Horace Wells

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Horace Wells ( Hartford, 21 gennaio 1815 – New York 24 gennaio 1848) dentista americano ritenuto da alcuni l’inventore della anestesia.

Il 10 dicembre 1844 il giovane Wells accompagnando la moglie ad una fiera locale ebbe modo di partecipare ad uno spettacolo che all’epoca aveva molto successo. Ad uno spettatore veniva fatto inalare un gas, conosciuto come gas esilarante, che provocando una sorta di ebbrezza alcolica lo induceva a comportamenti buffi che divertivano i presenti. Questo gas era in effetti il protossido d’azoto.

In quella circostanza un signore subito dopo aver inalato il gas esilarante batté con violenza lo stinco contro uno spigolo, stranamente senza mostrare alcun segno di sofferenza, e Wells fu colpito dalla coincidenza. Egli come dentista era impotente di fronte alle atroci sofferenze subite dai pazienti che operava ed era costretto ad accettare il dolore come un male inevitabile. Come succedeva da millenni. Fu quindi con grande titubanza che, dopo averlo provato su sé stesso, pensò di sperimentare il protossido d’azoto sui suoi pazienti ed alla prima occasione fu un Wells stupefatto quello che estrasse un dente ad un paziente senza che costui avvertisse il benché minimo disturbo.

Con grande entusiasmo proseguì i suoi esperimenti finché, essendo sicuro dell’effetto (successivamente detto anestetico) che aveva il protossido, pensò che era il momento di darne comunicazione al mondo scientifico. Si rivolse ad un suo vecchio collega ed allievo, William Green Morton che lo aveva lasciato per laurearsi in medicina ad Harvard e che poi si era trasferito a Boston. Morton gli procurò un appuntamento per un intervento dimostrativo da effettuarsi presso il Massachusetts General Hospital di Boston. Nonostante fosse tra i più grandi ed importanti dell'epoca in questo Ospedale dal 1821 al 1846 erano stati praticati in tutto poco più di 300 interventi, alla media di circa 1 al mese. Questo perché ancora nel XIX secolo bisognava essere veramente disperati per rivolgersi al chirurgo consapevoli che ogni intervento comportava dolori disumani non alleviabili, superati i quali difficilmente si sopravviveva alla infezione che sistematicamente subentrava.

Un giorno del 1845 Wells si presentò nell’anfiteatro chirurgico dove operava il famoso prof. John Collins Warren che lo presentò al pubblico di studenti e visitatori in modo alquanto freddo (si trattava di un dentista, per giunta di provincia, che presumeva di aver trovato un metodo per eliminare il dolore!). Le cronache dell’epoca narrano che Wells si rivolse ai presenti chiedendo se qualcuno aveva bisogno di una estrazione dentaria e la effettuò su un soggetto obeso che si era prestato all’esperimento. Purtroppo fu, per cause varie, un insuccesso totale. Il paziente nonostante la inalazione avvertì totalmente il dolore ed il povero Wells fu costretto a lasciare la sala mortificato ed umiliato dagli astanti.

Questo fallimento condizionerà e distruggerà la sua vita. Wells, convinto di essere nel giusto, continuerà a sperimentare prima su di sè e quindi sui pazienti sia il protossido che altre sostanze, intossicandosi in modo sempre più serio. Abbandonerà la propria professione e la propria città e sentendosi tradito da Morton, che il 9 dicembre 1846 ripeterà con successo nello stesso Massachusetts Hospital e davanti allo stesso prof. Warren un esperimento di anestesia attribuendosene però ogni merito, continuerà a rivolgere petizioni e richieste alle autorità ed al mondo scientifico perché gli venga attribuita la paternità della scoperta.

Il successo negatogli in patria lo troverà all'estero, a Parigi dove andrà nel 1847. In quell'epoca comincerà ad adoperare per i suoi esperimenti il cloroformio sintetizzato contemporaneamente negli Usa ed in Francia già nel 1831. Al solito lo proverà su prima su sé stesso diventandone dipendente. A New York, sotto l'effetto della sostanza, scenderà in strada e lancerà del vetriolo addosso ad alcune prostitute. Arrestato si toglierà la vita in carcere recidendosi con il bisturi l’arteria femorale all'inguine sinistro stringendo tra i denti, come sembra, un fazzoletto imbevuto di cloroformio.