità di fanteria meccanizzata, non portò a grandi scontri di carri, dato che le divisioni tedesche (2° e 9° Panzer) dovettero lottare più con l'artiglieria anticarro, accuratamente fortificata, che con i carri sovietici. Quando l'Armata Rossa riprese l'offensiva l'11 luglio le forze tedesche furono ricacciate sulle basi di partenza in due giorni.

Diversamente andarono le cose a sud, dove erano presenti le migliori divisioni corazzate tedesche: 1° SS Panzer Leibstandarte Adolf Hitler, 2° SS Panzer Das Reich, 3° SS Panzer Totenkopf, 5° SS Panzer Wiking, 3° Panzer, 6° Panzer, 7° Panzer, 19° Panzer, 23° Panzer[2]. Un progresso continuo, seppure lento, delle forze corazzate tedesche costrinse l'Armata Rossa a tentare un primo contrattacco fallito l'11 luglio. Il 12 luglio la 5° Armata della Guardia, comandata dal gen. Romistrov, incontrava presso Prochorowka i corazzati tedeschi. Ne seguì la più grande battaglia di carri fino al 1973, poche ore dopo la pianura era corsparsa di carcasse fumanti di carri incendiati, ed i tedeschi, se pure erano riusciti a conservare il terreno, non erano più in grado di portare avanti l'offensiva.

Lo Sbarco in Sicilia degli Alleati convinceva l'OKW a cessare le operazioni e ritirare due divisioni corazzate da inviare in Italia.

[modifica] Operazione Bagration - Fronte Orientale - 1944

Tedeschi PzKpfw IV Ausf G H, PzKpfw VI Tiger I Ausf. E
PzKpfw V Panther Ausf A, D
Sovietici T 34, KV 1, T 70

Per un'indicazione di come si svolsero i combattimenti, si rimanda alla voce corrispondente. In termini di carri armati ciò che è interessante è che i sovietici utilizzarono i loro carri in massa, con un supporto decisivo di fanteria meccanizzata. Da parte loro i tedeschi, oltre ai tipi di carri indicati, utilizzarono abbondantemente i cacciacarri, cioè veicoli armati con pezzo in casamatta (e quindi più potente di quello dei carri di pari tonnellaggio), destinati ad operare come artiglieria controcarri semovente. I tipi più diffusi di cacciacarri erano gli Sturmgeschütz III della serie 40 (su scafo PzKpfw III erano armati con lo stesso cannone da 75 mm montato sui PzKpfw IV delle serie G ed H).

Carro armato pesante tedesco Königstiger (Museo La Gleize - Belgio)
Ingrandisci
Carro armato pesante tedesco Königstiger (Museo La Gleize - Belgio)

[modifica] Ardenne - Fronte Occidentale - 16 dicembre 1944 - 27 gennaio 1945

Tedeschi Königtiger, PzKpfw V Panther
PzKpfw IV Ausf. G-J
USA M4 Sherman
Britannici M4 Sherman, Cromwell

Per un'indicazione di come si svolsero i combattimenti, si rimanda alla voce corrispondente. L'importanza di questa battaglia per quanto riguarda l'impiego di carri armati è che furono impiegati in massa (per l'unica volta, data la limitata produzione) i carri Königstiger da parte dei tedeschi, che operarono bene in combattimento, finché le condizioni metereologiche non permisero all'aviazione alleata di intervenire. Divenne anche, una volta di più, evidente l'importanza della logistica nelle operazioni con forze corazzate, in realtà il primo blocco delle operazioni tedesche, che si manifestò pochi giorni dopo l'inizio delle operazioni, dispese più dalla crisi logistica (soprattutto la mancanza di rifornimenti di carburante per i carri) che dall'opposizione delle forze alleate.

[modifica] Riferimenti

Per approfondire l'impiego dei carri armati in alcune di queste battaglie si può partire da questa bibliografia

  • B.H. Liddell Hart. History of the Second World War. In italiano Storia della Seconda Guerra Mondiale. Traduzione di V. Ghinelli, Mondadori, 1971
  • B.H. Liddell Hart. The other side of the hill. In italiano Storia di una sconfitta. Traduzione di M. Bonini e O. Rizzini, Rizzoli, 2° edizione 1971 (La prima edizione, uscita precedentemente aveva il titolo "I generali tedeschi raccontano")
  • M. Carver. Tobruk. Edizioni Accademia (senza indicazione nè del traduttore nè dell'anno di pubblicazione)
  • M. Carver. El Alamein. Traduzione di G. Samaja, Edizioni Baldini & Castoldi, 1964

[modifica] NOTE

  1. ^  - In onore di Ferdinand Porsche, detto anche Elefant.
  2. ^  - Notare che si trattava di "Waffen SS", cioè corpi militari, e non "SS Polizei", cioè delle SS tristemente note per crimini di guerra.

[modifica] Voci correlate

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