Giovanni Dupré
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Giovanni Dupré (Siena 1817 - Firenze 1882) fu un celebre scultore italiano dell'Ottocento, secondo solo a Antonio Canova e al contemporaneo Lorenzo Bartolini.
L'opera che gli diede fama sin da giovane fu un Abele moribondo (marmo, 1843), modellata quando aveva appena venticinque anni, che suscitò un certo scandalo per il disincantato realismo della figura sdraiata, tanto da essere accusato addirittura di aver fatto un calco dal vero, anche se non era vero. L'opera fu acquistata dalla zar di Russia e ora si trova all'Ermitage (una copia in bronzo è alla Galleria d'arte moderna di Firenze). Un anno dopo eseguì un Caino, scultura eretta a tutto tondo di impostazione più accademica.
La produzione successiva comunque oscilla sempre ora verso il naturalismo, ora verso un accademismo più freddo e di maniera, ma in ogni caso è sempre fuori discussione l'alta qualità della sua tecnica.
Il Trionfo della Croce (1861) nella lunetta del portale centrale della nuova facciata della chiesa di Santa Croce a Firenze e il Monumento a Cavour (1878) a Torino sono opere più convenzionali e per certi sensi mediocri, mentre la statua di Giotto e quella di Sant'Antonino (1844) per il loggiato degli Uffizi sono più vitali, con uno stile forse più ruvido, ma più spontaneo.
Di sapore michelangiolesco è la Saffo abbandonata della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, che assomiglia nella parte superiore al Giorno della tomba di Giuliano della Sacrestia Nuova, mentre la parte inferiore è fasciata da un drappeggio meno convincente.
Il suo capolavoro è da alcunbi considerato la Pietà (1867) nella cappella Bichi Ruspoli nel Cimitero della Misericordia di Siena. Vi è impressa una notevole carica espressiva, con una composizione inconsueta, forse ispirata da un quadro simile di Fra Bartolomeo.
Scrisse anche un libro autobiografico intitolato Pensieri sull'arte e ricordi autobiografici, che fu pubblicato nel 1879 ed ebbe un notevole successo, arrivando ad essere tradotto anche all'estero.