Fatah
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Al-Fatah o, più comunemente, Fatah (ma, più correttamente, al-Fatḥ, ألفتح, visto che in arabo al-Fatà, scritto الفتى e الفتاة, significa "il/la giovane"), è l'acronimo inverso dell'espressione araba Harakat at-Taḥrīr al-Filasṭīnī (Movimento di Liberazione Palestinese, quindi parole molto simili a quelle che compongono l'acronimo O.L.P.).
L'acronimo "HATF" avrebbe avuto lo stesso suono di un sostantivo che significa "morte", e perciò Arafat preferì invertire l'acronimo che, come "F[A]TH", può venire così anche a significare "conquista" o "vittoria in battaglia".
[modifica] Storia
Fondato nel 1959 da Yāser 'Arafāt (della nota famiglia palestinese degli al-Ḥusaynī), che assunse il nome di battaglia di Abū 'Ammār, al-Fatḥ ha rappresentato per decenni - come vero e proprio partito combattente - la spina dorsale della lotta armata palestinese allo Stato d'Israele.
[modifica] Politica
al-Fatḥ, pur non avendo mai raccolto l'unanimità dei consensi palestinesi, è stata fino al 2006 la maggior organizzazione palestinese, fin quando, a partire dalla fine degli anni Novanta, la sua popolarità è stata insidiata in termini numerici e di popolarità dall'organizzazione radicale islamica chiamata Ḥamās, che gode di grande credito, a fronte delle sempre più ricorrenti accuse di corruzione di cui sono stati negli ultimi anni oggetto i vertici dell'OLP e, conseguentemente, la stessa al-Fatḥ. Tutto ciò ha portato nel 2006 Ḥamās a una clamorosa (per quanto ampiamente prevedibile) affermazione nel corso delle elezioni politiche palestinesi e, nel mese di marzo, l'incarico di formare il nuovo governo dell'Autorità Nazionale Palestinese è stato per l'appunto affidato dal Presidente Abū Māzin al leader di Ḥamās.
Ciò nonostante, al-Fatḥ seguita a coagulare intorno a sé numerosi giovani palestinesi cresciuti nei campi-profughi, oltre a quelli provenienti dalle aree di volontario "esilio" giordanico, continuando a godere dei finanziamenti dei Palestinesi emigrati nell'area del Golfo Persico (in particolare in Kuwayt) e della solidarietà politica e dell'appoggio finanziario di quasi tutto il mondo arabo-islamico che ha favorito, dopo l'entrata in scena di al-Fatḥ, la creazione di un seggio palestinese nell'ambito della Lega degli Stati Arabi.
Le difficoltà inevitabilmente connesse alla gestione solitaria del potere da parte di Ḥamās nell'ambito dell'Autorità Nazionale Palestinese hanno portato a settembre del 2006 a trattative per il rientro di al-Fatḥ nel governo palestinese, assieme a Ḥamās. Il fine sarebbe quello di permettere di nuovo l'afflusso dei contributi finanziari concessi a suo tempo dalla Comunità Europea (e, forse, della stessa Israele, che potrebbe tornare a versare all'ANP le imposte da essa esatte per conto dell'Autorità stessa) e la ripresa di trattative, ostacolate tuttavia dalla Seconda guerra israelo-libanese e dal formale persistere del rifiuto di Ḥamās di riconoscere lo Stato d'Israele.
Fatah è membro consultivo dell'Internazionale Socialista.