Gulag
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Gulag (dal russo ГУЛАГ: Главное Управление Исправительно— Трудовых Лагерей, "Glavnoye Upravleniye Ispravitelno-trudovykh Lagerey", "Direzione principale dei campi di lavoro correttivi") era il ramo della Polizia dell'interno e servizio di sicurezza sovietico che costituì il sistema penale dei campi di lavoro forzato. Benché questi campi fossero stati pensati per criminali di ogni tipo, il sistema dei Gulag è famigerato soprattutto come mezzo di repressione degli oppositori politici dell'Unione Sovietica.
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[modifica] Terminologia
Taluni autori chiamano Gulag tutte le prigioni e i campi sparsi lungo la storia sovietica (1917–1991). Inoltre, l'uso moderno del termine spesso non ha correlazione con l'URSS: per esempio in espressioni come "gulag nordcoreani", o addirittura "il gulag privato dell'america". È degno di nota che l'acronimo originale russo, mai al plurale, descriveva non un singolo campo, ma l'amministrazione incaricata dell'intero sistema dei campi nel suo complesso.
Un nome colloquiale per un incarcerato in un Gulag sovietico era "zeka", "zek". In russo, compagno (di cella), incarcerato si dice "заключённый", zaklyuchonny, di solito abbreviato in 'з/к', pronuncia 'зэка' (zeh-KA), trasformato gradualmente in 'зэк' e in 'зек'. Il termine è ancora usato colloquialmente senza alcuna connessione coi campi di lavoro. 'з/к' era in principio un acronimo che stava per "заключенный каналостроитель", "zaklyuchonny kanalostroitel'" (scavatore di canali incarcerato), traendo origine dalla forza lavoro schiava del canale Volga-Don. Quindi il termine passò a indicare, come acrostico, semplicemente "zaklyuchonny".
[modifica] Varietà
In aggiunta alla categoria più comune di campi che praticava lavoro fisico pesante e vari tipi di detenzione, esistevano anche altre forme.
- Un tipo singolare di Gulag detti sharashka (шарашка, luogo d'ozio) erano in realtà laboratori di ricerca dove gli scienziati arrestati, alcuni dei quali eminenti, venivano riuniti e sviluppavano in segreto nuove tecnologie e ricerche di base.
- Psikhushka (психушка, manicomio), trattamento medico forzato mediante imprigionamento psichiatrico, utilizzato, al posto del campo di lavoro, al fine di isolare ed esaurire psichicamente i prigionieri politici. Questa pratica divenne comunissima dopo lo smantellamento ufficiale del sistema dei Gulag. Vedi Vladimir Bukovsky, Pyotr Grigorenko.
- Campi o zone speciali per fanciulli (nel gergo dei Gulag: "малолетки", maloletki, minorenni), per disabili (a Spassk), e per madri con neonati ("мамки", mamki). Queste categorie erano considerate improduttive e spesso soggette a molti abusi.
- Campi per "mogli di traditori della Patria" (esisteva una categoria particolare di repressi: "Membri familiari dei traditori della Patria" (ЧСИР, член семьи изменника Родины)).
- Sotto la supervisione di Lavrentij Beria, a capo tanto della NKVD (precursore del KGB) che del programma sovietico per la bomba atomica fino alla sue destituzione nel 1953, migliaia di zek furono usati per estrarre minerale di uranio e preparare attrezzature per i test di Novaja Zemlja, nell'isola di Vajgac, a Semipalatinsk, tra gli altri luoghi. Esistono documenti sull'uso di prigionieri dei Gulag nei primi test nucleari (il primo fu condotto a Semipaltinsk nel 1949), per decontaminare aree radioattive e sottomarini nucleari.
- Gulag map su www.memo.ru server
[modifica] Storia
Nati durante lo Zarismo e probabilmente fondati da Pietro il grande erano usati come campi per i detenuti politici anti Zaristi e personaggi scomodi. Dopo la Rivoluzione bolscevica avvenne la liberazione di tutti i prigionieri, ma nel 1917 Lenin annunciò che tutti i "nemici di classe", anche in assenza di prove di alcun crimine contro lo stato, non potevano essere fidati e non dovevano essere trattati meglio dei criminali. Dal 1918, vennero ristrutturate le attrezzature di detenzione in campi, quali ampliamento e riassetto dei precedenti campi di lavoro katorga, realizzati in Siberia come parte del sistema penale della Russia imperiale. I due tipi principali erano i "Campi speciali Vechecka" (особые лагеря ВЧК) e i Campi di lavoro forzato (лагеря принудительных работ). Questi venivano eretti per varie categorie di persone considerate pericolose per lo stato: criminali comuni, prigionieri della Guerra civile russa, funzionari accusati di corruzione, sabotaggio e malversazione, nemici politici vari e dissidenti, nonché ex nobili, imprenditori e grandi proprietari terrieri.
Come istituzione totalmente sovietica, il Gulag (al singolare, inteso come amministrazione generale) fu ufficialmente fondato il 25 aprile 1930, con la sigla di "Ulag", in virtù dell'ordinanza 130/63 dell'OGPU, ai sensi dell'ordinanza 22, p. 48, del Sovnarkom, in data 7 aprile 1930, e fu rinominato con la sigla Gulag in novembre. I Gulag crebbero rapidamente. Progetti falliti, cattivi raccolti, incidenti, sottoproduzione, pianificazione insufficiente, vennero ordinariamente attribuiti a corruzione e sabotaggio, e presunti ladri e sabotatori su cui scaricare la colpa furono trovati in massa. Contemporaneamente, il bisogno di risorse naturali in rapido incremento ed un programma di industrializzazione in boom alimentarono la domanda di lavoro a basso costo. Si diffusero denunce, arresti a quota, esecuzioni sommarie e attività di polizia segreta. Le opportunità più ampie per una facile, talora automatica, condanna dei "criminali" venne fornita dall'articolo 58 del codice penale della Repubblica Federale Socialista Sovietica di Russia. Nel 1931-1932 i Gulag avevano circa 200 mila prigionieri. Nel 1935 circa un milione (colonie incluse), e dopo la Grande Purga del 1937 quasi due milioni. Per fare un raffronto, la popolazione di prigionieri al lavoro (in catene e in prigione) negli Stati Uniti era intorno a poche centinaia di migliaia.
Durante la Seconda guerra mondiale la popolazione dei Gulag diminuì significativamente, a causa della "liberazione" di massa di centinaia di migliaia di prigionieri che furono arruolati e inviati direttamente sulle linee del fronte, ma soprattutto a causa di una vertiginosa crescita della mortalità nel 1942-43. Dopo la II guerra mondiale il numero di internati nei campi di prigionia e nelle colonie crebbe di nuovo rapidamente e raggiunse il numero di circa due milioni e mezzo di persone all'inizio degli anni cinquanta. Sebbene alcuni di questi fossero disertori e criminali, c'erano anche prigionieri di guerra russi rimpatriati e "lavoratori dell'Est", tutti universalmente accusati di tradimento e "cooperazione col nemico" (formalmente, lavoravano davvero per i Nazisti). Vi furono spediti anche un ampio numero di civili dei territori russi caduti sotto occupazione straniera, come pure dai territori annessi all'Unione Sovietica dopo la guerra. Non fu raro per i sopravvissuti ai Lager nazisti essere trasportati direttamente ai Gulag sovietici.
Per alcuni anni dopo la II guerra mondiale una significativa minoranza dei reclusi fu costituita da tedeschi, finlandesi, romeni, e altri prigionieri di guerra appartenenti a paesi "liberati" dall'Armata Rossa.
Lo stato continuò a mantenere i Gulag per un certo periodo dopo la morte di Stalin nel marzo del 1953. Il successivo programma di amnistia fu limitato a coloro che dovevano trascorrere al massimo cinque anni, pertanto, furono liberati soprattutto i condannati per reati comuni. Il rilascio dei prigionieri politici iniziò nel 1954 e si diffuse e si accompagnò a riabilitazioni di massa dopo che Nikita Khruščёv sconfessò lo stalinismo nel Discorso segreto al ventesimo congresso del Pcus, nel febbraio del 1956.
Ufficialmente i Gulag furono soppressi dall'ordinanza numero 20 del 25 gennaio 1960 del ministero degli interni sovietico (che funzionava come polizia segreta), e lo stesso ministero fu a sua volta ufficialmente soppresso dall'ordinanza 44-16 del Presidio del Consiglio Supremo dell'Urss, per risorgere col nome di KGB.
Il totale documentabile di morti nel sistema di lavoro correttivo dal 1934 al 1953 ammonta a 1.054.000 persone, e comprende prigionieri politici e comuni; si noti che questo non include le circa 800.000 esecuzioni di "controrivoluzionari", in quanto queste venivano generalmente eseguite fuori dal sistema dei campi. Dal 1932 al 1940, almeno 390.000 contadini morirono in luoghi di "insediamento lavorativo"; questa cifra può sovrapporsi con quella di cui sopra, ma d'altro canto, essa non include le morti al di fuori del periodo 1932-1940, o i decessi tra gli esiliati interni non contadini. Il numero di persone che furono prigioniere in questo o quel periodo è, naturalmente, molto più esteso, e si può presumere che molti dei sopravvissuti soffrirono danni fisici e psicologici permanenti.
Sul numero dei prigionieri e sulla loro mortalità, si veda l'articolo di Getty, Rittersporn e Zemskov nella "American Historical Review", Vol 98, n. 4.
[modifica] Condizioni di vita
Le assurde quote di produzione, la brutalità, la fame e la durezza di condizioni furono le principali ragioni dell'alto tasso di mortalità dei Gulag, che raggiungeva in molti campi anche l'80% nei primi mesi.
Il taglio e trasporto del legname e il lavoro in miniera erano le attività più comuni e più dure. In una miniera, la quota di produzione pro capite poteva raggiungere i tredicimila chili di minerale al giorno. Mancare la quota significava ricevere minori razioni di sostentamento, un ciclo che di solito causava conseguenze fatali, passando attraverso una condizione di spossatezza e devitalizzazione, soprannominata "dohodyaga" (доходяга).
I detenuti erano spesso costretti a lavorare in condizioni disumane. A dispetto del clima brutale, non erano mai adeguatamente vestiti, nutriti, trattati medicalmente in modo adeguato, né veniva loro fornito alcun mezzo per combattere l'avitaminosi che conduceva a malattie come lo scorbuto o sindromi quali la cecità notturna, detta anche cecità del pollo. Il valore nutrizionale di una razione minima giornaliera era intorno alle 1.200 calorie (5000 kilojoule), principalmente da pane di bassa qualità (distribuito in base al peso e chiamato "пайка", paika). Secondo l'OMS, la necessità minima per un lavoratore pesante è compresa tra le 3.100-3.900 calorie (da 13.000 a 16.300 kJ) giornaliere.
Gli amministratori rubavano ordinariamente dagli accantonamenti per guadagno personale e ottenere favori dai superiori. Di conseguenza, i reclusi erano costretti a lavorare ancora più duramente per colmare la differenza. Gli amministratori ed i fidati (prigionieri assegnati a svolgere i doveri di servizio del campo stesso, quali cuochi, fornai e magazzinieri, soprannominati "prifurki") scremavano i medicinali, i tessuti ed i generi alimentari più nutrienti.
In alcuni campi si praticava la selezione per eliminazione: quando i prigionieri si allineavano per il turno di lavoro, all'ultimo che si presentava si sparava come esempio per gli altri, oppure gli si negava la razione giornaliera di cibo.
[modifica] Geografia
All'inizio dei Gulag le ubicazioni dei campi venivano scelte anzitutto per facilitare l'isolamento dei prigionieri. Soprattutto monasteri remoti erano di frequente riutilizzati come siti. Il sito nelle Isole Solovetski nel Mar Bianco fu uno dei primi e più degni di menzione, ed ebbe origine subito dopo la Rivoluzione nel 1918. Il nome con cui quelle isole sono comunemente note, "Solovki", entrò nella lingua comune come sinonimo di campo di lavoro in generale. Veniva presentato al mondo come un esempio del modo sovietico di "rieducazione del nemico di classe" e della sua reintegrazione nella società sovietica per mezzo del lavoro. In principio, i rinchiusi, la maggior parte dei quali apparteneva all'intellighenzia russa, godeva di relativa libertà (nei limiti dei confini naturali delle isole). Si pubblicavano quotidiani e periodici locali e si praticò, anche, qualche ricerca scientifica (si coltivò un giardino botanico, poi scomparso). Ma alla fine esso fu trasformato in un Gulag ordinario; in effetti alcuni storici ritengono che Solovki fosse un prototipo dei Gulag.
Dando importanza ai Gulag come mezzo per concentrare forza lavoro a basso prezzo, si costruirono, quindi, nuovi campi in tutta la sfera di influenza sovietica, ovunque la convenienza economica ne dettasse la costruzione (o si volesse specificamente approfittarne, come per costruire il canale Mar Baltico-Mar Bianco o la ferrovia Baikal-Amur), tenendo anche conto dei rifornimenti dalle grandi città. Parti della famosa Metropolitana di Mosca e dei campus dell'Università statale di Mosca furono costruiti da lavoratori forzati. Molti altri progetti durante la rapida industrializzazione degli anni trenta, durante la II guerra mondiale e dopo, furono compiuti gravando sulle spalle dei condannati, e l'attività dei Gulag si estese in ampi settori dell'industria sovietica.
La maggior parte dei Gulag era situata in aree ultraremote della Siberia nordorientale (i raggruppamenti più conosciuti erano il Sevvostlag (Campi nordorientali) lungo il fiume Kolyma e il Norillag vicino a Norilsk) e nelle zone sudorientali dell'Urss, principalmente nelle steppe del Kazakhstan (Luglag, Steplag, Peschanlag). Si trattava di vaste regioni disabitate, senza collegamenti (in effetti, la costruzione delle strade era assegnata ai detenuti dei campi specializzati in ferrovie) o fonti di sostentamento, ma ricche di minerali ed altre risorse naturali (come il legname). Comunque, campi se ne trovavano in tutta l'Unione Sovietica, compresa la parte europea della Russia, la Bielorussia, l'Ucraina. Esistevano anche numerosi campi situati all'esterno dell'URSS, in Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Mongolia, ma pur sempre sotto il controllo diretto dell'amministrazione centrale Gulag.
Non tutti i campi erano fortificati; in effetti, in Siberia alcuni erano delimitati da semplici pali. La fuga veniva scoraggiata dalla durezza degli elementi, nonché dai cani della polizia presenti in ogni Gulag. Se negli anni venti e trenta le popolazioni autoctone spesso aiutavano i fuggitivi (e talvolta rimanevano vittime di ladri), allorché vennero allettate da laute ricompense esse presero ad aiutare le autorità a catturarli. Anche alle guardie dei campi si davano severe consegne per tenere sotto controllo ad ogni costo i detenuti; se un prigioniero scappava sotto il controllo di una guardia, spesso questa veniva privata dell'uniforme e degradata a detenuto essa stessa.
In alcuni casi, interi gruppi di detenuti venivano deportati in un nuovo territorio con scorta limitata di risorse e abbandonati all'alternativa di costruire un nuovo campo o morire. Spesso, solo dopo tentativi falliti, un'ondata di ulteriori coloni riusciva a sopravvivere agli elementi.
L'area lungo il fiume Indigirka era conosciuta col nome di Gulag dentro il Gulag. Nel villaggio di Oymyakon (Оймякон) si registrò la temperatura record di −71.2°C.
[modifica] Influenza
[modifica] Cultura
Essendo durati per quasi quarant'anni di storia sovietica ed avendo coinvolto milioni di persone, l'impatto dei Gulag è stato enorme.
Il libro di Aleksandr Solženicyn Arcipelago Gulag non è stata la prima opera relativa ai campi di lavoro. Ma è stata la prima a dimostrare che il Gulag era uno strumento di repressione governativa su scala di massa contro i propri cittadini.
I Gulag sono diventati un argomento di grande influenza nel pensiero russo contemporaneo ed una parte importante del moderno folklore russo. Molte canzoni di cantautori (chiamati bardi), specialmente Alexander Galich e Vladimir Visotski descrivono la vita dei Gulag (benché nessuno dei due ne sia stato prigioniero).
Le memorie di Aleksandr Solženicyn, Varlam Šalamov, Evgenia Ginzburg, Gustav Herling, tra gli altri, sono diventate un simbolo di sfida alla società sovietica. Gli scritti, specie quelli di Solženicyn, hanno severamente rimproverato il popolo sovietico per la sua tolleranza ed apatia nei confronti dei campi di concentramento, ma al contempo hanno fornito un testamento al coraggio e alla risolutezza di coloro che vi furono imprigionati.
[modifica] Colonizzazione
Documenti di stato sovietici (wikisource:Об использовании труда уголовно-заключенных) dimostrano che tra i fini dei Gulag c'era la colonizzazione di aree remote scarsamente popolate. A questo scopo, fu introdotta la nozione di "libero insediamento".
Quando era trascorsa la maggior parte del termine, chi si era ben comportato poteva essere rilasciato per un "libero insediamento" (вольное поселение, "volnoye poseleniye") esterno al campo. Costoro erano conosciuti come "liberamente insediati" (вольнопоселенцы, "volnoposelentsy", da non confondere col termine ссыльнопоселенцы, "sslylnoposelentsy", "insediati in esilio"). Inoltre, si raccomandava l'assegnazione al "libero insediamento" di coloro che avevano trascorso l'intero termine ma ai quali era negata la libera scelta del luogo di residenza, e si assegnava loro un appezzamento di terra non distante dal luogo di confino.
Anche questo servizio fu un'eredità del sistema del katorga.
[modifica] La vita dopo la scadenza della detenzione
Agli ex detenuti in un campo o in prigione era proibita una vasta gamma di occupazioni. L'occultamento di un precedente imprigionamento era un reato processabile. Gli ex detenuti politici erano un fastidio per il "Primo dipartimento", terminali della polizia segreta in tutte le imprese ed istituzioni, in quantoché dovevano essere tenuti sotto controllo.
Molti rilasciati non potevano stabilirsi a meno di cento chilometri dalle grandi città.
Dopo lunghi periodi di detenzione, molti avevano perduto le precedenti capacità lavorative e i contatti sociali. Pertanto dopo la liberazione finale molti di loro decidevano volontariamente di diventare (o restare) "liberamente insediati". Questa decisione era influenzata anche dalla coscienza delle restrizioni che li attendevano in ogni altro posto. Allorché molti ex prigionieri liberati furono reimprigionati durante l'ondata di arresti che iniziò nel 1947, ciò accadde soprattutto a coloro che avevano scelto di ritornare nei pressi della loro vecchia residenza, più che a quelli che erano "liberamente stabiliti" nei pressi dei campi.
[modifica] Recenti sviluppi
La monografia di Anne Applebaum (vedi sotto) descrive il rilascio di prigionieri politici dai campi fino al 1987. Nel novembre 1991 il nuovo parlamento russo, la Duma, emanò la "Dichiarazione dei diritti e delle libertà dell'individuo" che garantì, in punto di principio, tra le altre libertà, il diritto di dissentire dal governo.
[modifica] Bibliografia
- Anne Applebaum. Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, Mondadori, 2005. ISBN 8804550171
- Aleksandr Solženicyn, Arcipelago Gulag
- Opere di Solženicyn, Shalamov e Ginzburg su Lib.ru (in russo)
- ISBN 0300077726 J. Arch Getty, Oleg V. Naumov, The Road to Terror: Stalin and the Self-Destruction of the Bolsheviks, 1932-1939, Yale University Press, 1999, 635 pagine.
- ISBN 1557780242 Jacques Rossi, The Gulag Handbook: An Encyclopedia Dictionary of Soviet Penitentiary Institutions and Terms Related to the Forced Labour Camps, 1989.
[modifica] Voci correlate
- Laogai
- Lager
- Campo di concentramento
- Campo di sterminio
- samizdat
- dissidente
- diritti umani
- Accordi di Helsinki
- Memoriale
- Campo di concentramento
- Storia dell'Unione Sovietica
- Lista di Gulag
- Troika (triumvirato)
- Articolo 58 (codice penale della Rfssr)
- Impero del Male
- Rivolta di Norilsk, la sollevazione nel "Gorlag" di Norilsk (campo-miniera), 1953
- Stime delle vittime delle principali dittature del mondo
[modifica] Persone
- Naftaly Frenkel
- Vassily Grossman
- Aleksandr Solženicyn
- Detenuti famosi del sharashka
[modifica] Wikisource
[modifica] Collegamenti esterni
- Mappa dei Gulag
- Russia's Camps
- New York Times, articolo dell'11 giugno 2003, "Camps of Terror, Often Overlooked", di Michael Mcfaul
- The Economics of Forced Labour: The Soviet Gulag (ed. by Paul Gregory, Valery Lazarev), Stanford: Hoover Institution Press, 2003
- Album fotografico dei Gulag