Forma Urbis Severiana
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La Forma Urbis Severiana è una pianta della città di Roma antica incisa su lastre di marmo risalente all'epoca di Settimio Severo, tra il 203 e il 211 DC, e che era collocata nel Tempio della Pace (o "Foro della Pace"). È conosciuta anche con i nomi di "Forma Urbis Romae'' o "Pianta marmorea severiana", o "Forma Urbis Marmorea".
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[modifica] Disposizione delle lastre
La pianta misurava in origine circa 13 m di altezza per 18 m di larghezza (in piedi romani circa 61 piedi di larghezza per 43 di altezza) e si componeva di circa 150 lastre rettangolari di marmo, non tutte di uguali dimensioni, disposte su 11 filari: nei primi otto le lastre sono disposte alternativamente verticali e orizzontali, mentre negli ultimi tre sono sempre orizzontali. Il disegno della pianta venne inciso sulle lastre dopo che erano state collocate sul muro.
Le lastre erano applicate come rivestimento parietale su una delle sale disposte all'angolo meridionale del Foro della Pace. Il fatto che l'ambiente immediatamente adiacente sia stato riutilizzato (intorno all'anno 530 DC) per la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, ha permesso la conservazione della parete su cui erano applicate, pur con alcune modificazioni legate alla storia della chiesa. Sulla parete sono tuttora visibili i fori utilizzati per le grappe di fissaggio delle lastre.
[modifica] La pianta
La pianta rappresenta in una scala di 1:240 (ossia un piede corrisponde a 2 actus) ed è orientata, diversamente dagli usi moderni, con il sud-est in alto. Viene rappresentato in dettaglio il piano terra di tutti gli edifici, compresi colonnati e scale interne.
La datazione della pianta è posteriore al 203, data della costruzione del Settizodio, la cui pianta si conserva su uno dei frammenti, e anteriore al 211, anno della morte di Settimio Severo: questi viene infatti citato come regnante, insieme al figlio maggiore Caracalla nella dedica conservata su uno dei frammenti (SEVERI ET [AN]TONINI AV[GG] NN [...], ossia "A Severo e ad Antonino, nostri Augusti"). La mancanza del'altro figlio, Geta, che fu associato al trono nel 209 potrebbe far propendere per una datazione anteriore a tale data.
La pianta venne probabilmente eseguita in occasione della ricostruzione di alcuni settori del Tempio della Pace che erano stati danneggiati da un incendio nel 192. È possibile che la pianta severiana ne rimpiazzi una più antica dell'epoca di Vespasiano, il costruttore del complesso monumentale.
Doveva essere connessa con la pianta catastale ufficiale di Roma, forse conservata nella medesima sala, che doveva però essere redatta su papiro, più facilmente aggiornabile, e riportare inoltre i dati riguardanti i proprietari degli edifici e le loro misure.
[modifica] I frammenti
Attualmente si conservano 1.186 frammenti delle lastre, che corrispondono a circa il 10-15% del totale. Furono rinvenuti a più riprese, a partire dal primo ritrovamento del 1562, talvolta anche in luoghi non corrispondenti all'originaria collocazione. Alcuni dei frammenti ritrovati nel XVI secolo andarono perduti prima del loro trasferimento ai Musei Capitolini: di alcuni di essi tuttavia possediamo disegni rinascimentali.
Un progetto della Stanford University (San Francisco, California) consiste nella creazione di un data-base on-line dei frammenti esistenti e in un tentativo di ricostruzione della pianta con l'ausilio di tecnologie informatiche.
[modifica] Confronti
Nel Museo municipale della città di Orange (Arausio) in Francia si conservano diversi frammenti di una pianta marmorea del territorio della città, conosciuta con il nome di les Cadastres.
[modifica] Bibliografia
- G. P. Bellori, Fragmenta vestigii veteris Romae ex lapidibus Farnesianis nunc primum in lucem edita cum notis Roma 1673.(Testo e disegni on line nel sito del CRIBECU, della Scuola Normale Superiore di Pisa)
- G.Carettoni, A, Colini, L,Cozza, G.Gatti, La pianta marmorea di Roma antica. Forma urbis Romae, Roma 1960.
- E.Rodríguez Almeida, Emilio. Forma Urbis Marmorea. Aggiornamento Generale 1980, Roma 1981.